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Oro, le minerarie non si fidano del rally: più coperture dal…

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Oro, le minerarie non si fidano del rally: più coperture dal rischio ribassi

(afp)
(afp)

Il rally dell’oro sembra non convincere fino in fondo le minerarie che lo producono. Durante uno spettacolare primo trimestre - mentre il lingotto si apprezzava del 14% al Comex, il miglior risultato dal 1986 - le attività di copertura dal rischio di ribassi non solo sono proseguite, ma addirittura hanno accelerato: a livello globale l’hedge book è aumentato del 23% a 270 tonnellate, il massimo da 6 anni.

Si tratta del terzo incremento trimestrale consecutivo, evidenzia l’ultimo rapporto di monitoraggio Société Générale-Gfms. E la tendenza - potenzialmente ribassista per l’oro - dovrebbe continuare, favorita dalla Brexit: «Crediamo che l’incertezza sull’ascesa dei prezzi nel 2016 spingerà altri produttori a unirsi al club dell’hedging», scrivono gli autori.

Le operazioni di hedging, che con l’impiego di derivati consentono di bloccare il futuro prezzo di vendita dell’oro, hanno superato quelle di de-hedging di 50 tonnellate nel trimestre gennaio-marzo.

Circa la metà sono state realizzate da produttori australiani, che hanno approfittato della debolezza della valuta locale, e tra questi la parte del leone spetta a Newcrest Mining. Al secondo posto c’è la russa Polyus Gold, che ha proseguito un programma già avviato da tempo.

Polyus era stata tra le prime società aurifere a riaccostarsi all’hedging, dopo che il rally ventennale dell’oro, culminato nel 2011 col record storico di 1.920,30 $/oncia, aveva portato ad abbandonare quasi del tutto la pratica.

L’hedging è tornato a prevalere sul riacquisto di contratti di vendita a termine solo dal 2014, dopo molti anni di de-hedging netto. Il 2015 ha confermato la tendenza e, anche se il fenomeno ha tuttora dimensioni ridotte, oggi si sta rafforzando. Su 33 società aurifere che hanno fatto hedging nel primo trimestre, 26 erano “neofite”.

Nel secondo trimestre, con contratti per 49 tonnellate in scadenza, sembrava che il de-hedging dovesse tornare a prevalere, scrivono SocGen e Gfms. Ma dopo il referendum britannico, che ha fatto volare l’oro sopra 1.350 $/oncia, sono emerse molte operazioni di segno opposto.

«La tendenza al net hedging si estenderà al secondo trimestre», affermano ora le due società. E lo stesso risultato è «probabile» per l’intero 2016.

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