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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 08:16.

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Con le opere messe al sicuro, gli inquirenti poterono concentrarsi sulla caccia dei responsabili del furto. Giacomo Morini era già stato assicurato alla giustizia. Il 27 febbraio 1984 venne arrestato presso Reggio Emilia anche Ivano Scianti. E due giorni dopo Graziano Iori si costituì ai Carabinieri di Ventimiglia. Dagli interrogatori che ne seguirono emerse il profilo completo della banda italiana impegnata nel furto di Budapest. Oltre a Scianti, Iori e Morini, avevano preso parte al colpo anche Giordano Incerti e Carmine Palese (subito arrestati). E a questo punto fu più chiara l'esatta dinamica del furto. Incerti aveva fatto da palo mentre Scianti, Iori e Palese avevano attuato il furto. Ad attenderli sulla piazza c'erano i pali Kovács e Raffai con le Trabant. Subito dopo il colpo, Scianti e Iori erano scappati in Francia, mentre la refurtiva era stata affidata a Giacomo Morini che, con la sua Fiat Ritmo rossa, fingendo di andare in vacanza, aveva raggiunto la Grecia per consegnare le opere al presunto committente del furto, il magnate dell'olio Eftimios Moskachlaidis, dietro un compenso di 50mila dollari. La consegna tuttavia non era mai avvenuta e per questo non si poterono mai esibire solide prove del reale coinvolgimento dell'industriale oleario.
In maggio e in ottobre si celebrarono i processi: a Budapest le pene furono assai severe, fino a 11 anni di reclusione. A Roma i ladri se le cavarono con quattro anni e qualche mese ciascuno. Dei componenti della "banda" italiana solo Scianti e Iori balzarono di nuovo alla ribalta delle cronache. Dopo aver scontato la pena, Scianti ricascò nell'errore e finì implicato nel furto alla Pinacoteca di Modena del 1992. Ma la sua carriera di «Arsenio Lupin dell'arte» (così era stato soprannominato il personaggio) si concluse in modo piuttosto inglorioso: nel 2010 Scianti venne pizzicato a rubare settecento euro in un ufficio postale di Reggio Emilia. Al povero Graziano Iori, invece, le cose andarono decisamente peggio: nel 1992 il suo corpo venne rinvenuto nel Po crivellato di colpi alla schiena. Un delitto misterioso e ancor'oggi irrisolto.
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mostra & incontri
Fino all'11 gennaio 2015 nella Sala Alessi di Palazzo Marino a Milano è esposta la Madonna Esterházy di Raffaello Sanzio proveniente dal Museo di Belle Arti di Budapest. Promossa dal Comune di Milano, Intesa Sanpaolo e la Rinascente, la mostra è realizzata da Palazzo Reale e dal Museo di Belle Arti di Budapest in collaborazione con le Gallerie d'Italia di piazza Scala. È curata da Stefano Zuffi e organizzata con la collaborazione di Arthemisia Group.L'esposizione è corredata da un catalogo edito da Skira.
La Madonna Esterházy segna la conclusione del periodo trascorso da Raffaello a Firenze e il suo passaggio a Roma. La composizione si ispira in modo esplicito a Leonardo da Vinci, e per questo in rassegna l'opera di Raffaello è affiancata da due dipinti leonardeschi: La Madonna con Bambino di Boltraffio del Museo Poldi Pezzoli e la copia antica della Vergine delle Rocce. Raffaello dipinse la Madonna Esterházy a Firenze nel 1508 e la completò a Roma aggiungendo sullo sfondo alcuni ruderi del Foro.
Nel 1983 l'opera fu vittima di un clamoroso furto messo a segno da una banda di ladri italiani. Un'eccezionale operazione investigativa permise di recuperare il dipinto in un monastero della Grecia.
L'ingresso alla Sala Alessi e le visite guidate alla mostra sono gratuite. I visitatori sono ammessi alla mostra in gruppi e accompagnati da storici dell'arte di Civita. Intorno alla mostra, le Gallerie d'Italia (Piazza Scala 2) propongono tre conversazioni sulla storia del quadro e le sue peripezie, con Stefano Zuffi (11 dicembre, ore 18), Marco Carminati (18 dicembre, ore 18) e Raffaella Ausenda (8 gennaio 2015, ore 18.00).
Info: www.comune.milano.it/raffaello

il bambino di medardo
«Il bambino malato», piccola scultura in bronzo di Medardo Rosso (1858-1928) del valore stimato 500 mila euro, è stata rubata venerdì scorso alla Galleria Nazionale di Arte moderna di Roma

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