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Bce, nel primo giorno del Qe acquisti per 3,2 miliardi. Euro sotto…

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Borse in rosso

Bce, nel primo giorno del Qe acquisti per 3,2 miliardi. Euro sotto quota 1,07, BTp ai minimi storici. Borse in rosso

Borse in calo, euro ai minimi da quasi 12 anni nel secondo giorno in cui il piano di acquisti di titoli di Stato (Pspp) della Banca centrale europea è effettivo. L’indice Ftse Mib ha ceduto infatti lo 0,97%, tenendo comunque meglio rispetto ad altri listini europei con l’eccezione di Atene (+0,33%). Male Wall Street, con l'indice Dow Jones che chiude a -1,85%, il Nasdaq a -1,67% e l'S&P 500 a -1,69%. Lo spread BTp-Bund è tornato sui 100 punti base (dopo essere anche sceso a quota 95), con il rendimento del decennale italiano all’1,23%, nuovi minimi storici e vicino alla parità con quello spagnolo. Il movimento più eclatante resta però quello dell’euro, sceso sotto quota 1,07 per la prima volta dall’aprile 2003 (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).

Nella prima giornata comprati 3,2 miliardi di titoli
Ieri la Bce ha dato finalmente il via all’atteso programma di riacquisti (noto anche come «quantitative easing») concentrandosi, secondo fonti di mercato, soprattutto sul debito di Germania, Italia, Francia e Belgio e su scadenze lunghe. Sui listini non si sono visti particolari scossoni, se non la continuazione di una serie di movimenti (in particolare sui rendimenti dei titoli di Stato e sull’euro) in atto ormai da settimane. Francoforte ha del resto sempre chiarito di voler intervenire nel modo più neutrale possibile per evitare effetti distorsivi sulla curva dei rendimenti. Nella giornata di esordio del Qe, la Bce e le altre banche centrali dell'Eurozona «hanno comprato 3,2 miliardi di titoli del settore pubblico», ha detto a Francoforte Benoit Coeuré, membro del comitato esecutivo dell’Eurotower.

Anche se alcuni osservatori suggeriscono il contrario, «al momento non vi sono segni» che la Bce possa avere dei problemi nel comprare le quantità desiderate di titoli nell'ambito del quantitative easing, ha continuato Coeuré, spiegando che uno degli effetti che la banca centrale si aspetta dagli acquisti massicci di bond è che le banche «spostino il proprio portafoglio d'investimenti dai bond verso attività più rischiose, come prestiti alle imprese e famiglie».

Al 6 di marzo il bilancio della Bce è sceso, intanto, a 2.134 miliardi in contrazione di 21 miliardi rispetto alla settimana precedente. Il calo è soprattutto imputabile al rinnovo, per un importo inferiore di 17 miliardi, delle operazioni di rifinanziamento principale (fino a 1 settimana) del sistema bancario dell'Eurozona.

Il braccio di ferro con Atene
Oggi si è proceduto sulla falsariga, con più di un occhio agli sviluppi sulla questione greca. Ieri, al termine di una riunione dell’Eurogruppo che si è poi dimostrata interlocutoria, il presidente Jeroen Dijsselbloem ha confermato che i negoziati tra la Grecia e la ex «troika» (le tre istituzioni creditrici: Ue, Bce, Fondo monetario internazionale) riprenderanno domani sempre a Bruxelles, augurandosi «una conclusione rapida e di successo». Le parti sono ancora distanti e il pagamento della tranche di aiuti da 7,2 miliardi ad Atene resta sospeso, secondo Dijsselbloem, almeno finché non ci sarà «un accordo generale» sulle riforme e finché queste «non siano messe in atto». Oggi è comunque in programma l’Ecofin, la riunione dei ministri dei paesi dell’Eurozona dalla quale non sono escluse possibili nuove indicazioni sulla vicenda.

Passo falso della produzione industriale italiana
Sul versante macroeconomico non vi sono stati invece appuntamenti di particolare rilievo, se si escludono i dati sulla produzione industriale in Europa in gennaio. In Francia si è registrata una crescita dello 0,4%, superiore alle stime. Delude invece ancora una volta l’Italia, con una flessione dello 0,7% mensile e del 2,2% su base annua, anche se Marco Valli di UniCredit tende a sottolineare come «il dato rifletta una correzione tecnica dopo due mesi consecutivi di incremento» e invita quindi a non drammatizzare: «la tendenza dell’attività industriale - spiega l’analista - rimane rialzista, in Italia come nel resto dell’Eurozona».

Effetto «Qe»: Aste in Germania, Belgio e Olanda con tassi negativi
L’effetto del «Qe» si è fatto sentire indirettamente anche a livello di aste pubbliche: oggi la Germania ha venduto oggi titoli indicizzati all’inflazione con scadenza 2026 per 1,9 miliardi in cambio di una cedola reale negativa dello 0,89%. Sul mercato anche Belgio (titoli a 3 e 12 mesi per 2,9 miliardi, entrambi con rendimenti sotto zero), Olanda (2,7 miliardi di bond a 3 anni a -0,129%) e Spagna (titoli a 6 e 12 mesi per 4,6 miliardi con tassi rispettivamente dello 0,036% e dello 0,067%).

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