L'ultimo fondatore di una grande religione dell'umanità fu Maometto, o meglio Muḥammad. Morì nel 632 della nostra era. Dopo di lui ci sono state eminenti figure, santi o eretici o amministratori di quanto è creduto – dipende dai punti di vista - ma nessuno in grado di dar vita a una fede capace di diffondersi in ogni parte della Terra.
Del resto, Gesù visse sei secoli prima del profeta dell'Islam; Mosè, o meglio Mōsheh, una tesi oggi prevalente lo pone tredici secoli prima del Cristo. Il faraone che perseguitò gli ebrei in Egitto si potrebbe identificare con Ramesse II (1279-12 circa), quello dell'Esodo descritto nella Bibbia con Merenptah (1212-02).
Buddha, per fare un altro caso, visse nello stesso periodo di Confucio: entrambi nacquero cinque secoli e qualche decennio prima di Gesù. Anno più, anno meno, siamo nel periodo in cui Pitagora fondò la sua scuola a Crotone. E questo va ricordato anche se quest'ultimo non fu un capo religioso ma un filosofo e, per molti, un iniziato o mistico pagano.
Dicendola in breve: la specie umana da quasi un millennio e mezzo non ha un grande fondatore di religione. Per questo e per altri motivi potrà interessare un libro di Peter Brown, già professore di storia alla Princeton University, ora in una nuova edizione: “Il mondo tardo antico. Da Marco Aurelio a Maometto” (Einaudi, pp. 250, euro 26). Lo studioso mette a fuoco quel che accadde tra il 150 e il 750 della nostra era, un'epoca che vide morire la fede pagana e nella quale Cristianesimo e Islam si affermarono.
Brown esamina con magnifico mestiere i mutamenti politici e sociali legati al crollo dell'Impero romano, nonché i rapporti tra paganesimo e cristianesimo. Lo scontro tra le due concezioni spirituali e teologiche, che necessita ancora di studi e chiarimenti, è delineato magistralmente in questo studio. Del resto, ricorda lo storico di Princeton, “sino alla fine del VI secolo, una larga cerchia di elleni difese le proprie posizioni contro quella barbara teosofia che era considerato il cristianesimo”.
E poco dopo si registrò un altro scontro, quello tra il vittorioso Cristianesimo e il nascente Islam. Brown sottolinea come “la classe governante araba combattesse le sue battaglie per il potere, secondo le leggi del comportamento dei beduini”. Nacque l'impero fondato sulla fede di Allah, per il quale le province conquistate erano – usiamo termini islamici - “un giardino protetto dalle nostre lance”.
Tra queste vicende il racconto tocca anche i fatti di Bisanzio e il crollo dell'impero persiano dei Sassanidi, l'inizio del Medioevo, altro. Intanto due religioni si affermavano nel mondo e, contrariamente a quel che oggi si pensa della fede e si auspica per la sua diffusione, non riuscirono a evitare guerre e violenze. Il terrorismo comunque ci ricorda che non sono ancora finite.
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