«Fare esercizio fisico e perdere peso al fine di recuperare agilità». Ecco come dovrebbe reagire l’industria bancaria ai grandi cambiamenti imposti dalla crisi finanziaria globale e che passano per il nuovo quadro regolatorio sovranazionale e il formidabile sviluppo delle tecnologie informatiche. È questo l’appello lanciato ieri dal direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, nel suo intervento alla 18esima Giornata del credito che si è svolta a Roma.
Il problema dei problemi delle nostre banche - ha affermato Rossi - è la bassa produttività. Un problema particolarmente acuto in Italia e riflette anche nell’elevato livello dei crediti deteriorati il cui smaltimento «richiederà inevitabilmente tempo». Per questo occorre accelerare con la razionalizzazione delle sedi centrali e della reti territoriali per «riassorbire l’eccesso di capacità produttiva che si è determinato in questi lunghi anni di crisi». In non pochi casi saranno inevitabili anche interventi sul personale. E a questo proposito Rossi ha indicato la via da percorrere: «Si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali esistenti - ha spiegato - ovvero il pensionamento anticipato finanziato dal fondo di solidarietà di settore, per il quale è stata recentemente ampliata la possibilità di utilizzo. Ma, se necessario, occorreranno interventi ad hoc».
Un altro aiuto al recupero di redditività arriverebbe poi dalle aggregazioni, «da facilitare soprattutto fra banche di media dimensione dove le possibilità di sfruttare sinergie di costo e diversificare le fonti di ricavo appaiono più elevate».
Alle parole di Rossi ha risposto il sindacato di maggioranza dei bancari, la Fabi, che ha insistito sulla necessità di puntare, per la gestione degli esuberi, sulla «volontarietà dei prepensionamenti, una banca moderna al servizio dei territori e una decurtazione di almeno il 30% degli alti stipendi dei manager». Fabi, per bocca del segretario generale, Lando Maria Sileone, ha inoltre respinto l’ipotesi di un utilizzo della Naspi (indennità di disoccupazione) chiedendo invece un rafforzamento del fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria interamente finanziato da banche e lavoratori anche attraverso un intervento legislativo del Governo.
All’evento romano, sul fronte delle imprese è intervenuto Matteo Zanetti, il coordinatore del gruppo tecnico Credito e Finanza di Confindustria, che ha invece sottolineato gli aspetti critici del finanziamento alle aziende. «È essenziale - ha affermato tra l’altro - ritrovare la strada della crescita, ma le imprese non possono crescere se non sono finanziate. L’andamento del credito è ancora molto debole, per sostenerlo e valorizzarlo è necessario, tra le altre misure, scongiurare il rischio che la stretta regolatoria sia accentuata, evitando in particolare i rischi connessi all’introduzione della cosiddetta Basilea 4 e di un rating ai titoli di stato nei bilanci delle banche. Sarà poi necessario confermare lo Sme Supporting Factor». Secondo Zanetti si dovrà poi «rifinanziare e rafforzare il fondo di garanzia per le Pmi, valorizzare l’uso delle variabili qualitative nei sistemi di rating delle banche - su questo stiamo già lavorando con l’Abi e gli istituti di credito - e assicurare che il patto marciano produca effetti tangibili a vantaggio delle aziende». E serve infine sviluppare i canali di credito non bancario: «Bisogna catalizzare la crescita delle imprese, che devono aumentare l’apporto di capitale proprio, accedere al capitale di rischio e a strumenti di debito alternativi al credito bancario, offrire buona governance e informazione trasparente al mercato».
Al margine degli interventi ufficiali, Salvatore Rossi ha infine risposto alle domande dei giornalisti sulla vicenda delle quattro banche in risoluzione.
Senza commentare direttamente le trattative in corso per l’acquisto delle “good bank”, Rossi ha affermato che «ci sono ipotesi e strumenti per trovare una soluzione positiva a questi problemi ed evitare la liquidazione». Rossi ha quindi ricordato che i supervisori - Bce e Banca d’Italia - sono preoccupati «che gli eventuali acquirenti compiano l’operazione corretta per la loro solidità. C’è Bruxelles preoccupata che non ci siano aiuti di Stato, poi c’è impegnato il Governo italiano e ci siamo noi, preoccupati della stabilità finanziaria del Paese e che non siano ventilate ipotesi di contagio finanziario». È una trattativa complessa - ha aggiunto Rossi - ricordando che la Banca d’Italia «è la proprietaria delle quattro banche ponte e che Andrea Nicastro, presidente delle quattro banche, conduce le trattative».
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