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Telecom Italia, board allargato a 17 persone. Vivendi blocca la…

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RIASSETTI

Telecom Italia, board allargato a 17 persone. Vivendi blocca la conversione delle azioni risparmio

Doppia vittoria per Vivendi nella partita che si è giocata all'assemblea di Telecom Italia: il socio francese, che detiene il 20,5% del capitale della compagnia di tlc, ha bloccato la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e ha ottenuto l’allargamento del board stabilendo a 17 il numero dei consiglieri, in modo da far entrare 4 dei propri rappresentanti, ossia Arnaud de Puyfontaine, Stephane Roussel, Felicite' Herzog ed Herve' Philippe. Tuttavia l’assemblea dei soci per un soffio non ha approvato l'abolizione della clausola di non concorrenza dei soci (avrebbe dovuto ricevere il 50% dei voti e ne ha ricevuto il 49,7%). Il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, ha detto chei legali della compagnia sono già al lavoro per comprendere gli impatti della decisione assembleare. Domani, comunque, ha annunciato il manager «si terrà il primo cda con la presenza dei nuovi consiglieri di Vivendi». Del resto la concorrenza tra i gruppi Vivendi e Telecom si profila solamente sul piano delle piattaforme Daily Motion, di proprietà del gruppo transalpino, e Tim Visione, di Telecom Italia.

Facendo un passo indietro, il risultato sulla conversione delle risparmio era chiaro sin da quando sono iniziati i lavori assembleari, visto che, essendo presente il 55,6% del capitale, Vivendi controllava il 35,9% dei voti. L’operazione di conversione, invece, avrebbe dovuto ricevere l'approvazione dei due terzi dei presenti, ossia di oltre il 66% dei votanti. E Vivendi, già dallo scorso venerdì, aveva fatto sapere che si sarebbe astenuta. Era invece meno scontato il risultato dell'assemblea ordinaria sulla composizione del board, ma alla fine è passata con il 52,9% dei voti.

Il gruppo di Oltralpe, rappresentato in assemblea dall'ad Arnaud de Puyfontaine, non è contrario alla conversione delle risparmio in ordinarie, ma non condivide le condizioni proposte dal cda, nonostante siano state condivise con gli advisor Citigroup e Equita. Comunque, ha detto Recchi al termine dell'assemblea, l’operazione potrebbe essere di nuovo riproposta con termini diversi, dopo che i membri di Vivendi saranno entrati nel board.

Del resto anche l'amministratore delegato di Vivendi, ha tenuto a precisare che il gruppo di Oltralpe non ha «cambiato idea all'ultimo minuto» sul tema della conversione. «È sbagliato, non è fattuale – ha incalzato - venerdi' scorso abbiamo sostenuto la nostra astensione alla conversione con la prospettiva rivedere le condizioni».
Il manager, sottolineando la necessità di Telecom di avere un azionariato stabile, ha ribadito a più riprese che il socio di Oltralpe, che detiene il 20,5% delle azioni, ha intenzione di rimanere nel capitale della compagnia telefonica per lungo tempo, in qualità di socio industriale. «Vivendi - ha detto - è un gruppo serio che potrebbe contribuire a creare ulteriore valore per Telecom Italia. Vogliamo unire le forze e creare valore per tutti gli azionisti».

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