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Yuan, Fed e petrolio: le tre variabili che muoveranno i mercati…

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I MARKET MOVER POST-FERRAGOSTO

Yuan, Fed e petrolio: le tre variabili che muoveranno i mercati questa settimana

La Grecia non fa più paura, almeno per ora, e allora l’attenzione dei mercati dopo Ferragosto è tutta concentrata su altre variabili. Sono almeno tre i temi chiave che detteranno l’agenda degli investitori nei prossimi giorni, anzi nelle settimane a venire.

Renminbi, the week after: cosa farà la People’s Bank of China?
Dopo la triplice caduta della scorsa settimana, il renminbi già venerdì aveva mostrato segni di stabilizzazione, con la Banca centrale che ha cercato di rassicurare gli investitori. Secondo la maggior parte degli analisti la Cina anche nei prossimi giorni manterrà un approccio prudente e dunque non ci si aspetta un forte deprezzamento dello yuan, ma solo piccoli aggiustamenti. «Il fixing del cambio yuan-dollaro alle 9.15 - osservano gli analisti di Barclays - sarà guardato con interesse dai mercati nei prossimi giorni ma ci sono segnali di un rallentamento della flessione della moneta. I commenti della People’s Bank of China il 13 agosto e gli interventi sul mercato dei cambi suggeriscono che la Banca centrale non intende svalutare lo yuan troppo rapidamente e che le autorità potrebbero intervenire se i movimenti al ribasso diventassero troppo bruschi». Barclays si aspetta un ulteriore deprezzamento del renminbi del 6% entro la fine dell’anno dopo quello del 3% della scorsa settimana ma è convinta che avverrà molto gradulamente.

Fed: la telenovela del rialzo dei tassi
Le mosse cinese sono guardate con molta attenzione non solo dagli investitori, ma anche dalle banche centrali. Prima fra tutte la Federal Reserve, di cui mercoledì saranno pubblicati i verbali della riunione del 28-29 luglio. Non ci si aspettano grandi sorprese dal resoconto del meeting presieduto da Janet Yellen: come già nelle precedenti riunioni, la maggior parte dei membri del Fomc (il Comitato di politica monetaria) preferisce tenersi le mani libere per decidere quando alzare i tassi di interesse, inchiodati vicino allo zero da ben nove anni. Secondo molti economisti il sorprendente deprezzamento dello yuan potrebbe essere la variabile decisiva che convincerà la Fed a non alzare i tassi a settembre ma ad aspettare almeno dicembre. Altri invece continuano a prevedere un mini-rialzo già nella riunione del 16-17 settembre. I verbali potrebbero fornire ulteriori indicazioni in un senso o nell’altro

Petrolio: l’Orso continua a dominare?
Il terzo tema di mercato è il petrolio, reduce dalla settima flessione consecutiva settimanale. Potrebbe essere la volta buona per un rimbalzo? Questo si chiedono gli investitori anche se tutti o quasi concordano sul fatto che le prospettive di medio termine per il greggio, tra eccesso di offerta e rallentamento della domanda cinese, non sono certo rialziste. Il mercato mondiale, secondo il rappresentante iraniano all’Opec Mehdi Asali, ha già un eccesso di offerta di 3 milioni di barili al giorno, ma Teheran è pronta ad aumentare il gap una volta che le sanzioni saranno rimosse pompando 500mila barili in più al giorno, cosa che può fare nel giro di una settimana, ha precisato Asali. Citigroup, nel suo scenario ribassista al quale attribuisce una probabilità del 30%, vede il petrolio Wti scendere fin verso i 30 dollari nei prossimi mesi. (G. Me.)

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