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Vegas: «Su Mps mani italiane ed estere». Vietate…

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IL CROLLO DEL TITOLO

Vegas: «Su Mps mani italiane ed estere». Vietate vendite allo scoperto. L’ad Viola: «Calo del titolo ingiustificato»

La bufera sul titolo Mps è oggetto delle attenzioni della Consob, che sta facendo un «monitoraggio su Mps e le altre banche». Lo ha affermato il presidente della Commissione, Giuseppe Vegas, che ha commentato la decisione dell'Autorità di sospendere per domani le vendite allo scoperto sul titolo. A chi gli chiede se ci siano sul titolo mani estere risponde: «Ci sono mani italiane ed estere, vedremo a fine giornata chi avrà venduto».

La Consob ha deciso infatti oggi di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto sul titolo, reduce da un’altra giornata di fuoco (-14,7%). Il divieto - indica una nota diffusa da Borsa Italiana per conto della Commissione - è entrato immediatamente in vigore e durerà per l'intera seduta di martedì. È stato adottato tenuto conto della variazione di prezzo registrata oggi dal titolo, superiore alla soglia del 10 per cento.

La stessa Autorità di Borsa ha chiesto alle 11 banche italiane vigilate dalla Bce di fornire al mercato entro domani mattina eventuali informazioni relative all'andamento dei titoli, in particolare riguardo alle indiscrezioni sulle richieste dell'Eurotower sui crediti non performing.

Alcuni trader ricollegano la generale discesa dei titoli bancari alla sempre maggiore attenzione della Bce alla questione dei crediti deteriorati (come anticipato sabato dal Sole 24 Ore) che riguarderebbe in particolare modo le banche italiane dove è più alta la mole delle sofferenze. «Se il regolatore userà la mano pesante agli istituti potrebbe essere richiesto di effettuare nuovi accantonamenti o aumenti di capitale», dice un operatore.

Nei prossimi giorni partiranno delle ispezioni a livello europeo finalizzate a verificare nei dettagli i portafogli dei crediti problematici e l'esitenza di adeguate coperture. Tutto questo in assenza di novità decisive sulla questione della bad bank di sistema, oggetto di dibattito tra il governo italano e Bruxelles. Pesanti perdite oggi sul mercato secondario per le obbligazioni subordinate di Mps. «Il calo pesante dei subordinati va di pari passo con il calo dell'azionario; i senior, che pure allargano, sono invece più tranquilli» conferma un trader obbligazionario. «La liquidità sul mercato è veramente bassa: c'è come al solito qualche vendita dei retail e non manca qualcosa anche da parte degli istituzionali, ma bisogna dire che di flussi reali ce ne sono pochissimi» avverte.

In una nota l'amministratore delegato dell'Istituto senese, Fabrizio Viola, ha commentato: «In merito al recente andamento negativo dei titoli di tutto il comparto bancario, ed in particolare del titolo Mps, confermiamo la stabilità economica e finanziaria della banca, evidenziata dai risultati degli Srep, e il miglioramento della gestione operativa come da risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2015». La flessione del titolo, secondo Viola, «è avvenuta in assenza di eventi gestionali idonei a giustificare tale andamento. Infatti, il nostro piano industriale è confermato e lo stiamo portando avanti in linea con quanto presentato agli investitori e alle autorità di vigilanza, anche con riferimento alla gestione e cessione degli Npl dove ci stiamo in particolare concentrando per ottenere risultati anche migliori rispetto al piano».

Da inizio anno le azioni di Mps hanno accusato un calo dietro l'altro, per un totale del 38%. Ormai il valore di Borsa dell'istituto è solo di 2,2 miliardi, livello ben distante dall'aumento di capitale di 3 miliardi realizzato solo lo scorso giugno. I volumi sono stati imponenti: sono passate di mano oltre 121 milioni di azioni, pari al 4% del capitale. «È una fuga dal titolo, anche da parte di grossi investitori», ha commentato un altro trader. L'istituto senese sarebbe al centro di un attacco speculativo, in pieno panic selling. Gli investitori si interrogano anche sui conti relativi al 2015. Numeri che il consiglio di amministrazione di Rocca Salimbeni sarà chiamato ad esaminare il prossimo 5 febbraio.

L’avvitamento di Monte Paschi ha scatenato le vendite su tutto il sistema bancario italiano: così Banco Popolare ha lasciato sul parterre il 6,7%, Bper l'8,7% e Bpm il 5,5%. Se Intesa Sanpaolo ha registrato un ribasso del 5%, Ubi è andata giù del 7,28% e Unicredit del 5,37%.

Comunque gli investitori, ha commentato un operatore, stanno mettendo sotto torchio l'intero comparto bancario, anche alla luce del fatto che la Banca d'Italia di recente ha diffuso i dati sulle sofferenze, che a novembre hanno sfondato quota 200 miliardi di euro. Gli operatori, citano tra i motivi di nervosimo che fanno da background a questa pioggia di vendite in Borsa anche il duro confronto tra il presidente del Consiglio Renzi e il presidente della Commissione, Junker, sulle politiche Ue, che ha preso una piega totalmente inaspettata fino a qualche giorno fa.

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