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Gas liquido, «per promuoverlo serve una tassa ecologica»

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ENERGIA E AMBIENTE

Gas liquido, «per promuoverlo serve una tassa ecologica»

Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi (Imagoeconomica)
Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi (Imagoeconomica)

ROMA - I ribassi del petrolio e la corsa all'auto elettrica (ancora timida ma promettente) stanno creando non pochi problemi ad un protagonista illustre della nostra energia: il gas liquido. Un peccato per tutti e non solo per le imprese del settore, avverte Assogasliquidi, che nell'assemblea annuale di oggi lancerà il suo altolà. C'è - insiste il presidente dell'associazione confindustriale, Francesco Franchi - un problema ambientale e persino sociale, perché com'è noto il gas liquefatto rappresenta il carburante tradizionale più pulito e più flessibile nella sua capacità di raggiungere anche i luoghi ancora privi della distribuzione metanifera nazionale.

E si rischia di frenare sul nascere la corsa un'importante evoluzione industriale e tecnologica: l'utilizzo estensivo del Gnl (il metano liquefatto che viene portato via nave per alimentare i rigassificatori di cui anche l'Italia si è dotata per differenziare le forniture) non solo per la distribuzione di metano e per la generazione elettrica, ma anche per l'uso alternativo a benzina e gasolio nelle navi e perfino nei trasporti commerciali su strada.

KM PERCORSI CON 10 EURO DI CARBURANTE
Simulaizone effettuata utilizzando i prezzi medi alla pompa dei carburanti, rilevati a maggio 2016 dal Ministero dello Sviluppo Economico e valori ufficiali dei consumi delle auto su ciclo misto (Fonte: Assogasliquidi)

Riassetto normativo
Un pilastro importante del nostro futuro energetico che merita di più, incalza Assogasliquidi. Che chiede alle istituzioni un po' di consapevole attenzione. Innanzitutto con una manovra sul fronte normativo e fiscale che liberi le potenzialità del gas liquefatto anche con “una revisione in chiave ecologica della tassazione automobilistica“ che “potrebbe contribuire, se adottata in tempi brevi, a riagganciare il gas alla ripresa complessiva dell'immatricolazioni, evitando che questi perdano ulteriori quote di mercato a vantaggio dei combustibili convenzionali “. Nel frattempo occorre “razionalizzare le politiche di sostegno e di incentivi che oggi godono alcuni prodotti, come ad esempio la biomassa legnosa, molto dannosi per l'ambiente, al fine di garantire la giusta neutralità fiscale tra le fonti energetiche”.

Con qualche intervento e le giuste garanzie l'industria è pronta a fare la sua parte. “Il Gnl vede un'attenzione sempre maggiore delle imprese per sviluppare progetti di investimento per le necessarie infrastrutture di stoccaggio sul territorio nazionale” sottolinea Assogasliquidi. Che fa appello anche all'Autorità per l'energia perché definisca “assetti normativi e regolatori che tengano conto delle specificità del settore e delle sue potenzialità”.


I segnali del mercato
Nel 2015 - ricorda l'associazione confindustriale- l'Italia ha consumato 3,3 milioni di tonnellate di GPL, poco più della metà nella combustione e il resto per autotrazione. E sono più di 7 milioni le famiglie che si riscaldano, cucinano e producono acqua calda grazie al GPL, che riesce a raggiungere anche le aree più disagiate del nostro territorio: comunità montane, aree rurali e isole. Il 2015 prometteva una certa ripresa rispetto alla contrazione di oltre 1/3 dei consumi globali rispetto a 10 anni fa. Ma il segnale si è rivelato effimero. Infatti nei primi cinque mesi del 2016 il GPL per uso combustione ha fatto registrare un consumo di 747 mila tonnellate, il 2% in meno rispetto allo stesso periodo. E nell'autotrazione è andata ancora peggio, con un calo del 2,6% a 660 mila tonnellate. Rallentano nel frattempo le conversioni delle auto a gpl (-13,1% nel 2015 rispetto all'anno precedente, sull'onda di 1 - 23% già registrato nel 2014) e lo stesso vale per le nuove immatricolazioni, che nel 2015 sono diminuite del 3% sprofondando a -19,5% nel primo semestre di quest'anno.

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