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TERZO TRIMESTRE

Mediobanca, risultati sopra le attese. Possibile aumento cedola. Nagel: valuteremo quota in Veneto Banca

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Risultati oltre le attese per Mediobanca nel terzo trimestre fiscale dell’anno. Il gruppo di Piazzetta Cuccia ha segnato nei tre mesi un utile netto di 121,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 205 milioni di 12 mesi prima, ma in progresso del 58% sul trimestre precedente. Nei primi nove mesi il risultato netto ammonta così a 442,4 milioni, con una flessione del 5% sull’anno prima da attribuirsi “unicamente” - spiega la banca - a poste non ricorrenti, ovvero al contributo di 57 milioni al Fondo di risoluzione. I dati sono nettamente migliori delle attese degli analisti che puntavano in media a un utile di 90 milioni sul trimestre e di 411 milioni sui nove mesi.

Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca, ha detto di essere fiducioso che anche il trimestre in corso sia buono e ha aggiunto che, se non ci saranno eventi straordinari, si potrà pensare a un miglioramento del dividendo. «Siamo ragionevolmente fiduciosi che anche questo sarà un buon trimestre. Ovviamente lo scenario dei tassi impatta, ma la diversificazione dei ricavi è tale da farci presumere che anche questo sarà un trimestre interessante. Se non ci saranno ulteriori eventi straordinari di tipo negativo che non sono nel nostro governo, dovremmo poter chiudere un anno altrettanto positivo come quello passato. Se poi questo sarà confermato potremmo puntare anche a un miglioramento del dividendo. La dimensione dell'aumento dipenderà dalla dimensione del miglioramento dell'utile» ha commentato Nagel.

Il risiko delle partecipate
Quanto alle partecipazioni di Mediobanca, Nagel si è soffermato su Rcs Mediagroup, affermando di non sapere se ci saranno delle alternative all’Ops su Rcs annunciata da Urbano Cairo ed esclude di poterne promuovere una. «Oggi c’è un’unica proposta sul tavolo di Cairo e questa va valutata. Se ne arriveranno altre le valuteremo con lo stesso tipo di approccio. Non siamo noi promotori di eventuali altre iniziative».

Su Generali «non ci sono orizzonti temporali precisi» per la cessione del 3% che Mediobanca ha in programma, ha aggiunto Nagel. Mediobanca è il primo azionista della compagnia triestina con il 13,2%. «La generazione di capitale (di Mediobanca, ndr) è andata meglio del previsto, quindi il buffer di capitale è ancora più solido e questo ci consente di guardare alla dismissione del 3% di Generali con un po' di attenzione ai valori più che sul tema di capitale», cioè la vendita sarà «più legata al valore del titolo».

L’Ipo Veneto Banca

Infine Nagel non ha esculso una partecipazione di Mediobanca all’Ipo di Veneto Banca «se fosse utile o indispensabile alla quotazione» della banca. Nagel ha ricordato che la disponibilità ad intervenire con la Pop Vicenza, con un investimento di 75 milioni di euro e l'assunzione di una quota del 5%, era anche legato al fatto che Mediobanca era tra gli arranger dell'Ipo della Bpvi, mentre non lo è nel caso di Veneto Banca.

Più in generale, parlando del sistema italiano, il numero uno di Piazzetta Cuccia ha affermato: «Quello che serve al sistema bancario italiano è un piano credibile di consolidamento del settore che è troppo frammentato. Noi facciamo la nostra parte» con le competenze di banca d’affari, «ma il punto à che serve un accelerazione del consolidamento», ha aggiunto Nagel.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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