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È morto Gianfranco Bettetini, regista e padre della semiotica

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docentE di cinema e media

È morto Gianfranco Bettetini, regista e padre della semiotica

È morto nella sua casa milanese il professor Gianfranco Bettetini, critico letterario, regista, massmediologo, scrittore, uno dei più importanti semiologi italiani. Avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 16 gennaio. Fondatore dell’Istituto di Scienze della comunicazione e dello spettacolo dell’Università Cattolica, direttore della Scuola di Giornalismo e poi della rivista “Comunicazioni sociali” dal 1996 al 2011, di cui era ancora direttore emerito, fu tra i primi docenti di cinema e di media dell’Università in Italia negli anni Sessanta, e in quello stesso periodo, insieme a Umberto Eco, figura centrale nella fondazione della semiotica dei media. Nel 1976 ottenne la cattedra in Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa a Milano alla facoltà di lingue e letterature straniere.

L’attività di studioso della comunicazione
L’attività di ricerca di Gianfranco Bettetini ha coperto diversi ambiti, dalla ricostruzione critica della storia della televisione in Italia allo scenario europeo della neotelevisione, dall’industria culturale alle nuove tecnologie. Laureato in ingegneria, Bettetini si specializzò in teoria e tecnica delle comunicazioni di massa soprattutto legate al mezzo televisivo, divenendo, negli anni ’50, regista televisivo alla sede Rai di Milano, dove conobbe Umberto Eco, con il quale contribuì a diffondere anche tra il grande pubblico la conoscenza della semiotica applicata allo studio del cinema, del teatro e della televisione.

L’attività di regista
Bettetini fu autore di documentari e diverse regie televisive per la Rai, dalla prosa, al varietà e ai programmi culturali. Tra i programmi da lui diretti si segnalano: Campanile sera (1959), Il signore di mezza età (1963),Camera 22 (1966), Processo a Gesù (1968), La fine di un’avventura (1969). Sue pure alcune puntate di Lascia o raddoppia? dell’estate 1958 e de L’amico del giaguaro (1962). Nel 1965, gli venne assegnato il Premio Marconi e nel 1969 vinse il Premio Italia per programma televisivo La fine del mondo.

Gianfranco Bettetini ha sceneggiato e diretto, tra l’altro, i film Stregone di città (1973), storia di un prete guaritore nella periferia della Milano anni 30, e L’ultima mazurka (1987), che racconta la storia e gli intrecci politici dietro l’attentato anarchico del 1921 al cinema Diana di Milano, che causò 17 vittime. Con la sua filmografia, il regista milanese ha cercato di verificare sul campo alcune delle ipotesi sviluppate nella ricerca e nell'insegnamento: dal rapporto musica-immagine a quello tra realtà e rappresentazione, dal rapporto personaggio-storia a quello fra teatro e cinema.

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