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Dossier La ripresa c’è, non perdiamola

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    Dossier | N. 6 articoliRelazione Banca d?Italia

    La ripresa c’è, non perdiamola

    La ripresa c’è, non perdiamola. È questa, a ben guardare, l'esortazione che il Governatore Ignazio Visco rivolge a tutti i protagonisti dell'economia e al governo. Ciascuno infatti è chiamato a fare la sua parte in un gioco molto complesso e difficile che è quello della materiale, quotidiana, costruzione dell'Europa. «Le autorità nazionali, politiche e tecniche, sono essenziali nel processo europeo», ha ricordato Visco e sta a ciascuno Stato membro la responsabilità di esercitare il proprio ruolo «senza trascurare le esigenze e le priorità nazionali ma affrontandole efficacemente nel contesto europeo».

    E in questo gioco complesso, nel quale si tratta al tempo stesso di difendere gli interessi nazionali e di promuovere una maggiore integrazione, si fa meglio ascoltare - ha detto il Governatore - chi dimostra di sapere fare bene i compiti a casa di sapere onorare i proprio impegni. La Grecia di Tsipras e Varoufakis, come abbiamo visto in questi giorni, rappresenta un esempio negativo: se non si può essere coerenti e convicenti sul terreno delle cose fatte, non si riesce nemmeno a perorare le proprie ragioni. L'Italia, per contro, gode in questo momento di una grande apertura di credito a livello internazionale, certificata di recente anche dagli ispettori del Fmi. Dunque, deve cogliere l'occasione per consolidare i progressi già ottenuti, e portare avanti un programma di riforme che permetta altri passi avanti sul terreno della crescita e su quello del risanamento del debito pubblico.

    Visco ha poi detto una parola chiara anche sul modo di affrontare il dibattito di policy in Europa. E, dopo aver premesso che per legge non può produrre ricchezza né si possono certo ignorare i vincoli di bilancio, ha ricordato ciò che molti economisti sanno. Ovvero che si può, anzi si deve intervenire contro i fallimenti del mercato, quando l'obiettivo è la tutela dello sviluppo e dell'occupazione. Questo vale per l'economia reale, dove si tratta di dare carne e sangue al piano europeo per la crescita e gli investimenti. E vale anche nel campo del sistema creditizio, quando si tratta di rimuovere un macigno che frena la crescita economica, come la quantità di crediti deteriorati che si sono ammassati nei bilanci delle banche e che vanno smaltiti al più presto, se si vuole uno sviluppo più robusto.

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