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Grecia, lista riforme alla Ue nella notte. Tassa da 2,5 miliardi…

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la crisi europea

Grecia, lista riforme alla Ue nella notte. Tassa da 2,5 miliardi sui ricchi

Il governo greco ha inviato intorno alla scorsa mezzanotte alla Commissione Europea la lista di riforme. Lo riferiscono fonti comunitarie. Ieri l'esecutivo di Atene aveva comunicato che la lista di riforme che il governo Tsipras avrebbe dovuto presentare in seguito all'estensione di 4 mesi del piano di aiuti sarebbe stata consegnata solo questa mattina. «Dal punto di vista della Commissione, la lista è abbastanza esaustiva da essere un valido punto di partenza per una conclusione di successo della review», ha sottolineato la fonte, «siamo decisamente incoraggiati dal forte impegno a combattere l'evasione fiscale e la corruzione». La consegna della lista entro i tempi stabiliti è stata poi confermata via twitter dalla Commissione Europea.

Secondo indiscrezioni si tratta di un piano da oltre 7 miliardi volto a reperire risorse attraverso la lotta al contrabbando e l'introduzione di una patrimoniale.

Il governo greco deve trovare un difficile equilibrio tra le promesse anti-austerità fatte in campagna elettorale e le dure richieste dei creditori internazionali nella lettera da inviare a Bruxelles con l’elenco delle riforme. Il piano, composto da tre pagine (ma c’è chi dice cinque), la cui prima bozza è attesa a Bruxelles per verificarne la coerenza con l’intesa di venerdì all’Eurogruppo ed evitare quindi una bocciatura, prevede provvedimenti di lotta all’evasione fiscale, misure anticorruzione e anticontrabbando, privatizzazioni e riforma della pubblica amministrazione e qualche misura per ridurre l’impatto sociale delle misure di austerità.

Ad Atene, l’ala sinistra di Syriza e Manolis Glezos, icona della resistenza contro i nazisti oltre che membro del comitato centrale del partito di maggioranza, hanno minacciato di non votare il pacchetto perché considerato una sconfitta per il Paese e un tradimento del programma di Salonicco, la piattaforma elettorale di Tsipras che prevede l’aumento del salario minimo a 751 euro, provvedimenti sullo stato sociale, il congelamento delle privatizzazioni e la riassunzione di una parte dei dipendenti pubblici licenziati.

Le riforme, nelle intenzioni del governo Tsipras, permetteranno di incassare oltre 7 miliardi di euro con cui finanziare le famose misure di allentamento dell’austerità. È quanto riporta oggi il quotidiano tedesco Bild, citando fonti vicine al governo ellenico. Secondo il quotidiano, il piano che il governo di Alexis Tsipras presenterà ai creditori (Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) prevede di intascare 2,5 miliardi dalle tasse sui grandi patrimoni e nella lotta agli oligarchi, altrettanti dal recupero dei debiti fiscali arretrati di individui e imprese, e altri 2,3 miliardi dalla lotta al contrabbando di benzina e sigarette.

Se il piano dovesse essere accettato e poi attuato, le istituzioni, come viene ora chiamata la troika (Ue, Bce, Fmi), daranno il via libera entro aprile al pagamento dell'ultima tranche residua di 7,2 miliardi di euro dei 240 miliardi complessivi del piano di crediti ma soprattutto consentiranno alla Bce di accettare nuovamente in deroga i bond greci come collaterali per i finanziamenti alle banche elleniche.

Il retroscena
Secondo alcune ricostruzioni dell’ultimo Eurogruppo di venerdì, sembra che Atene sia stata minacciata in caso di mancato accordo con la troika, di dover mettere controlli di capitali come a Cipro, poiché le banche greche non avrebbero più avuto fondi di finanziamento. A quel punto Atene ha ceduto. Secondo le stime di Jp Morgan, la settimana scorsa sono usciti dai depositi delle banche greche altri 3 miliardi di euro di capitali. La settimana precedente la fuga di capitali era stata di 2 miliardi di euro. Numeri preoccupanti che riducono fortemente i margini di manovra di Tsipras e Varoufakis.

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