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Draghi al Forex: l'Italia è ferma, stenta da 15 anni - Dossier

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2011 alle ore 10:28.

L'Italia è ferma, l'economia "stenta da 15 anni" e la crescita non decolla con tassi di sviluppo bassi che ancora quest'anno si attesteranno intorno all'1%. Servono quindi riforme "più coraggiose" per le famiglie e le imprese.

Il programma dei lavori del Forex

Interventi che devono affrontare in primis il grave problema del lavoro giovanile dove vige "il minimo di mobilità e il massimo di precarietà" con tassi di disoccupazione che sfiorano il 30% e salari "fermi da oltre un decennio sotto i livelli degli anni '80". E' il severo monito del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che dal Forex, il congresso annuale degli operatori finanziari, è tornato sul tema della crescita definendola "l'obiettivo essenziale" senza il quale "non si consolida la stabilità finanziaria".

Nel mercato del lavoro italiano, ha evidenziato il numero uno di Via Nazionale alla platea di banchieri e operatori riuniti a Verona, "c'è uno spreco di risorse che avvilisce i giovani e intacca gravemente l'efficienza del sistema produttivo". Ad aggravare il quadro la recessione degli ultimi anni che "ha reso più difficile la situazione", accentuando "la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori, un fattore di forte iniquità sociale".

E' necessario, inoltre, secondo Draghi, intervenire sulla pressione fiscale che in Italia supera di 3 punti quella della media degli altri Paesi europei e penalizza le imprese che non riescono ad uscire dalla loro condizione di essere "troppo piccole". Un sistema fiscale con meno evasione e aliquote più basse, secondo il governatore, "favorirebbe la decisione di aumentare la dimensione dell'impresa". Un taglio delle tasse è necessario anche per i contribuenti e a questo scopo, secondo Draghi, si dovrebbero utilizzare le maggiori entrate provenienti dalla lotta all'evasione fiscale. Un giudizio positivo, invece, è arrivato sulle misure del governo adottate con il milleproroghe sul fisco delle banche. Interventi che, ha detto, "rimuovono le distorsioni" che penalizzano l'industria bancaria italiana.

La lista delle riforme da fare non finisce qua. Draghi ha sollecitato anche azioni sulla scuola e l'università dove "resta ampio" il divario "dei nostri studenti rispetto a quelli di altri paesi". Fenomeno "particolarmente grave nelle scuole del Sud". La scuola, secondo il numero uno di Bankitalia, "deve premiare il merito" e "assicurare un livello soddisfacente di istruzione a tutti i livelli". A frenare lo sviluppo in Italia anche gli alti livelli di burocrazia, soprattutto per le imprese, che collocano il Paese ai livelli più elevati delle classifiche internazionali.

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Infine, occorre rilanciare i consumi e andare avanti, anche dopo il 2012, con l'azione di contenimento della spesa pubblica, unica strada per ridurre il deficit.
In conclusione una nota di ottimismo. "Possiamo guardare con ragionevole fiducia alla possibilità di un'azione di riforma.

L'Italia - ha osservato Draghi - dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa. Si tratta di liberare lo spirito degli imprenditori e degli individui da molti vincoli".

Questi i gli altri passaggi salienti del suo discorso:

Il ruolo dei tassi d'interesse
«L'esaurimento della fase espansiva delle politiche economiche non pregiudicherà necessariamente la crescita. Tassi reali a breve termine ampiamente negativi, come quelli osservati negli ultimi due anni, non sono stati sufficienti a rialzare le prospettive di crescita delle economie meno dinamiche». Nel suo intervento al Forex, Draghi sottolinea che «soprattutto nei paesi più deboli, il costo del credito potrà beneficiare della riduzione degli spread sui titoli di debito sovrano determinata dalla correzione delle politiche di bilancio e del contenimento dei premi al rischio consentito dal controllo delle aspettative di inflazione».

Banche poco redditizie: tagliare i costi
«La prudenza non deve essere sacrificata a considerazioni di redditività». E' l'esortazione di Draghi agli istituti del nostro Paese. «Mantenere adeguate riserve di liquidità - aggiunge - è vitale per preservare la stabilità e per continuare a finanziare l'economia reale, specie in un periodo in cui il mercato resta soggetto a repentine crisi di fiducia». Le banche italiane, per far fronte alla bassa redditività legata a un modello di business tradizionale, che le ha protette nella crisi ma le rende fortemente dipendenti dal margine di interesse, devono «agire, con determinazione, per ridurre l'incidenza dei costi sui ricavi complessivi». Alcuni passi sono già stati fatti, ma secondo Draghi «occorre ancora migliorare, con decisione:razionalizzando le reti di vendita, estendendo e affinando l'uso della tecnologia, semplificando le strutture produttive, cedendo ulteriori attività non strategiche, adeguando le politiche di remunerazione ai vari livelli». Il contenimento dei costi consentirà di recuperare i profitti necessari al rafforzamento patrimoniale, richiesto dal mercato e dalle nuove norme, dato che «in presenza di persistenti difficoltà di reperimento di capitale di rischio, è necessario generare un adeguato volume di risorse interne».Le difficoltà che le banche incontrano e che hanno incontrato a partire dall'esplodere della crisi «non sono transitorie, sono difficoltà strutturali, che devono essere affrontate con modifiche strutturali delle strategie».

Banche: la patrimonializzazione va comunicata prima degli stress test
Se le banche hanno già deciso un rafforzamento del patrimonio è bene che lo comunichino prima degli stress test. Draghi, in un fuori testo durante il suo intervento al Forex, in riferimento alla necessità di un rafforzamento patrimoniale della banche, ha sottolineato che se «è già deciso è bene che lo comunichino» prima degli stress test, «prima dell'esito degli stress test», ha precisato. Draghi ha sottolineato che si tratta di «un suggerimento». E ha aggiunto: «Il rafforzamento patrimoniale devecontinuare innanzitutto attraverso la capitalizzazione degli utili. Ci aspettiamo che, come per il 2009, gran parte dei profitti conseguiti lo scorso anno venga destinata ad accrescere la dotazione patrimoniale. Appare comunque inevitabile, non appena le condizioni lo consentiranno, che si ricorra anche al mercato dei capitali».

Il debito pubblico va contenuto anche oltre il 2012
Il contenimento del debito pubblico «dovrà proseguire anche oltre il 2012». E' l'auspicio di Draghi. «La composizione della spesa primaria deve essere orientata a favore della crescita. Non vi sono altre strade per ridurre il disavanzo visto che la pressione fiscale già supera di 3 punti quella media dell'area euro». Secondo il governatore la maggiori entrate che si renderanno disponibili grazie a recuperi di evasione «dovranno essere usate per ridurre la pressione sui contribuenti che già pagano il dovuto. Potranno inoltre doversi compensare a livello centrale - aggiunge - eventuali aumenti del prelievo decentrato conseguenti al federalismo fiscale». In Italia, ha ricordato, il rapporto debito-Pil, vicino al 120%, dovrebbe iniziare a scendere nel prossimo anno, quando il governo intende riportare il disavanzo sotto il 3% del Pil.

Politica monetaria anti-inflazionistica
«L'emergere di tensioni inflazionistiche richiede di valutare attentamente i tempi e le modalità di una normalizzazione delle condizioni monetarie, dei tassi di interesse. La politica monetaria - sottolinea Draghi - deve prevenire un deterioramento delle aspettative per evitare che l'impulso proveniente dai prezzi internazionali si trasmetta a quelli interni e ai salari oltre al breve periodo». Necessità ancora più stringente dato che «nell'area dell'euro l'inflazione al consumo, sospinta dai forti rincari delle materie di base, è salita in gennaio ben al di sopra della definizione di stabilità dei prezzi fissata dal consiglio direttivo della Bce», anche se «l'inflazione di fondo rimane contenuta, in presenza di una dinamica dei costi interni moderata e di una ripresa ciclica che prosegue senza accelerazioni di rilievo». Draghi esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla Bce nel fissare le aspettative di inflazione nell'area dell'euro. Nonostante le tensioni sui prezzi al consumo registrate in gennaio, infatti, secondo Draghi «le aspettative di inflazione nel medio periodo rimangono ancorate».

Le banche devo patrimonializzare capitalizzando gli utili
Draghi invita le banche a rafforzare ulteriormente il patrimonio, destinando a questo obiettivo la maggior parte degli utili 2010 e ricorrendo al mercato non appena possibile. «Per giungere preparati a momento della piena entrata in vigore delle nuove regole sul capitale delle banche - sottolinea Draghi - il rafforzamento patrimoniale deve continuare, innanzitutto attraverso la capitalizzazione degli utili. Ci aspettiamo che, come per il 2009, gran parte dei profitti conseguiti lo scorso anno venga destinata ad accrescere la dotazione patrimoniale. Appare comunque inevitabile, non appena le condizioni lo consentiranno, che si ricorra anche al mercato dei capitali». Draghi nota che i coefficienti patrimoniali dei cinque maggiori gruppi bancari italiani «stanno in media salendo», con un tier 1 complessivo al 9% e un core tier 1 al 7,9% (contro il 5,7% di fine 2007).

Le conseguenze della crisi libica
L'ombra della crisi libica incombe sulla congiuntura globale in quanto, secondo Draghi, «le interconnessioni fra economie rendono il sistema vulnerabile anche a shock circoscritti». In particolare «nella nostra economia, un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina, "ceteris paribus", una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell'arco di tre anni». Per questo, ha spiegato, «le dimensioni umane e l'esito ancora incerto della sollevazione popolare che scuote la Libia preoccupano la comunità internazionale». L'impatto immediato di eventuali difficoltà di approvvigionamento di fonti energetiche dall'Africa settentrionale secondo Draghi «può essere contenuto dall'ampia capacità inutilizzata negli altri Paesi produttori, ma le drammatiche vicende a cui stiamo assistendo possono indebolire gli investimenti nell'industria petrolifera in quell'area, fare rincarare l'energia, con ripercussioni sulla crescita mondiale».

Le tre indicazioni del Financial Stability Board
Capacità di liquidare le istituzioni di importanza sistemica (le Sifi) senza minare il funzionamento dei mercati e senza attingere al denaro pubblico; certezza che queste possano assorbire perdite maggiori di quelle sopportabili da intermediari di minore importanza; una vigilanza più estesa e penetrante. «Sono questi - ha affermato Draghi - i tre pilastri su cui si baseranno le raccomandazioni del Financial Stability Board». Entro quest'anno «il Board pubblicherà le caratteristiche essenziali che le norme nazionali per la liquidazione delle Sifi dovranno possedere; uno schema dei piani di ristrutturazione e liquidazione che ogni Sifi dovrà adottare; una prima analisi delle questioni attinenti al coordinamento internazionale delle leggi su questa materia». La parola, ha aggiunto, «passa ora ai legislatori, ai governi».

Banche minori già in regola con Basilea III
«Le banche italiane di minore dimensione hanno già oggi livelli di patrimonio mediamente in linea con i nuovi minimi regolamentari stabiliti da Basilea III. Gli istituti di minore dimensione, coprono oltre metà delle occorrenze di credito delle piccole e medie imprese». Draghi ricorda inoltre che anche quest'anno si valuterà «la capacità di resistenza degli intermediari italiani a scenari particolarmente avversi, nell'ambito del nuovo ciclo di prove di stress sul sistema bancario europeo. L'esperienza già maturata consentirà agli intermediari e alla vigilanza di interagire fruttuosamente per la migliore riuscita di questo nuovo esercizio».

Imprese troppe piccole penalizzate dal fisco e dall'evasione
La propensione all'innovazione e la proiezione internazionale delle nostre imprese sono insufficienti a sospingere la crescita, in ultima analisi perché troppe imprese, anche di successo, rimangono piccole». Draghi: «i comportamenti degli imprenditori risentono anche di incentivi impropri a non crescere: un sistema fiscale con meno evasione e aliquote più basse favorirebbe la decisione di aumentare la dimensione dell'impresa».

Per l'economia urgono azioni riformatrici più coraggiose
Il divario che separa il Sud dal Nord dipende in larga misura dalle politiche nazionali e dalla loro applicazione territoriale. «Possiamo guardare con ragionevole fiducia alla possibilità di un'azione di riforma» ha detto Draghi, secondo cui «l'Italia dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa. Si tratta di liberare lo spirito degli imprenditori e degli individui da molti vincoli». Per Draghi «si è già cominciato, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita».

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