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Rcs, cda valuta non congrua la seconda offerta di Cairo. Stasera gli…

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Rcs, cda valuta non congrua la seconda offerta di Cairo. Stasera gli ultimi rilanci

Ultimo atto nella battaglia per Rcs Mediagroup. Oggi le due cordate, Cairo Communication da un lato e International Media Holding dall'altro, depositeranno in Consob il definitivo rilancio “al buio” per la conquista del gruppo editoriale. La procedura prevede che a mercati chiusi i rappresentanti dei due contendenti si presentino in Consob e depositino in busta chiusa le rispettive offerte “aggiustate” con i nuovi termini che verranno definiti una volta che Rcs avrà segnato l'ultimo prezzo in Borsa.

Le buste verranno aperte davanti a funzionari della Commissione e alle due cordate toccherà poi informare il mercato delle nuove condizioni, non più modificabili. Dal 15 luglio, dunque, i soci Rcs potranno aderire alle nuove offerte e avranno cinque giorni di borsa aperta per farlo. Il tutto, però, si chiuderà di fatto il 18 luglio con la conta delle azioni consegnate alle due proposte e la dichiarazione dell'eventuale “vincitore”. Quanto ai possibili ritocchi, il mercato ovviamente scommette al rialzo. Giovedì, le azioni del gruppo editoriale hanno chiuso in progresso dell'1,2% a 0,845 euro. Segnale che Piazza Affari crede in una revisione dei prezzi prossima a 0,9 euro per azione. Si vedrà.

Giusto lo scorso venerdì Cairo ha migliorato la propria proposta e ieri sera il cda di Rcs si è espresso in merito con un verdetto che non ha destato sorprese. Per il board, che pure ha apprezzato l'eliminazione della clausola “rischi” dall'offerta dell'imprenditore piemontese, il prezzo continua a non essere congruo poiché ancora leggermente distante dalla parte bassa della forchetta di valore definita da periti ed esperti (0,80-1,03 euro) ingaggiati dalla società. Cairo ha alzato il concambio a 0,17 azioni Cairo Communication per ogni titolo Rcs dal precedente 0,16 (quello iniziale era 0,12).

Quando ha messo sul piatto la nuova proposta il titolo Cairo Communication quotava 4,5 euro, il che valorizzava ciascun azione Rcs attorno a 0,76 euro. Il gruppo ha archiviato la seduta in progresso dell'1,20% a 4,2 euro portando la valutazione dell'azienda attorno a 0,72 euro. Sul piano prettamente finanziario, dunque, l'Ops di Cairo è distante dall'Opa lanciata da International Media Holding a 0,8 euro. Tuttavia, va detto che Cairo sembra essersi tenuto la facoltà di spingere il concambio fino a 0,20 se si calcola il numero massimo di nuove azioni che è disposto ad emettere il che corrisponderebbe a una valutazione di Rcs ai prezzi di ieri di 0,84 euro. Superiore, dunque, all'attuale proposta di International Media Holding, che ha annunciato di aver rinunciato alla condizione Mac (eventi straordinari di origine politica, finanziaria, economica, valutaria o di mercato che possano in qualche modo impattare sulla situazione di Rcs, come la Brexit).

Tuttavia, la cordata guidata dalla Investindustrial di Andrea Bonomi e partecipata da Unipol, Diego Della Valle, Mediobanca e Pirelli, ha certamente i mezzi per aggiustare il prezzo. Portarlo a 0,85 euro vorrebbe dire di fatto mettere sul piatto più o meno 200 milioni di euro per il 66,7% della società editoriale. Il che implicherebbe circa 135 milioni a carico di Investindustrial e più o meno 15,5 milioni a testa per gli altri partner. Insomma, volendo hanno munizioni da spendere. Da capire fin dove siano disposti a spingersi considerato che, data la complessità dei conti Rcs, nessuno vorrà pagare eccessivamente l'asset. Il cda Rcs ha esaminato le prime evidenze sul semestre 2016 per il quale si stima un ebitda superiore a 37 milioni rispetto agli 11,7 del pari periodo 2015 e oneri non ricorrenti, inclusi quelli relativi alle offerte pubbliche in corso, per un ammontare significativamente inferiore a quello dell'anno precedente.

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