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La Bce accelera gli acquisti di bond e spinge le Borse: Piazza Affari…

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LA GIORNATA DEI MERCATI

La Bce accelera gli acquisti di bond e spinge le Borse: Piazza Affari +2,2%. Scivola l’euro

Le Borse europee chiudono una giornata in rialzo. In particolare Piazza Affari ha archiviato la seduta con una crescita del 2,2%. Si è trattato di un trend che, tra le altre cose, si è avvantaggiato delle dichiarazioni di Coeuré della Bce sui maggiori acquisti di titoli di Stato in maggio e giugno. Un intervento che ha spinto all’ingiù l’euro.

La moneta di Eurolandia
La divisa unica, molto volatile, è andata al di sotto 1,12 verso il dollaro. Qui, però, bisogna fare attenzione in quanto il mercato valutario è volatile. Spesso nelle precedenti sedute si è è visto la divisa unica schizzare verso l’alto per, poi, subito abbassare la testa. Un focus degli investitori, peraltro, è stato quello sulla sterlina. La Gran Bretagna oggi pubblicava il dato sull’inflazione. Ebbene, il valore di aprile indica che il Regno Unito è in deflazione. Il che, ovviamente, allontana le attese per un’accelerazione della exit strategy dalla politica espansiva da parte della Bank of England. Sempre sul fronte dei prezzi al consumo nell’Eurozona c’è da segnalare che in aprile, nella seconda lettura, è stata confermata l’inflazione piatta. Un valore che ribadisce la tendenza, registrata a partire dall'inizio dell’anno. I prezzi in Eurolandia sono, infatti, scesi dello 0,6% a gennaio, dello 0,3% a febbraio e dello 0,1% a marzo. Adesso la conferma 0% del mese scorso

Il mercato dell’auto
Tornando all’azionario, una mano ai mercati l’ha data anche il dato sulle immatricolazioni delle auto in Europa. Quello sulle nuove autovetture, in aprile, indica una crescita del 6,9% ad aprile. Tutti i principali Paesi hanno contribuito alla crescita, specialmente Italia (+24,2%), Germania (+6,3%), Regno Unito (+5,1%), Spagna (+3,2%) e Francia (+2,3%). Simili numeri, giocoforza, hanno creato un sentimento positivo rispetto alla dinamica dei consumi.

Di tutt’altro tenore, invece, la fiducia delle imprese in Germania: lo Zew è sceso a 41,9. Un calo maggiore rispetto alle attese degli esperti. In discesa anche l'indicatore relativo alle condizioni attuali sceso a 65,7 dai 70,2 punti di aprile, anche questo al di sotto del consensus. Insomma, dopo la flessione a sorpresa di aprile, il «morale» delle aziende tedesche continua a mostrare segnali di delusione.

Dagli Stati Uniti, infine, è arrivato un buon numero in riferimento alle costruzioni di nuove case. In aprile sono aumentate del 20,2% a un tasso annualizzato di 1,14 milioni di unità, ai massimi dal novembre 2007. Il dato è superiore alle attese degli analisti. I permessi per le costruzioni sono saliti del 10,1%, ai massimi dal 2008. In una giornata in altalena per Wall Street l’indice Dow Jones è salito dello 0,08% a 18.312,66 punti (nuovo record), il Nasdaq ha perso lo 0,17% a 5.070,04 punti mentre lo S&P 500 ha ceduto lo 0,1% a 2.128 punti.

Il reddito fisso
Nel mondo dei governativi lo spread tra il BTp e il Bund decennale, volatile, in serata si è attestato intorno a 120 punti base, con il rendimento del titolo italiano a circa l’1,8%. Il leggero miglioramento rispetto alla giornata di lunedì è da imputarsi, per l’appunto, alle parole del consigliere della Bce Benoit Coeuré . Questo ha sottolineato come, in previsione dell’attesa minore liquidità sul mercato dei titoli di Stato in estate, la Banca centrale europea aumenterà in maggio e giugno gli acquisti di bond. L’altro menbro della Bce, Christian Noyer, ha peraltro affermato che il programma di acquisto dei titoli di Stato continuerà anche dopo il settembre 2016 se non si «vedrà un aggiustamento sostenuto del percorso dell’inflazione». Si dirà: considerazioni «lapalissiane». Giusto! Ma i mercati, è noto, non attendono altro che uno spunto qualsiasi per giustificare una loro mossa intraday.

Ciò detto, su questo fronte, va ricordato che nella seduta di ieri la differenza di tassi tra il governativo del Belpaese e quello tedesco è salito parecchio (+10%). Un andamento, replicato nello spread tra il Bonos e lo stesso bund, che testimonia il continuo riprezzamento del rischio-rendimento da parte degli investitori. I motivi di questo trend? Essenzialmente sono legati alla storia infinita della Grecia. Le trattative sono in sostanziale stallo. Nonostante un avvicinamento delle posizioni su alcuni temi, come le privatizzazioni e la riforma delle aliquote Iva, restano nodi riguardanti la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni. Christian Schulz, economista di Berenger, sottolinea che « fino a quando il primo ministro Tsipras non prenderà le decisioni fondamentali» rispetto ai temi cruciali del possibile accordo «è abbastanza futile commentare giorno-dopo-giorno lo sviluppo dei negoziati».

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