Finanza & Mercati

Banche salvate: fondo di solidarietà e un arbitro per i risparmiatori…

  • Abbonati
  • Accedi
L’emendamento allo studio

Banche salvate: fondo di solidarietà e un arbitro per i risparmiatori danneggiati

Un fondo di solidarietà per dare sollievo agli obbligazionisti subordinati che hanno perso i loro risparmi con il salvataggio delle quattro banche del centro Italia (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti). Ma non solo. Allo studio del Tesoro anche il ricorso a una procedura di «arbitrato veloce» chiamato a valutare caso per caso. Una tutela stragiudiziale sulla falsariga di quanto già è accaduto in occasione del salvataggio delle banche spagnole dove i detentori di obbligazioni hanno ottenuto l’invalidità dei contratti di acquisto dovendo e potendo dimostrare di non aver dato il consenso all’acquisto di questi strumenti finanziari ovvero che la banca ha sottostimato e non presentato adeguatamente ai clienti i rischi legati alle obbligazioni oggetto di salvataggio. Una sorta di primo filtro, dunque, per verificare l’accettabilità del ricorso, a livello di singola banca, da parte di un soggetto terzo. A gestire l’arbitrato nella penisola iberica è stata chiamata la Consob spagnola.

A chiarire i dettagli dell’operazione, che poi dettagli non sono come ad esempio chi e in quale misura contribuirà al fondo di solidarietà, sarà questa sera lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che, anticipando di un giorno rispetto alle indicazioni iniziali di un suo intervento alla Camera per sabato, risponderà in Commissione Bilancio alle richieste di chiarimento di maggioranza e opposizioni.

Al momento l’ipotesi su cui continua il confronto a Montecitorio tra maggioranza e Governo è quella, come detto, della costituzione di un fondo di solidarietà di circa 100 milioni finanziato in parte dallo Stato e in gran parte dallo stesso mondo bancario. Per l’accesso al fondo si farebbe rinvio a un decreto del Mef che dovrà fissare criteri e modalità e comunque seguendo criteri ben precisi come lo stato di difficoltà degli obbligazionisti che in virtù del salvataggio delle quattro banche ora versano in un vero e proprio stato di indigenza.

Con il Fondo si garantirebbe il «sollievo» per circa un terzo delle perdite subite dai sottoscrittori dei bond subordinati: il valore azzerato nel settore retail, secondo le prime stime presentate in Parlamento, sfiora i 350 milioni.

Nella fase di definizione dell’accesso o meno al fondo potrebbe entrare in scena l’arbitrato veloce alla spagnola. Sulla base di quella esperienza la procedura per verificare l’accettabilità dell’arbitrato è stata svolta sui documenti in possesso delle banche anche perché gli istituti iberici hanno l’obbligo di conservazione dei documenti e soprattutto l’onere della prova. Ad assisterli in questa fase le principali società di consulenza internazionale. Nei casi in cui poi l’arbitro ha riconosciuto le ragioni del cliente la banca ha ricomprato lo strumento finanziario allo stesso prezzo a cui l’aveva venduto al netto degli interessi liquidati al cliente.

Tra l’altro, occorre ricordare che una struttura che potrebbe essere chiamata a gestire questi arbitrati è già prevista nel nostro ordinamento e con la legge di stabilità potrebbe essere resa pienamente operativa. Con l’emendamento Sottanelli (Scelta civica) sull’albo unico dei promotori finanziari, accantonato e in corso di riformulazione, vengono stanziate anche le risorse finanziarie per far partire subito presso la Consob l’Organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie.

© Riproduzione riservata