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Raffica di richieste danni a Mps: Coop vuole 137 milioni. In…

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Raffica di richieste danni a Mps: Coop vuole 137 milioni. In totale sono 283 milioni

Ansa
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Nuova tegola per Mps, già alle prese con uin difficile piano di ricapitalizzazione e di cessione delle sofferenze. Monte dei Paschi di Siena ha ricevuto richieste di danni per 283 milioni complessivi da diversi azionisti in buona parte per presunte falsità nei prospetti informativi degli aumenti di capitale realizzati a partire dal 2008. È quanto viene indicato nella relazione semestrale dell'istituto senese. In particolare il gruppo Coop Centro Italia, sia attraverso la società capofila sia attraverso Coofin srl, ha citato in giudizio nel mese di luglio Mps «assumendo essenzialmente la falsità dei prospetti informativi» relativi agli aumenti di capitale 2008, 2011 (gestione Mussari-Vigni) e 2014 (gestione Profumo-Viola) e reclamando danni per complessivi 137,1 milioni. L'udienza è fissata per il 20 gennaio 2017 e l'atto di citazione riguarda sia Mps sia Consob.

Nella documentazione sui conti semestrali, compare anche la citazione in giudizio da parte dell'azionista Arnaldo Marangoni (che ha acquistato titoli tra il 2008 e il 2013) e a cui si sono uniti altri 124 soci e investitori (che hanno sottoscritto azioni sia sul mercato sia in occasione degli aumenti 2008 e 2011): l'azione quantifica i danni in 97 milioni complessivi lamentando «informazioni asseritamente non corrette contenute nei prospetti informativi, nei bilanci e in tutte le comunicazioni price sensitive diffuse dalla capogruppo che avrebbero avuto l'effetto di trarre in inganno ed indurre in errore» i risparmiatori.
Secondo Marangoni, la capogruppo «nell'arco temporale 2008-2013 avrebbe illecitamente fornito una falsa rappresentazione della propria situazione patrimoniale, economica, finanziaria reddituale e gestionale, falsa rappresentazione che avrebbe avuto l'effetto di trarre in inganno ed errore» l'investitore. A questa causa a marzo si sono uniti altri 124 nominativi che affermano di aver acquistato azioni della banca durante gli aumenti di capitale del 2007 e 2011.

A queste si aggiungono altre dodici cause pendenti promosse da azionisti, sempre relativamente alle informazioni fornite per gli aumenti di capitale 2008-11-14, per una richiesta complessiva alla banca di 49 milioni.
«Le azioni promosse dagli investitori - sottolinea la banca nella relazione semestrale - potrebbero aumentare, anche significativamente, dal punto di vista del numero e delle richieste risarcitorie, rispetto a quelle avviate sino alla data di riferimento della presente relazione finanziaria semestrale», anche a seguito delle risultanze del procedimento penale del 2014 pendente presso il Tribunale di Milano che vede coinvolto Mps e, ove, ad oggi si sono costituiti parti civili 353 soggetti.

Le azioni promosse da Coop Centro Italia Spa e da Coofin srl, sono state entrambe presentate il 26 luglio al tribunale di Firenze. L'udienza sarà il 20 gennaio 2017. Coop Centro Italia reclama danni per 85,5 milioni, dei quali 20,3 milioni legati all'aumento di capitale del 2008 e 9,2 milioni per l'aumento di capitale del 2011. Per 56 milioni, poi, in solido - o in subordine ciascuna per quanto di ragione - con Consob, chiamata a rispondere per l'operato dell'Autorità e quello dei suoi commissari e funzionari, relativamente all'aumento di capitale 2014, «il tutto per le minusvalenze patite oltreché il lucro cessante da determinare in corso di causa». Coofin srl reclama invece danni per 51,6 milioni, dei quali 11,5 milioni per l'aumento del 2008, 6,1 milioni per l'aumento del 2011 e 34 milioni in solido con Consob.

Inoltre Riscossione Sicilia, la società che si occupa della riscossione dei tributi in Sicilia controllata dalla Regione, ha citato Banca Monte dei Paschi di Siena a Palermo chiedendone la condanna al pagamento della complessiva somma di 106,8 mln di euro. La pretesa, afferma Mps, si inquadra nell'ambito dei rapporti che traggono origine dalla cessione a Riscossione Sicilia della partecipazione già detenuta dalla banca in Monte Paschi Serit spa (poi Serit Sicilia spa). «In particolare Riscossione Sicilia - spiega la banca -, in relazione alle previsioni contrattuali inerenti alla suddetta cessione, chiede ora la condanna della Banca a titolo di responsabilità contrattuale per asserite sopravvenienze passive di Monte Paschi Serit spa/Serit Sicilia spa».

La nuova tegola giunge in una fase delicata per Mps, che ha da poco varato un progetto di consolidamento dei crediti in sofferenza da circa 10 miliardi netti. Lo schema per la messa in sicurezza della più antica banca al mondo - considerata il vero malato del sistema bancario italiano - si sviluppa in due atti, uno prosecuzione dell'altro. La prima fase prevede la cessione di 27 miliardi di euro di sofferenze lorde al 33% del valore, pari a circa 9,2 miliardi netti. Per toglierle dal bilancio, dimezzando così l'intera mole di crediti deteriorati in portafoglio, Siena effettuerà una maxi-cartolarizzazione dei crediti («senza precedenti per struttura e dimensione sul mercato italiano», come si legge in una nota) a cui parteciperà Atlante II, il fondo finanziato da banche, assicurazioni e casse previdenziali.

In un secondo tempo, una volta ripulito il bilancio, Mps varerà un aumento di capitale da cinque miliardi, che sarà garantito da un consorzio di banche capitanato da JpMorgan e Mediobanca(che saranno global coordinator) e da altre sei banche d'affari che hanno già firmato un accordo di pre-underwriting: si tratta di Goldman Sachs, Santander, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank e BofA Merrill Lynch. La disponibilità delle banche a sottoscrivere l'eventuale inoptato è la conferma di un clima di fiducia che si è creata nel mondo delle banche d'affari man mano che l'operazione di pulizia del Monte prendeva forma.
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