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LA GIORNATA DEI MERCATI

Tassi sotto zero all’asta BoT a 6 mesi: non era mai successo. Wall Street chiude bene dopo la Fed

Andamento titoli
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Dopo i CTz collocati ieri anche all’asta BoT semestrali di oggi il Tesoro si è rifinanziato a tassi sotto zero. Nello specifico il rendimento dei 6 miliardi di titoli piazzati sul mercato si è attestato a -0,055% in linea con l’andamento del mercato secondario dove, da giorni, i tassi nella parte bassa della “curva” italiana (i titoli con scadenza inferiore all’anno) sono scesi in territorio negativo.

Una consistente fetta del mercato (la domanda è stata di 12,7 miliardi di euro pari al doppio dell’offerta) è quindi disposta a pagare una “commissione” allo Stato italiano (lo 0,055%) per detenere BoT semestrali. Da parte sua il Tesoro per la prima volta si trova di fatto a guadagnare dal rifinanziamento del proprio debito a breve scadenza. Una condizione in cui si sono trovati Paesi come la Germania, i Paesi Bassi, la Finlandia o la Francia e di cui inizia a beneficiare anche il nostro Paese benché il suo merito di credito sia decisamente inferiore.

Un “regalo” inatteso di Mario Draghi che, al direttivo Bce di giovedì scorso, ha dichiarato di essere pronto a rivedere la politica monetaria della Bce entro l’anno. Parole che sono state interpretate come foriere dell’intenzione della banca centrale europea di ampliare il piano di Quantitative easing partito a marzo ed eventualmente tagliare ulteriormente il tasso sui depositi (attualmente negativo per lo 0,2%).

Il mercato, che pure si aspettava un segnale espansivo da parte da Draghi, è stato piacevolmente sorpreso dalle dichiarazioni del presidente della Bce come dimostra la netta flessione dell’euro, passato da 1,13 a poco oltre 1,10 dollari, o la frenata dei rendimenti dei titoli di Stato. La propensione all’acquisto sui titoli governativi europei peraltro ha trovato conferma anche oggi, giornata in cui buona parte dei titoli governativi dell’area euro ha sperimentato flessioni dei rendimenti.

Al contrario di quanto visto nelle ultime settimane in cui spesso l’andamento di azioni e obbligazioni ha seguito binari opposti (quando andavano bene gli uni andavano male gli altri e viceversa) oggi è stata una giornata positiva anche per le Borse europee. Gli indici continentali hanno chiuso gli scambi con guadagni in media superiori all’1 per cento (Milano +1,41%).

Le variazioni più significative ancora una volta sono state registrate dal comparto petrolifero il cui andamento riflette le violente oscillazioni del petrolio. Se mercoledì per l’indice europeo Stoxx 600 di settore era stata una giornata negativa segnata dal prezzo del greggio ai minimi da un mese oggi è successo esattamente l’opposto. I dati comunicati dal dipartimento Usa per l’energia sulle scorte di petrolio sono stati inferiori alle attese (3,38 milioni di barili contro i 3,75 stimati) e, sulla scommessa di una ripresa della domanda negli Usa, il petrolio ha registrato il suo maggior balzo da otto settimane facendo “rimbalzare” le azioni delle compagni petrolifere europee (l’indice Stoxx di settore ha guadagnato l’1,8%).

Anche a Piazza Affari il settore petrolifero è stato protagonista. Non tanto per la spinta del prezzo del greggio quanto per il rally di Saipem (+10,45%) ieri miglior titoli del paniere Ftse Mib sulla scia del riassetto che prevede che il Fondo strategico italiano (Fsi) rilevi il 12,5% del suo capitale dall'Eni.

Al netto delle notizie societarie la giornata è stata segnata dall'attesa dei risultati del vertice mensile della Fed. La seduta a Wall Street si è chiusa sui massimi di giornata grazie anche al rally del greggio per cui gli energetici sono saliti del 2,22%.
Dopo un breve sbandamento in territorio negativo, registrato subito dopo la diffusione del comunicato con cui la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi allo 0-0,25%, gli indici hanno ricominciato a correre. La banca centrale americana resta accomodante e meno preoccupata dell'impatto dei rischi globali sugli Usa, motivo per cui ha lasciato aperta la porta a una stretta nella riunione di dicembre. Non a caso il dollaro è balzato al rialzo.

Alla chiusura di Wall Street, Il Dow Jones sale dell'1,13% a 17.778,65 punti, il Nasdaq avanza dell'1,30% a 5.095,69 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell'1,2% a 2.090 punti.

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