Finanza & Mercati

ChemChina scala Syngenta e pensa alla fusione con Sinochem

  • Abbonati
  • Accedi
cina

ChemChina scala Syngenta e pensa alla fusione con Sinochem

(Reuters)
(Reuters)

Non è ancora riuscita a conquistare Syngenta e già potrebbe essere coinvolta in un’altra fusione. ChemChina, gruppo cinese che tra l’altro controlla Pirelli, sarebbe in trattativa con la connazionale Sinochem per dar vita al maggior colosso mondiale della chimica, con un patrimonio di oltre 110 miliardi di dollari, superiore a quello della tedesca Basf.

Per il momento si tratta soltanto di indiscrezioni, peraltro smentite dalle due società. Ma le voci sono insistenti ed effettivamente credibili, considerata la volontà politica di Pechino di incoraggiare il consolidamento tra le società statali cinesi, in modo da creare campioni nazionali nei settori chiave dell’economia. Negli ultimi mesi ci sono state grandi fusioni nei trasporti marittimi (China Cosco Shipping), nelle ferrovie (Cnr-Csr) e nell’acciaio (Baosteel-Wuhan).

ChemChina e Sinochem insieme potrebbero conseguire importanti sinergie, in particolare nella raffinazione di petrolio, con una capacità complessiva di un milione di barili al giorno, superata in Cina solo da Sinopec e Petrochina. I due sono una potenza anche nel campo dei fertilizzanti, grazie soprattutto a Sinofert, che fa capo a Sinochem.

È proprio in questo segmento che l’ipotetica operazione si potrebbe saldare con quella in corso per l’acquisizione di Syngenta, importante gruppo agrochimico svizzero, specializzato in sementi e pesticidi. L’offerta di ChemChina, da 43 miliardi di dollari, era stata lanciata lo scorso febbraio ed è già stata prorogata tre volte: la scadenza èora l’8 novembre, anche per consentire all’Antitrust europea di pronunciarsi in merito alla fusione (Bruxelles ha preso tempo fino al 28 ottobre).

L’operazione ha già ottenuto via libera negli Usa lo scorso agosto, ma non è chiaro che cosa potrebbe succedere se davvero ci fosse un cambio così importante nell’azionariato come una fusione ChemChina-Sinochem. Alcuni analisti ritengono che i regolatori potrebbero avere la necessità di riesaminare l’operazione, preoccupazioni che si sono riflesse anche in borsa con un ribasso di oltre il 2% per Syngenta, ai minimi da due mesi.

© Riproduzione riservata