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Scalata francese a Telecom, l’Antitrust chiede chiarimenti

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Scalata francese a Telecom, l’Antitrust chiede chiarimenti

Nella vicenda della scalata Telecom ora l'Antitrust scende in campo e chiede chiarimenti a sia a Telecom che al finanziere francese Xavier Niel che ha acquisito una partecipazione potenziale del 15,1% nel gruppo italiano.

L'Antitrust, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, chiede lumi per individuare chi ha effettivamente il controllo del gruppo italiano. In particolare, l'Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella chiede a Telecom chi ha partecipazioni sopra il 2%, i verbali delle assemblee degli ultimi tre anni ed eventuali patti parasociali.

A Niel, che ha acquistato una posizione lunga di poco sopra il 15% in Telecom, l'Autorità italiana chiede gli atti del Cda che ha deciso l'acquisto, la composizione del gruppo e i settori e le attività dove opera con particolare riferimento alle tlc. L'ipotesi di intervento dell'Antitrust italiano è di concerto con gli organismi europei, vista la dimensione comunitaria delle vicende in esame.

Xavier Niel, il patron di Iliad e co-proprietario di Le Monde è uscito allo scoperto ieri dichiarando a Consob posizioni potenziali in Telecom pari all'11% e ha ulteriormente rafforzato la sua presa sul gruppo salendo fin sopra il 15%, sempre con strumenti derivati e contratti di opzione. Solo a mercati chiusi, c'è stato il primo intervento da parte del Governo che, per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha dichiarato di seguire «attentamente» la vicenda e che «qualsiasi cambiamento nella composizione dell'azionariato» deve rispondere «a criteri di rafforzamento industriale di una società strategica, come Telecom».

La mossa inaspettata di Niel - compagno di Delphine Arnault, la primogenita del patron di Lvmh che, curiosità, siede nel cda di Havas, la società di comunicazione del gruppo Bollorè - ha inevitabilmente alimentato la speculazione su Telecom, che già vede come primo azionista, con il 20%, un altro gruppo francese, Vivendi. Alleati dunque o avversari? Fonti vicino al finanziere bretone hanno negato qualsiasi azione di concerto con Niel e non viene escluso che Vivendi adotti presto delle contromisure, per esempio salendo ancora nel capitale.

«Crediamo che sia troppo presto per tirare delle conclusioni», ha ammesso Mediobanca Securities in un report odierno su Telecom intitolato «The french revolution». Ma più che sposare la suggestione di una strategia comune francese su Telecom, gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno invece sottolineato le indiscrezioni riportate dalla stampa d'oltralpe secondo cui la mossa sarebbe in contrapposizione con le strategie di Bollorè e che Vivendi e Neil avrebbero idee diverse su come costruire un gruppo di tlc e media leader leader in Europa. Per Mediobanca poi un'Opa, conseguenza di un accordo tra i due soggetti che assieme supererebbero il 25% del capitale di Telecom, sarebbe «improbabile».

Dello stesso parere il quotidiano Le Figaro che oggi ha titolato «Niel sfida Bollorè». Per Les Echos, poi, il blitz del fondatore di Iliad «potrebbe essere l'inizio di un lungo feuilleton e di una battaglia in Borsa» su Telecom, e, in un suo editoriale, il quotidiano economico francese è arrivato a ipotizzare che dietro a Niel ci sarebbe Naguib Sawiris, il magnate egiziano patron di Orascom, che non ha mai nascosto le sue mira sul gruppo italiano.

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