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Borsa: Mps ormai ultima per capitalizzazione nel Ftse Mib

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IL DECLINO DEL TITOLO

Borsa: Mps ormai ultima per capitalizzazione nel Ftse Mib

La tempesta che sta travolgendo Mps ha abbattuto le valutazioni di Borsa dell'istituto, che così, anche se rimane la terza banca italiana per rete (2mila sportelli), per i crediti alla clientela (circa 132 miliardi di euro) e per gli asset in gestione (circa 199 miliardi), a Piazza Affari è valutata meno di tutte le altre banche che fanno parte del paniere Ftse Mib. Dopo il crollo del 45% circa accusato in questo inizio del 2016, la capitalizzazione di Rocca Salimbeni si e' assottigliata sotto i 2 miliardi di euro: poco fa ha toccato 1,9 miliardi di euro. Un dato che colloca Mps anche in fondo all'intero listino principale. Vale infatti ormai meno di tutte le società che fanno parte del paniere di riferimento del Ftse Mib dietro ad Anima che è la penultima con 2 miliardi di capitalizzazione.

Il valore di Borsa della banca senese è distante dai 3 miliardi di aumento di capitale realizzato solamente sei mesi fa, a fine giugno. Operazione voluta dalla Banca centrale europea e che ha seguito a distanza di solo un anno quella da 5 miliardi, del giugno 2014.
Numeri alla mano, la prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, vale in Borsa 42,7 miliardi, la seconda, ossia Unicredit, 23,9 miliardi. Livelli non paragonabili a quelli di Mps, che però ormai vale meno di Ubi (4,3 miliardi), Bpm (3,5 miliardi), Banco Popolare (3,3 miliardi) e Bper (3,5 miliardi). Spaziando oltre il comparto bancario, Mps vale molto meno anche di Ferragamo (3,5 miliardi) e anche di Tod's (2 miliardi) sebbene la rete di sportelli dell'istituto non sia paragonabile ai circa 600 negozi della casa fiorentina o ai 255 spazi del gruppo marchigiano.

A questo punto sale l'attesa per i conti di bilancio del 2015, che saranno esaminati dal cda dell'istituto chiamato a riunirsi il prossimo 5 febbraio. Nei primi nove mesi la banca senese ha registrato 84,7 milioni di risultato netto, nonostante la perdita di 109 milioni contabilizzata nel terzo trimestre e dovuta all'impatto della chiusura anticipata del prodotto Alexandria, frutto dell'accordo con la giapponese Nomura, che ha contribuito a ridurre i rischi del portafoglio di Rocca Salimbeni.

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