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L’inno di Mameli omaggio a Mattarella alla Scala. Per la Butterfly 13…

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LA PRIMA MILANESE

L’inno di Mameli omaggio a Mattarella alla Scala. Per la Butterfly 13 minuti di applausi

(Reuters)
(Reuters)

L’inno di Mameli risuona straordinariamente in Teatro anche in assenza del presidente della Repubblica e in omaggio al suo impegno proprio in questo momento di crisi e la Scala, nella sua serata forse più nostalgica degli ultimi anni, applaude convinta. La Madama Butterfly del riscatto, nella versione originale del 1904, riporta alla prima di Sant'Ambrogio l'opera di Puccini e il Teatro affronta così e catarticamente compensa le assenze nel palco Reale.

La crisi di Governo è vero ha tenuto lontano dal Teatro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - virtualmente rappresentato da un caldo messaggio beneaugurante - e le più alte cariche dello Stato proprio in quest'annus horribilis per la città di Milano, che ha perso alcuni dei suoi cittadini più illustri e amati, fra cui l'oncologo Umberto Veronesi, lo scrittore Umberto Eco e il premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, ma lo spirito milanese che la Scala continua a incarnare nonostante tutto, non demorde e incoraggia un po' tutti.

A fare gli onori di casa, per questa serata dal glamour ovattato e un po’ decadente, il sindaco, Giuseppe Sala, e il presidente della Regione, Roberto Maroni, il prefetto, Alessandro Marangoni.

Puntuale come sempre, alle ore 18 in punto, il sipario di questa Madama Butterfly si è alzato sotto la direzione filologicamente ineccepibile ed eccellente fin nell’esaltazione di archi e trombe del maestro Riccardo Chailly, coronata giustamente da 13 minuti di applausi. Quanto alle voci partiamo dalla eccezionale e festeggiatissima Maria Jose' Siri, impeccabile Cio-Cio-San, per proseguire con la felice interpretazione di Annalisa Stroppa, Suzuki, e il bravo Carlos Alvarez Sharpless e quindi Bryan Hymel, F.B. Pinkerton . La regia è anch’essa più che convincente, anche se a tratti appare appiattita dalle scene quasi da cartolina, eppur pregevoli ed elegantissime nei richiami continui al Giappone come negli interni americani, del lettone Alvis Hermanis. In sintesi un successo pieno e meritatissimo dunque con in più il merito di aver riportato alla Scala dopo 112 anni la prima versione della Butterfly con tutti i suoi preziosismi (non ultimo la resa di un Pinkerton più duro e più yankee che mai).

Tra le presenze l'ex Re di Spagna, un Juan Carlos claudicante che si appoggia a un elegante bastone, mentre la folla si accalca e concede il regal passaggio.

Per la finanza presenti l'amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, l'ad di Generali, Philippe Donnet, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna. E ancora il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, la presidente di Eni, Emma Marcegaglia, l'ad di Mapei, Giorgio Squinzi, il numero uno di Intesa San Paolo, Carlo Messina, l'ex ad di Mps, Fabrizio Viola, e l'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni.

Per il mondo della cultura la grande ballerina e immancabile presenza, Carla Fracci, e l'etoile Roberto Bolle; in omaggio al tema dell'opera anche l'ambasciatore del Giappone, Kazuyoshi Umemoto. Meno blasonata, ma di sicuro assai gradita - anche per l'implicito invito rivolto a tutti a non dimenticare - la presenza accanto al sindaco Sala di quattro terremotati di Arquata e Accumoli. Nella piazza antistante i Cub protestano e i loro striscioni recitano “Bella Ciaone” eppure la politica, nonostante qualche petardo in piazza, incredibilmente sembra lontana da questo inizio di serata.

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