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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2014 alle ore 10:18.

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Yo pienso, y es así verdad. L'arte del donchisciottismo politico prescrive però di capovolgere le traveggole dell'eroe. Non si tratta di vedere dei mulini a vento e convincersi che sono dei giganti leggendari ma, al contrario, decidere che i giganti sono un po' meno invincibili se li si tratta da mulini a vento. Poi però tocca andare alla battaglia armati fino ai denti, altrimenti si rischia la stessa fine di Don Chisciotte a cospetto del leone. Racconta Cervantes che l'ardimentoso cavaliere, smontato dal suo ronzino, imbracciò lo scudo e la spada; ma l'animale, «non badando a ragazzate né a bravate, dopo aver guardato, come s'è detto, di qua e di là, si rivoltò indietro, mostrò il deretano a Don Chisciotte, e con gran flemma e lentezza tornò a sdraiarsi in fondo alla gabbia».

È grosso modo quel che è accaduto a Renzi e al suo fido ministro della Giustizia dal cognome così cavalleresco, Orlando, quando si sono trovati davanti il deretano dell'Associazione Nazionale Magistrati, che non si fa impressionare da una sciabola da schermidore dimenata un po' a vanvera nell'aria. Da qui l'ultima imbeccata, nonché la più ovvia: ogni Don Chisciotte ha bisogno del suo Sancho Panza, di uno scudiero e consigliere ben piantato nel mondo, che fornisca alle sue follie un contrappeso di ragionevolezza e buon senso contadino. Pare un'ovvietà, ma è proprio l'assenza di un Sancho che ha fatto capitolare molti cavalieri erranti del liberalismo italiano. Sancho non è il senno meschino che schernisce la follia; è semmai il compagno fedele che dà spago alle fantasie eroiche del suo signore, salvo correggerne il tiro quando sono troppo temerarie e rovinose. Ruolo rischiosissimo; perché accade il più delle volte che lo scudiero si lasci prendere la mano e diventi non meno stralunato dell'hidalgo, pur sotto le apparenze della saggezza (e anche qui l'archetipo romanzesco si potrebbe proiettare sulle cronache).

D'altronde, ci sarà una ragione se Cervantes li ha creati in coppia. Senza Don Chisciotte, il terreno Sancho Panza rischia di avvitarsi in un delirio d'impotenza. Ma senza Sancho, lo spirito cavalleresco di Don Chisciotte è destinato a far disastri, e la sua volontà d'illudersi e d'illudere a fin di bene lo rende indistinguibile dal comune sparaballe che si spaccia per azzurro di sci. Perché è davvero molto sottile il confine che separa un hijo de algo da un hijo de puta.

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