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Rcs, ultimi rilanci. Cairo supera Bonomi

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Rcs, ultimi rilanci. Cairo supera Bonomi

(Ansa)
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Cairo sorpassa Bonomi ai rilanci su Rcs, almeno a stare ai prezzi di ieri. La sorpresa uscita dalle buste consegnate in serata in Consob è che l’Ops (offerta pubblica di scambio) di Cairo Communication si trasforma in Opas (offerta pubblica di acquisto e di scambio), con il concambio alzato a 0,18 e l’aggiunta di 25 centesimi cash. Dall’altra parte l’Opa Bonomi ha fatto cifra tonda, alzando la posta a 1 euro dai precedenti 80 centesimi. Alle ultime quotazioni di Borsa del titolo Cairo Communication (4,38 euro, +4,29% la performance di ieri), lo scambio azionario valorizzerebbe le azioni Rcs 0,7884 euro, con l’aggiunta del contante si arriva a 1,038 euro, poco sopra il prezzo dell’Opa concorrente. Un valore che dovrà essere messo alla prova dell’ultima settimana di fuoco - le offerte termineranno venerdì prossimo - visto che la parte preponderante del corrispettivo di Cairo è soggetta alle oscillazioni di mercato. Ma anche alle valutazioni degli investitori che dovranno decidere se portare a casa il contante e non pensarci più, aderendo all’Opa, oppure se il gioco vale ancora la candela, prolungando la scommessa a fianco dell’editore piemontese, finora a digiuno però di quotidiani.

“La sorpresa uscita dalle buste consegnate in Consob è che l’Ops di Cairo Communication si trasforma in Opas, con il concambio alzato a 0,18 e l’aggiunta di 25 centesimi cash”

 

La parte cash dell’offerta di Cairo vale 130 milioni circa, nell’ipotesi di raggiungere il 100% del capitale. Ipotesi tuttavia irrealistica visto che il fronte concorrente, la cordata dell’Opa Bonomi, ha già in mano il 22,6% del capitale e che difficilmente deciderà di uscire. All’obiettivo dell’Opas, l’esborso si ridurrebbe della metà e potrebbe essere coperto dall’aumento di capitale riservato già preventivato in 70 milioni, con l’ingresso di un partner finanziario in Cairo Communication per una quota massima del 10%. Nel caso di adesioni al 50% da parte degli azionisti di Rcs, la quota di Urbano Cairo nella sua società si diluirebbe del 37,48% al 45,6%

Entra nel vivo, dunque, la contesa per Rcs. Le offerte termineranno venerdì 15 e non saranno possibili altri rilanci. La settimana prossima quindi si vedrà come “voterà” il mercato che ieri ha spinto le azioni della società che edita il Corriere della Sera al massimo degli ultimi nove mesi con un prezzo finale di 0,852 euro (+0,83% la performance di giornata). Entrambe le offerte hanno rinunciato a fare appello alla Brexit per ritirare l’offerta. Entrambe puntano alla maggioranza assoluta, ma la cordata dell’Opa - che parte già con una quota del 22,6% in portafoglio - si riserva di accettare anche il 30%; mentre Cairo, che detiene una partecipazione di poco inferiore al 5%, si riserva di accettare anche il 35%. Come tutte le condizioni sono rinunciabili, salvo, di fatto, quella del change of control che le banche creditrici dovranno approvare all’unanimità. Nessun ostacolo invece sul versante Antitrust, che ieri ha dato il via libera a Opa e Ops, giungendo alla conclusione che «non è necessario procedere ad ulteriori accertamenti in quanto non emergono criticità sotto il profilo della tutela della concorrenza e del buon funzionamento del mercato».

Fino a ieri l’Opa, che offriva un corrispettivo più alto, era in vantaggio: poca cosa comunque perchè le adesioni sono arrivate allo, 0,078536% del capitale. L’Ops Cairo ha rccolto invece finora lo 0,05659% del capitale. Le offerte sono per natura diverse e dunque potrebbero attirare adesioni entrambe. La convenienza ad aderire all’una o all’altra dipende dalla posizione del singolo investitore. L’Opa propone un prezzo certo, inferiore a quello dell’ultimo aumento di capitale ma più che doppio rispetto ai livelli di inizio aprile, quando è iniziata la contesa con la prima mossa di Urbano Cairo. Chi aderisce all’Opa esce dal capitale, con la prospettiva per Rcs, se fosse Bonomi a prevalere, di una prossima iniezione di capitali, visto che la cordata si è già impegnata per un massimo di 150 milioni a seguire un’eventuale ricapitalizzazione finalizzata allo sviluppo del gruppo (il boardi di Rcs ha la delega da spendere fino a metà dell’anno prossimo).

L’Ops invece propone in sostanza di cambiare cavallo, restando comunque esposti su Rcs dal piano superiore, cioè quello della casa editrice di Urbano Cairo che oltre ad avere un portafoglio di riviste ha anche il 100% della tv La7. In questo caso la prospettiva non sarebbe quella di un aumento di capitale, bensì di un riequilibrio dei conti tramite un contenimento dei costi accelerato e la fusione tra le due società che Cairo si è impegnato a considerare nel giro di 12-24 mesi.

Il board di Rcs che finora ha promosso definitivamente, già al secondo rilancio, solo l’Opa Bonomi, bocciando invece l’offerta Cairo, dovrà esprimersi nuovamente all’inizio della settimana prossima.

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