Epoca di musica in streaming, tempi duri per gli studi di registrazione. Non fa eccezione Londra, incontrastata capitale europea del rock: gli Air Studios, fondati dal leggendario produttore dei Beatles George Martin quando si licenziò dalla Emi, tornano sul mercato. Ma la colpa, una volta tanto, è più di una disputa legale con «i vicini» che della crisi di settore. Gli Air Studios (acronimo di Associated Indipendent Recording Studios), sede nell’ottocentesca chiesa sconsacrata di Lyndhurst Hall, hanno scritto pagine importanti di rock, eppure ora lavorano soprattutto con le colonne sonore di Hollywood.
Dossier in mano a London BridgeCapital
Insieme con gli Abbey Road Studios, sala d’incisione di Beatles e Pink Floyd di proprietà di Universal Music, la major controllata da Vivendi, rappresentano l’unico posto a Londra in grado di ospitare registrazioni con un’0rchestra completa. Le musiche dei film Dunkirk, Interstellar e Il filo nascosto sono uscite di lì, anche grazie alla spinta degli incentivi fiscali che l’Inghilterra riserva alle produzioni cinematografiche. Il principale azionista degli Air Studios - 35 lavoratori, fatturano a 3 milioni di sterline con un utile ante imposte da 371mila sterline e apparecchiature del valore di 3 milioni - è Richard Boote che li ha rilevati nel 2006 dall’etichetta musicale Chrysalis. «Vogliamo consegnare il testimone come fece Sir George», dice adesso. La vendita sarà gestita in tutte le sue fasi da London Bridge Capital Partners.
La parabola di Londra: da 200 a 10 studios
Boote negli anni Ottanta aveva fondato gli Strongroom Studios a Shoreditch, nell’East End di Londra. «Quando aprimmo - ricorda - ci dovevano essere 200 studi nella City, ora ce ne saranno una decina». Il peggio sembra passato, l’industria della musica incisa si sta un passo alla volta rimettendo in piedi grazie allo streaming, ma non muove certo più i soldi di una volta. I problemi degli Air Studios, utilizzati negli anni da Paul McCartney, Adele, Coldplay e U2, tuttavia stanno altrove: la disputa con un vicino intenzionato a realizzare un cinema e una piscina che avrebbero compromesso l’acustica dello studio. Una battaglia legale che ha sfinito l’attuale proprietà fino a portarla alla decisione di disfarsi della struttura, nonostante gli attestati di affetto arrivavati da personalità e appassionati di musica di tutta l’inghilterra. «Il problema ormai è la nostra età», ha detto ai media britannici Paul Woolfe, avvocato d’affari socio dal 2010 di Boote, come il suo sodale ormai sulla settantina.
Quando il «quinto Beatle» si mise in proprio
Il producer George Martin, l’unico a meritare l’abusato epiteto di «quinto Beatle», messosi in proprio aprì una prima sede degli Air Studios a Oxford Street nel 1969, per poi realizzare uno studio di registrazione gemello sull’isola di Montserrat che sarà utilizzato da Rolling Stones, Black Sabbath e Dire Straits prima di finire distrutto da un uragano. Il passaggio alla sede di Lyndhurst Hall risale al 1991: costò 22 milioni di sterline tra investimento immobiliare e lavori. All’epoca lo stesso George Martin e la società giapponese di hi-fi Pyoneer erano azionisti degli Air Studios. Tanta storia è passata per quelle volte. Ma solo con la storia è difficile tenere in piedi un’attività.
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