I tranelli di Mefisto, la violenza della banda di El Diablo, Kento che «non perdona» e ancora Texas Rangers deviati, infidi comanche e comancheros pronti a vendersi l’anima. Quante sfide ha dovuto affrontare Tex nei suoi primi 70 anni da fumetto: chi volesse riviverle può andare alla mostra «Tex, 70 anni di un mito», in corso fino a 27 gennaio al Museo della Permanente di Milano. Ma la sfida più grande il personaggio creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galeppini ce l’ha davanti. E l’esposizione milanese ne rappresenta solo l’inizio: diversificare per «far fuori» una crisi dell’editoria che finora non ha risparmiato le strisce.
Oltre il fumetto
Il ranger apparso in edicola il 30 settembre 1948 è il personaggio simbolo di Sergio Bonelli Editore e proprio da lui, nell’epoca
della riproducibilità su web, parte una specie di nuovo corso per la casa editrice di Dylan Dog, Nathan Never e Martin Mistère:
«I fumetti resteranno centrali ma, di fronte a un calo generalizzato delle vendite per tutto il settore, abbiamo l’ambizione
di proporci sempre di più come una casa produttrice di contenuti. Possediamo un repertorio straordinario di personaggi e storie:
possiamo e dobbiamo valorizzarlo», sottolinea Michele Masiero, direttore editoriale della Bonelli, oggi in mano a Davide Bonelli,
figlio di Sergio, terza generazione al timone dell’azienda di famiglia. Le «piste» da seguire, a caccia di nuovi sentieri
editoriali e non, sono molteplici.
Arriva Tex Willer, quando il ranger era fuorilegge
Tanto per cominciare, Tex raddoppia le uscite. L’eroe bonelliano che vende di più, a partire da novembre, avrà una seconda
«testata» mensile intitolata Tex Willer. È una specie di prequel: un ritorno al Tex ventenne delle prime avventure, un fuorilegge
«buono», eroe ma anche anti-eroe, come il Ringo interpretato da John Wayne in Ombre Rosse che negli anni Quaranta servì da ispirazione a Bonelli. L’espediente narrativo che consentirà alla casa editrice di azzerare
il contachilometri del più celebre tra i suoi personaggi, strizzando l’occhio a un lettorato più giovane e magari sperimentando
qualche concessione al politically uncorrect.
Bonelli, vendite in calo del 4,9%
Guardiamo i numeri: la Sergio Bonelli Editore ha chiuso il 2017 con ricavi per 28,3 milioni e utili da 401mila euro, in calo
rispettivamente dello 0,9% e del 44% rispetto all’esercizio precedente. Nel corso dell’anno sono stati pubblicati 272 albi
periodici per una vendita complessiva di oltre 8 milioni di copie. «Il trend rispetto all’anno precedente - si legge nella
relazione sulla gestione - registra una flessione del 4,9% che secondo le nostre stime è comunque di gran lunga inferiore
alla media del segmento fumetti». Poi ci sono state la partnership con i gruppi Gedi e Rcs per le collane di fumetti abbinate
ai quotidiani che hanno portato a «risultati in linea con le medie del settore».
La riacquisizione dei diritti di Dylan e Nathan
Nel documento traspare forte la consapevolezza che non di soli fumetti può oggi vivere una casa editrice di fumetti. Ecco
perché la Bonelli, nel 2017, investe 2,5 milioni per «diritti di sfruttamento editoriale», partita su cui pesa la piena riacquisizione
del copyright su due tra i suoi personaggi più fortunati, Dylan Dog e Nathan Never, prima in possesso dell’americana Platinum.
«L’augurio - recita sempre la relazione sulla gestione - è quello di poter pianificare una gestione diretta di questi diritti
in attività multimediali e di merchandising». In rampa di lancio, per ora, c’è la serie Tv sull’«indagatore dell’incubo» cui
se ne dovrebbe aggiungere presto una sull’«agente speciale alfa».
Tra serie Tv e merchandising
In questa direzione è stata anche costituita la divisione Bonelli Entertainment: «Non è la prima volta che i nostri personaggi
trovano adattamenti cinematografici - continua Masiero facendo riferimento al Tex e il signore degli abissi di Duccio Tessari (1985) e al Dylan Dog di Kevin Munroe (2011) - ma si può dire che i precedenti non abbiano soddisfatto troppo i fan, né noi. Motivo più che valido
per tornarci su». Sempre in chiave diversificazione si registrano gli accordi con Hasbro Games e quelli con Modiano che hanno
portato da un lato alle uscite del Monopoly di Tex e del Trivial Pursuit sull’universo bonelliano, dall’altro alle carte da
gioco che celebrano il ranger e i suoi pard. Sempre leggendo la relazione, si scopre poi l’intenzione di sviluppare il format
Bonelli Point per creare, in sinergia con Mondadori Megastore, «una piccola rete di punti vendita diretti che possano darci il contatto con il consumatore e il territorio».
Un parco a tema da 20 milioni
Certo, sarebbe bello entrare in un saloon e concedersi un whisky con quel «tizzone d’inferno» di Kit Carson, oppure fumare
con Tiger Jack al villaggio Navajo o ancora visitare quel che resta di Fort Alamo in compagnia di Kit Willer: il sogno di
ogni appassionato. O meglio, oggi si tratta di un sogno, domani chissà: Giorgio Bonelli, fratello del compianto Sergio, sta
infatti lavorando alla nascita di Tex Willer World, un parco a tema da realizzare a Montegrotto Terme, in provincia di Padova,
pieno Parco regionale dei Colli Euganei. Per ora ha rilevato l’area di una cava dismessa da 23 ettari per una cifra che si
aggira attorno ai 2 milioni. Lo studio Amati e Pescatori ha realizzato il progetto che adesso dovrà seguire un iter autorizzativo.
«Sarà una ricostruzione filologica - spiega Giorgio Bonelli - dei vecchi villaggi western, con strutture realizzate in legno,
perfettamente in sintonia con il contesto del parco». Sul progetto c’è un piano di investimenti da 20 milioni, «eventuali
partner - continua Bonelli - saranno i benvenuti». Il sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello ci crede: «Puntiamo ad accellerare
il più possibile l’iter autorizzativo». La struttura, a regime, potrebbe accogliere 200mila persone l’anno, contribuendo a
diversificare un turismo locale che vive di termalismo. Diversificare, alla fine la sfida è sempre quella.
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