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L'agonia senza fine delle banche greche: Moody’s porta il rating…

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la crisi di atene

L'agonia senza fine delle banche greche: Moody’s porta il rating a Caa2. Fuga per 32 miliardi di depositi da fine 2014

Dopo l'ennesimo downgrade sovrano sulla Grecia portato a Caa2, ieri Moody's ha calato la scure anche sul sistema bancario ellenico, portando il rating sui depositi delle banche greche a Caa3 con prospettive negative. Un passo inevitabile: se abbassi il giudizio sul dissestato bilancio di Atene non puoi ignorare il sistema bancario, anello sempre più fragile della già pericolante economia greca.

A leggere Moody's, per quel che può valere, la fotografia del sistema bancario racconta di un'agonia senza fine che coinvolge in misura più o meno analoga i 5 principali istituti di credito del Paese: da Piraeus Bank a National Bank of Greece ad Alpha Bank fino a Eurobank e Attica Bank.
Le criticità sono quelle di sempre, dall'avvio cioè della grande crisi del Paese. Il problema è che si vanno approfondendo anziché prendere la via del miglioramento e vanificano tutti gli sforzi di ricapitalizzazione fatti negli anni scorsi.
Nonostante le iniezioni di capitale per decine di miliardi le banche hanno continuato a soffrire. I temi sono quelli della fragilità estrema delle condizioni di funding e liquidità.

DA DICEMBRE 2014 FUGA DEI DEPOSITI PER 32 MILIARDI
La paura continua a minare la raccolta delle banche. Dopo la grande fuga per 90 miliardi dei depositi avvenuto a cavallo del 2010-2012, l'incubo del default ha riaccelerato la fuga dei clienti dagli istituti. Solo da dicembre del 2014 sarebbero usciti secondo le stime di Moody's altri 32 miliardi dalle casse delle banche. Ed è ovvio che più i greci ritirano denaro dalle loro banche per timore di un crac, più il sistema finisce per dipendere in modo massiccio dal rubinetto della Bce. La linea di liquidità di emergenza (Ela) messa a disposizione da Francoforte per tenere in piedi le banche elleniche è salita a 110 miliardi di euro.

BCE TIENE IN VITA LE BANCHE GRECHE CON 110 MILIARDI
Per dare un'idea della stampella fornita da Draghi la cifra vale un terzo dell'intero attivo di bilancio del sistema bancario greco. Se solo quel rubinetto fosse interrotto anche solo per pochi giorni o limitato nelle dimensioni il crac sarebbe sicuro.
Non solo. Moody's ricorda che c'è anche il rischio che la Bce imponga un haircut (un taglio) del valore dei collaterali messi a garanzia dalle banche per tenere in piedi la linea di emergenza dei finanziamenti di Francoforte.
E Moody's avverte che in queste condizioni un'eventuale stretta sui capitali avrebbe l'effetto domino di accelerare esponenzialmente la fuga dai conti correnti già pericolosamente in atto.
Ma la gracilità patrimoniale (le banche greche sono state ricapitalizzate negli anni scorsi per 42 miliardi, evidentemente non sufficienti) sta nella composizione del capitale. I Dta asset cioè i crediti d'imposta per le perdite messi a patrimonio su cui la Commissione europea avrebbe molte obiezioni sono ingentissimi per le banche elleniche. Varrebbero in media il 55% del patrimonio di base tuttora conteggiato.
Qualsiasi limitazione che la Commissione dovesse imporre ridurrebbe il patrimonio che figura a bilancio.

TASSI DI CREDITI MALATI AL 34% DEGLI IMPIEGHI
Ma non basta. La congiuntura economica greca non sta migliorando. Al contrario. Moody's si attende una crescita del Pil greco che rallenterà allo 0,5%, dal 2,9% stimato inizialmente e dallo 0,7% archiviato nel 2014.
Ovviamente più l'economia è asfittica più le banche non smaltiranno il carico delle sofferenze nei loro bilanci.
Ciò vuol dire che i crediti malati continueranno a provocare perdite nei conti dato che andranno lentamente svalutati. Ebbene il peso dei prestiti deteriorati vale per l'universo bancario greco ben il 34% del totale del portafoglio prestiti. Una cifra che non ha eguali in Europa e che presuppone nuove ingenti perdite negli anni a venire per le banche. Più perdite, vorrà dire nuove ricapitalizzazioni per le banche in un circolo vizioso senza fine.

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