Finanza & Mercati

Volkswagen, in Germania processo da 4 miliardi per il Dieselgate

  • Abbonati
  • Accedi
multa Antitrust in italia

Volkswagen, in Germania processo da 4 miliardi per il Dieselgate

L’impianto Volkswagen di Wolfsburg (Reuters)
L’impianto Volkswagen di Wolfsburg (Reuters)

Dopo la mega-multa inflitta dagli Usa, per Volkswagen si apre il fronte europeo: l'Antitrust italiano infligge una multa da cinque milioni di euro, e, soprattutto, in Germania sta per essere aperto un processo che potrebbe costare addirittura fino a quattro miliardi al colosso automobilistico di Wolfsburg. A quasi un anno di distanza dallo scoppio dello scandalo dei test truccati grazie a un software, la scia del “Dieselgate” è ancora lunga. Sono passate meno di due settimane dal via libera dei giudici americani all'accordo fra Volkswagen e le autorità statunitensi: transazione da 14,7 miliardi di dollari, una mazzata per il bilancio del gruppo, che pure ha chiuso il primo semestre 2016 con un utile operativo di 7,5 miliardi nonostante il calo delle vendite negli Usa.

La multa italiana

In Europa i tempi sono più lunghi. La Ue chiede indennizzi ai clienti europei al pari di quelli americani, ma il negoziato coinvolge inevitabilmente la politica. Il gruppo sta procedendo al richiamo pianificato di circa 800.000 auto, circa 4,6 milioni su scala mondiale contro 11 milioni di vetture coinvolte. La Ue ha fatto sapere, a giugno, di non aver ancora ricevuto un rapporto dall'Italia sui test delle auto Volkswagen sotto accusa. I consumatori sono in fermento e dicono che nella Penisola «tutto tace». Intanto si muove l'Antitrust, con una multa, cinque milioni di euro, pari al «massimo edittale», inflitta per una condotta «scorretta ai sensi del Codice del Consumo» che induceva i consumatori a scelte che non avrebbero fatto se avessero saputo dell'inquinamento reale prodotto dalle auto Vw. Con l'aggravante di messaggi pubblicitari e claim che decantavano una particolare sensibilità ambientale.

In Germania processo pilota
«Un tribunale spiana la strada a un processo pilota», ha titolato intanto il sito del quotidiano economico Handelsblatt, riferendo della decisione presa venerdì da una corte di Braunschweig e resa nota oggi dall'agenzia Dpa citando una magistrato. Il tribunale ha presentato alla corte d'appello «questioni di contenuto e di diritto sullo scandalo delle emissioni e possibili pretese da parte degli azionisti», sintetizza lo Spiegel Online. L'apertura del processo-pilota potrebbe avvenire nell'ultimo trimestre di quest'anno ma la scadenza non è certa, scrive l'Handelsblatt citando la giudice Maike Block-Cavallaro.

«È lo sparo di partenza», ha dichiarato Block-Cavallaro alla Dpa usando una metafora olimpico-sportiva per dare il senso della decisione di venerdì scorso. Lo Spiegel ricorda che i ricorrenti accusano Volkswagen di averli informati troppo tardi sulle manipolazioni informatiche per aggirare le normative ambientali sui motori diesel e di aver subito danni sul mercato azionario dopo lo scandalo scoppiato nel settembre dell'anno scorso.

Il ricorso più pesante per Wolfsburg, «da 3,255 miliardi di euro» è stato avanzato per conto di 277 investitori istituzionali da un avvocato di Tubinga, Andreas Tilp. Il «secondo maggiore gruppo di ricorrenti”, che chiede quasi 680 milioni di euro, viene rappresentato dall'ufficio legale Quinn Emanuel. Gli investitori che non hanno chiesto un «Musterverfahren” (processo modello), devono aspettare una decisione in questo procedimento pilota, ricorda ancora il sito del settimanale.

© Riproduzione riservata