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«Imagine» di John Lennon diventa pure di Yoko Ono: gli effetti…

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Servizio |Rock and roll e affari di famiglia

«Imagine» di John Lennon diventa pure di Yoko Ono: gli effetti sull’asse ereditario

Il 9 ottobre cade il 78esimo anniversario della nascita di John Lennon. La ricorrenza non fa cifra tonda ma Yoko Ono, vedova dell’anima rivoluzionaria dei Beatles, non è tipo da badare ai particolari e sono giorni di celebrazioni senza precedenti: l’album Imagine (1971) torna in una molteplicità di formati, il film Imagine torna al cinema fino al 10 ottobre e in più esce il libro Imagine John Yoko per L’Ippocampo Edizioni (pp. 320, euro 39,90) che ricostruisce il making of del disco.

GUARDA IL VIDEO / Anche Yoko Ono firma «Imagine»

Cosa si festeggia di preciso? A quanto pare la riattribuzione del diritto d’autore sulla canzone simbolo di quell’album al 50% tra John e Yoko. E per l’occasione la Ono si è anche cimentata con una versione concettuale (definiamola così) del brano, pubblicata su YouTube.

Yoko Ono manifesta a New York per la pace nel mondo (Afp)

Yoko diventa co-autrice
La vicenda è nota: un anno fa la Ono ha avviato le pratiche legali per ottenere il riconoscimento di co-autorice di Imagine, precedentemente attribuita al solo Lennon. Il brano trarrebbe infatti spunto dalla sua raccolta di poesie Grapefruit, pubblicata per la prima volta nel 1964. Dove l’immaginifico verbo ricorre in più punti: «Imagine the clouds dripping/Dig hole in your garden to/ put them in» e così via. Lo stesso John avrebbe ammesso il «debito» nei confronti della consorte in un’intervista alla Bbc del 1980, adesso trascritta nel ricchissimo libro edito dall’Ippocampo: «Non avrei mai potuto scrivere Imagine senza di lei», riporta il virgolettato del musicista riferito alla moglie. «Mi ha aiutato con molti versi ma non ero abbastanza uomo da accreditarla. Gli autori di quella canzone erano John e Yoko ma ero ancora tanto egoista e inconsapevole da appropriarmi del suo contributo. Avrei dovuto attribuirla a Lennon/Ono perché il suo contributo è stato davvero grande». Il punto di svolta arriva ora, a 38 anni da quelle dichiarazioni. E pure dalla morte di John.

Sean Lennon si esibisce dal vivo (Ansa)

Se si allunga il diritto d’autore
Come dite? Revisionismo storico? Vi viene in mente Forrest Gump (1994), film capolavoro di Robert Zemeckis nel quale usciva fuori che l’ispiratore della stessa canzone era in realtà il simpatico eterno bambinone interpretato da Tom Hanks? Lasciate perdere per un attimo queste considerazioni e concentratevi su due temi piuttosto pratici. Il primo è il diritto d’autore: l’ammissione di Yoko Ono a co-autrice di Imagine di sicuro allunga la «vita» ai proventi sulla canzone. «Le convenzioni internazionali vigenti – sottolinea Paolo Galli, avvocato dello studio Baker McKenzie, tra i massimi esperti d’Italia in materia – stabiliscono che i proventi da diritto d’autore sono godibili dagli eredi fino ad almeno 50 anni dopo la morte dell’ultimo co-autore, temine esteso a 70 anni in tutta l’Ue e nei principali paesi industrializzati, tra cui gli Stati Uniti».

Julian Lennon, figlio primogenito di John, in un recente scatto (Ansa)

«Imagine» come «’O sole mio»
Dopo il termine dei 70 anni vengono infatti a cadere i diritti di utilizzazione economica e l’opera diventa di pubblico dominio, come le sonate di Bach e le sinfonie di Beethoven. Lennon è morto l’8 dicembre 1980. Se rimanesse unico autore del brano, gli eredi incasserebbero royalty fino al 2050. Con l’entrata in scena di Yoko (che a febbraio dell’anno scorso ha compiuto 85 anni) lo scenario cambia radicalmente. «Nei registri Siae – continua Galli – per ora Imagine continua a risultare scritta dal solo Lennon. L’ammissione a co-autrice della Ono, ove confermata, spostrebbe in avanti i diritti di utilizzazione economica sul brano, per un arco di tempo che non siamo ancora in grado di quantificare anche se già oggi possiamo dire che Imagine non cadrebbe certamente in dominio pubblico prima del 2088». Qualcosa di simile accade a ’O sole mio, classico della canzone napoletana scritto nel 1898 per il quale, nel 2002, il Tribunale di Torino individuò come co-autore il maestro Alfredo Mazzucchi, deceduto nel 1972. Allungando di fatto il copyright a vantaggio di tutti gli aventi diritto.

La questione dinastica
Il secondo tema è la questione dinastica. Lennon ha avuto due figli: Julian dalla prima moglie Cynthia Powell e Sean dalla stessa Ono. «Gli atti notarili ufficiali in questione sono riservati – spiega Galli – ma si potrebbe ipotizzare che alla morte di Lennon i diritti su Imagine siano andati in successione per quote a Yoko Ono, Sean e Julian Lennon». L’ammissione della Ono come co-autrice, comunque la si metta, «sposta» l’asse dinastico. E non di poco: «I diritti su Imagine – continua l’avvocato – diventano adesso in parte di Yoko Ono, mentre la restante parte è divisa tra la stessa Ono, Sean e Julian». La quota di quest’ultimo, insomma, dovrebbe andarsi a erodere.

Cosa succede alla morte di Yoko
E alla morte della Ono si aprono scenari tutti da verificare: perché si dà il caso che Yoko abbia anche una figlia di prime nozze, Kyoko Chan Cox, avuta dalla relazione con il promoter americano Tony Cox. «La cosa possibile – sottolinea Galli –è che Sean si ritrovi in posizione preminente». Uno scenario ipotetico potrebbe vedere Sean con il 50% dei diritti di utilizzazione economica di Imagine in mano, seguito da Kyoko con il 33%, mentre in posizione più defilata apparirebbe Julian che, tra le altre cose, nel 2007 ha ceduto parte degli asset ereditati dal padre alla società americana Primary Wave Entertainment. Come dite? Prevedete furibonde liti tribunalizie tra gli eredi? Non sarebbe la prima volta: Julian è già stato in causa con Yoko, negli anni Ottanta, per questioni legate all’eredità. Così come, tornando a Imagine, non era la prima volta che John aprisse le strofe di un suo componimento con la parola Imagine che si ripete: fa fede I’ll get you, incisa con i Beatles un anno prima che Yoko pubblicasse Grapefruit, quattro prima di incontrare Yoko e otto prima di registrare il suo pezzo più famoso. Chissà: magari una giovane Yoko Ono ci si ispirò a sua volta.

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