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la giornata dei mercati

Rally delle Borse dopo le mosse della Cina: Milano +5,8%. Wall Street scivola nel finale

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Di fronte al nuovo tracollo della Borsa di Shanghai, che oggi ha chiuso con una flessione del 7,63%, la banca centrale di Pechino non è stata a guardare. A mercati chiusi, è stato comunicato un taglio dello 0,25% dei tassi di interesse e un abbassamento di mezzo punto percentuale del tetto di riserva obbligatoria imposto alle banche, ora al 18% per i maggiori istituti. Inoltre è stata effettuata una nuova iniezione di liquidità da 150 miliardi di yuan (23,4 miliardi di dollari), dopo quella, dello stesso importo, attuata la settimana scorsa a favore del sistema bancario.

Per comprendere se le misure saranno sufficienti a spegnere l'incendio finanziario che ha spaventato gli investitori di tutto il mondo bisognerà attendere stanotte, quando riapriranno le piazze cinesi. Per il momento la reazione dei listini europei e statunitensi appare molto positiva.

L’Europa brinda
Le Borse europee reagiscono alle turbolenze “made in China” e danno vita a una seduta di forte rimbalzo dopo la caduta di ieri. Il doppio intervento della Banca centrale cinese, che oltre a iniettare nuova liquidita' ha tagliato i tassi di interesse e le riserve obbligatorie delle banche, l'indice Ifo della fiducia delle imprese tedesche in miglioramento e la fiducia dei consumatori americani superiori alle previsioni sono stati i fattori che hanno contribuito alla riscossa dei listini continentali.

La chiusura è sui massimi di seduta: il FTSE MIB di Piazza Affari ha guadagnato il 5,86% compensando in buona parte il ko di ieri (il Ftse Mib e' tornato a 21650 punti). Francoforte e' salita del 5,3%. Banche sotto i riflettori a Piazza Affari: +9,5% Bper, +8,2% Intesa Sanpaolo. Riscatto per Luxottica (+6,5%) dopo le rassicurazioni della societa' sull'esposizione in Cina e gli acquisti per 30 milioni operati dal patron Leonardo Del Vecchio. Tra gli industriale guadagno del 6,5% per Fiat e Finmeccanica. Exploit di DelClima: +81,1% dopo che Mitsubishi Electric ha annunciato l'accordo con De Longhi per la quota di maggioranza a cui seguira' il lancio dell'opa. Euro/dollaro corregge a 1,1414 (1,1606 ieri sera).

Da segnalare anche il maxi rimbalzo della Borsa di Atene, dopo il pesante ko di ieri. Il listino greco, che ieri aveva lasciato sul terreno oltre il 10% pagando piu' del resto d'Europa le turbolenze sui mercati asiatici, ha messo a segno un forte recupero nella seduta odierna: l'Athen Index Composite ha chiuso le contrattazioni in rialzo del 9,38% a 621 punti.

Wall Street scivola nel finale
Chiusura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde l'1,29% a 15.666,17 punti, il Nasdaq cede lo 0,44% a 4.506,49 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,34% a 1.867,83 punti. La chiusura negativa ha sorpreso, dopo una giornata che sembrava doversi svolgere in territorio positivo in seguito alla diffusione dei dati sulla fiducia dei consumatori calcolato dal Conference Board, salito a 101,5 punti in agosto dai 91 di luglio. Il dato è nettamente migliore delle previsioni degli analisti, che si attendevano un incremento limitato a quota 93,8 punti. Rimbalzo del greggio: +3,3% a 39,52 dollari al barile a New York.

Le prime avvisaglie dal Giappone
La giornata era comunque iniziata con il rimbalzo di buona parte degli indici del Pacifico. Solo Tokyo, a causa del rafforzamento dello yen, aveva seguito Shanghai nella polvere, chiudendo in calo del 4 per cento. Le buone performance di Hong Kong (+0,72%), Seul (+0,92%), Taipei (+3,6%) e Sydney (+2,72%) hanno però consentito alle piazze del Vecchio Continente di iniziare la seduta con il piede giusto, complici i positivi dati giunti dalla Germania su Pil e fiducia delle imprese. In ripresa anche il prezzo del petrolio, riavvicinatosi a quota 40 dollari, mentre l'euro, dopo l'impennata di ieri, ha ripiegato sotto quota 1,15 dollari.

L’analisi della mossa di Pechino
Come sempre, per i mercati non contano solo le misure concrete ma anche gli annunci e le prospettive. Da questo punto di vista, nel comunicato rilasciato dalla banca centrale cinese, va sottolineato il passaggio dove viene riconosciuto come la «volatilità dei mercati finanziari» richieda «una maggiore flessibilità degli strumenti di politica monetaria» e come, pertanto, le condizioni siano mature per una «riforma dei tassi». In sostanza, Pechino starebbe finalmente rispondendo in maniera positiva all'appello per rendere il cambio dello yuan maggiormente regolato dal mercato, appello che arriva da anni da Washington, tanto dalla Casa Bianca quanto dal Fmi. Per il resto la banca centrale ammette la presenza di «rischi al ribasso per l'economia» e promette di «mantenere l'offerta di moneta e la crescita del credito su livelli adatti a promuovere una crescita economica stabile e sana».

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