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Superpopolare, Saviotti: con questa operazione abbiamo vinto tutti

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il matrimonio bpm-banco popolare

Superpopolare, Saviotti: con questa operazione abbiamo vinto tutti

Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti (Reuters)
Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti (Reuters)

“Con quest'operazione abbiamo vinto tutti. La Bce voleva una banca alta, bella, bionda, ricca e con gli occhi azzurri: abbiamo preso il toro per le corna trovando una soluzione utile per il Paese. La nuova entità sarà anche propedeutica ad altre aggregazioni”. Con queste parole Pier Francesco Saviotti, consigliere delegato del Banco Popolare, ha sintetizzato oggi il progetto di fusione con Bpm, che darà vita alla terza banca italiana, forte di 4 milioni di clienti, 2.500 clienti, un attivo di 171 miliardi e una raccolta complessiva di circa 225 miliardi. “Una fusione fatta senza volere far prevalere una banca sull'altra. - gli ha fatto eco Giuseppe Castagna, Ceo di Bpm – Questo è un progetto solido, che dà vita a un leader nazionale, che sarà un punto di riferimento per altre aggregazioni, con un posizionamento competitivo migliore dei concorrenti nelle regioni più ricche: in Lombardia siamo la prima banca in assoluto con una quota del 15%, in Veneto e Piemonte la terza, con quote ancora più alte nelle provincie di elezione, a partire da Milano”.

La nuova entità, il cui nome non è stato ancora deciso (“ma è un aspetto marginale, ora dobbiamo lavorare su un piano tosto, da presentare alla Bce entro fine aprile”, ha precisato Saviotti”) capitalizzerà 6,5 miliardi in una classifica molto polarizzata, che vede Intesa Sanpaolo e Unicredit, rispettivamente a 41,7 miliardi e 22 miliardi mentre la quarta, Ubi Banca, e' a 3,5 miliardi, anche se in Borsa – al momento – sia Bpm sia il Banco Popolare cedono circa il 5%. L'aggregazione, ha anche puntualizzato Saviotti, avverrà senza alcun licenziamento, né con interventi drammatici sul personale, con eventuali uscite che verranno gestite con i fondi di solidarietà o incentivi all'esodo.

Il nodo dell'aumento
A complicare le cose, negli ultimi giorni, erano subentrate le richieste della Bce per una maggiore solidità patrimoniale del nuovo istituto. Da ciò è nata la decisione di un aumento di capitale da 1 miliardo di euro del Banco Popolare, che verrà approvato da un'assemblea straordinaria di inizio maggio mentre la stipula dell'atto di fusione vero e proprio sarà a novembre. “Ho contestato l'aumento di capitale fino all'altro ieri, non per una presa di posizione sciocca verso i regolatori ma perche' le due banche insieme avrebbero potuto gestire le sofferenze. Tuttavia, di fronte a una presa di posizione che non offriva alternative, in cda abbiamo deciso di andare incontro alle esigenze regolatorie”, ha detto al proposito Saviotti. “L'aumento è garantito interamente da Mediobanca e Merrill Lynch e si farà in ogni caso, anche se la fusione non dovesse concludersi – ha aggiunto il banchiere – Sulla ricapitalizzazione vedremo le condizioni di mercato, se sara' scelto l'utilizzo di un convertendo come e' ragionevole prevedere, penso ci sara' una ripartizione piu' o meno equa”. E anche sulla possibile rinuncia al diritto di opzione, ha precisato, “si deciderà all'ultimo”, lasciando intendere che ci potrebbe essere nuovi investitori, al di là degli attuali soci, interessati a sottoscrivere l'operazione.

Ratio patrimoniali al top
Proprio grazie all'aumento, che sarà destinato interamente alla copertura dei crediti dubbi, “la nuova entita' avra' un livello di copertura delle sofferenze in linea con migliori peers italiani. – ha precisato Castagna - Questo a dispetto di chi temeva che questa operazione non fosse solida: vogliamo far partire la banca ai massimi livelli del sistema”. “C'è un progetto solido di riduzione degli Npl, di 10 miliardi nominali al 2019 – ha aggiunto il Ceo di Bpm - visto che era l'area di attenzione maggiore dei regulator”.
Nel nuovo gruppo il livello di copertura delle sofferenze sara' pari al 57,2% e sui crediti deteriorati del 43,8%, numeri che saliranno rispettivamente 62,1% e al 48,5% post money e rafforzamento coperture. “Abbiamo preso come benchmark le prime tre banche italiane, questi sono numeri di rilevanza notevole - ha aggiunto Pierfrancesco Saviotti, numero uno del Banco - visto che c'eravamo, abbiamo detto facciamo: il massimo possibile per dare al mercato la massima tranquillita'”.

Le possibili cessioni e il passaggio di testimone
L'aumento di capitale consentirà alla nuova banca di lavorare con calma e senza la necessità di “svendere” sia sugli Npl sia su eventuali asset in eccesso. “Ci saranno normali razionalizzazioni, qualche duplicazione ci sara' visto che mettiamo insieme banche presenti in vari settori, dall'asset management al credito al consumo”, ha precisato Giuseppe Castagna, precisando che la cosa “se possibile avverra' anche con formule che ci inventeremo durante la stesura del piano, mettendo gli eventuali introiti a servizio del rafforzamento patrimonializzazione”. In ogni caso, ha aggiunto Castagna, “vogliamo dire con orgoglio che non siamo obbligati alla cessione di alcun asset”.

Con la nuova governance Castagna sarà amministratore delegato e Carlo Fratta Pasini presidente mentre Pier Francesco Saviotti diventerà presidente del comitato esecutivo. “Il Banco si integra con dei grandi professionisti. Dispiace solo di avere una certa eta' e che, a un certo punto, passero' la mano. – ha detto al proposito Saviotti, che non ha mai nascosto, negli anni scorsi, di coltivare il sogno, oggi realizzato, di una fusione con Bpm. “Il fatto che il pallino passi a Giuseppe (Castagna, ndr), che conosco da tempo, ha certamente accelerato la mia decisione di lasciare il comando”, ha concluso Saviotti dimostrando la classe di chi ha avuto la forza di anteporre, alle ambizioni personali, la forza di un progetto per il Paese e destinato a rivoluzionare il mondo delle popolari.

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