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la giornata dei mercati

Il caso Commerz scuote l'Europa. Milano affonda del 2,76% con le banche: crolla Mps (-16%)

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Banche nuovamente nella bufera in tutta Europa con i listini in profondo rosso e Milano che chiude a -2,76%. Pesano ancora gli stress test ma soprattutto l'effetto Commerzbank : la banca tedesca crolla a Francoforte (-9,19% ai minimi storici) dopo avere rivisto al ribasso le stime per l'intero 2016, che chiuderà con un utile in calo rispetto all'anno scorso. A Milano la maglia nera è Banca Mps (-16%), più volte sospesa per eccesso di volatilità; forti vendite anche su tutto il comparto delle popolari mentre Unicredit, sulle insistenti voci di aumento di capitale, cede il 7%.

Meglio Intesa Sanpaolo (-3,8%) dopo i conti oltre le attese mentre grazie alle trimestrali avanzano Campari (+4,6%), che ha confermato i target di fine anno, e Ferrari (+2,5%) protagonista di un'inversione di rotta proprio dopo la diffusione del rendiconto al 30 giugno. Sul fronte dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,122 dollari, aggiornando i massimi da cinque settimane, e 113,82 yen (113,32 ieri) mentre il biglietto verde si indebolisce ancora a 100,95 yen. Dopo uno sprint iniziale il petrolio Wti consegna settembre a New York rallenta e sale dello 0,2% a 40,15 dollari al barile.

Sulle banche pesa effetto profit warning di Commerzbank
Nuova giornata di passione dunque per le banche italiane in un quadro europeo che, comunque, non appare più roseo. Le vendite, infatti, hanno interessato sia i titoli degli istituti italiani che quelli dei principali istituti continentali, a partire dalla tedesca Commerzbank dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre ma soprattutto dopo il taglio delle stime per l'intero anno: il gruppo si aspetta un utile netto e un utile operativo più bassi rispetto a quelli del 2015. Commerzbank chiude il secondo trimestre con un utile in flessione del 32% a 209 milioni di euro. Il titolo ha già perso il 44% dall’inizio dell’anno e ora ha una capitalizzazione di circa 6,7 miliardi di euro. La banca tedesca è stata una di quelle uscite peggio dagli stress test pubblicati venerdì scorso dall’Autorità bancaria europea. Già ieri gli investitori hanno venduto a piene mani i bancari in generale, nella prima seduta dopo la pubblicazione dei risultati degli stress test e ancora oggi stanno prendendo le distanze dal comparto.

Milano è così la peggiore Borsa del Vecchio Continente insieme a Madrid, che ha ceduto il 2,77%. Parigi lascia invece sul terreno l'1,84%, Francoforte l'1,8% e Londra lo 0,73%. Piazza Affari è depressa da tutti i titoli del comparto bancario, a partire da Mps (-16,1%) che ieri aveva invece ben performato dopo i risultati degli stress test, Bper (-12,3%), Bpm (-10,2%), Banco Popolare (-10,1%) e Unipol (-9%). Unicredit cede il 7,1% con il mercato che teme un aumento di capitale fino a 8 miliardi di euro (ma non si escludono neppure ulteriori cessioni di partecipazioni). Nonostante la crescita sul mercato italiano delle immatricolazioni, Fca cede il 4,3% mentre Intesa Sanpaolo (-3,8%) limita le perdite dopo la trimestrale che ha mostrato un utile in calo (ma sopra il consensus) e le dichiarazioni dell'ad Carlo Messina, secondo il quale la banca è in anticipo sul piano. Tra i pochi titoli positivi ci sono Ferrari (+2,5%) e Campari (+4,6%) con quest'ultima che ha anche toccato un massimo storico oltre quota 10 euro. Entrambe le società hanno confermato i target 2016 e anche grazie a questo hanno ben performato in Borsa. Sopra la parità anche A2A (+0,1%). Fuori dal listino principale debole Saras (-9,5%) dopo la trimestrale deludente.

IL TITOLO COMMERZBANK IERI E OGGI
01 e 02 agosto ore 11.40 (Fonte: Thomson Reuters)
IL TITOLO MPS IERI E OGGI
01 e 02 agosto ore 11.40 (Fonte: Thomson Reuters)

Intanto, a Francoforte le vendite si sono concentrate anche Deutsche Bank, la prima banca tedesca, mentre a Parigi sono andate giù Bnp Paribas,Credit Agricole e Societe Generale. Sul fronte macro la giornata non ha offerto spunti particolarmente rilevanti. Nel Vecchio Continente è stato pubblicato a metà mattina il dato per la zona euro sui prezzi alla produzione mentre da Oltreoceano arriveranno indicazioni su redditi e consumi del mese di giugno e l’indice Ism manifatturiero per il mese di luglio.

Ferrari inverte la rotta dopo i conti
Ferrari ha invertito la rotta dopo i conti dopo che ha chiuso il secondo trimestre del 2016 con un utile netto di 97 milioni di euro, un incremento di 21 milioni (o del 29%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il gruppo di Maranello spiega che il dato «è dovuto all'effetto congiunto di un forte Ebit e di un'aliquota fiscale inferiore rispetto all'anno precedente, parzialmente compensato dagli oneri per richiami relativi ai dispositivi di gonfiaggio degli airbag forniti» dalla giapponese Takata. Nel primo semestre dell'anno profitti hanno raggiunto i 175 milioni di euro, un incremento del 24% sui 141 milioni dei primi sei mesi del 2015.


(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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