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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2015 alle ore 08:15.

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Il libro di Laura Snyder è scritto con un’efficacia narrativa che non ha nulla da invidiare a un romanzo come quello che Tracy Chevalier ha dedicato a Vermeer (La ragazza con l’orecchino di perla, Neri Pozza). Questo pregio, che ne rende piacevole la lettura, non sempre però si concilia con il rigore storico che ci aspetterebbe da una studiosa. A stupire quindi non sono tanto certe sue interpretazioni, su cui si può essere d’accordo o meno, quanto alcuni scivoloni. Anche perché, soprattutto in epoca di Wikipedia, erano facilmente evitabili, come la sede dell’Accademia dei Lincei, che l’autrice colloca a Firenze e non a Roma, o come la traduzione dell’«occhialino» di Galileo con un improbabile little eye, anziché con il più appropriato small eyeglass.

© RIPRODUZIONE RISERVATALaura J. Snyder, Eye of the Beholder: Johannes Vermeer, Antoni van Leeuwenhoek, and the reinvention of seeing, W. W. Norton, New York,
pagg. 432, $ 27.95

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