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Wind-3 Italia, via al colosso tlc della joint Hutchison-Vimpelcom

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Wind-3 Italia, via al colosso tlc della joint Hutchison-Vimpelcom

Wind e 3 Italia compiono un nuovo passo verso l’integrazione che porterà a fondere opertivamente le due compagnie telefoniche a inizio dell’anno prossimo. Da ieri infatti sia Wind che 3 Italia fanno capo entrambe alla joint venture costituita da Hutchinson e Vimpelcom. A guidarla, come da programma, l’attuale ad di Wind Maximo Ibarra, supportato da Dina Ravera, con la qualifica di merger integration officer e da Stefano Invernizzi come direttore finanziario, entrambi provenienti da 3 Italia. L’attuale ad di quest’ultima, Vincenzo Novari, assumerà invece l’incarico di special advisor di CK Hutchison.

Il nuovo operatore che nascerà dall’unione delle due società potrà contare su 31 milioni di clienti nel mobile e 2,7 milioni nel fisso e, grazie anche all’accordo di collaborazione con Enel OpenFiber, si proporrà sul mercato come operatore integrato. Dall’integrazione - autorizzata con alcuni correttivi dalla Ue questa estate e dal Mise e Agcom negli ultimi giorni - si conta, come ricorda una nota, di ottenere a regime sinergie di costi e in termini di investimenti per 700 milioni di euro all’anno. Il valore attuale delle efficienze previste, sia in termini di Capex che di Opex, è di oltre 5 miliardi di euro al netto dei costi di integrazione.

L’operazione, ha sottolineato Canning Fok, co-managing director di CK Hutchinson, «non solo darà vita ad un operatore nuovo e competitivo, ma genererà investimenti significativi che guideranno lo sviluppo dell’infrastruttura digitale del Paese». «Nel 2017, non appena le due compagnie integreranno le proprie reti e condivideranno il loro know how tecnologico, i clienti beneficeranno di una migliore qualità del servizio e di una rete dati ancora più performante», ha promesso da parte sua Jean-Yves Charlier, Chief Executive Officer di Vimpelcom.

I ricavi aggregati delle due compagnie italiane a fine 2014 ammontavano a 6,4 miliardi. Wind ha concluso i primi nove mesi con i ricavi in crescita del 2% a 3,3 miliardi (+6,4% in particolare nel terzo trimestre), Ebitda a 1,25 miliardi (+1,9% nei nove mesi, +10,9% nell’ultimo trimestre) e marginalità del 37,8% che è balzata al 40,8% in particolare nel trimestre estivo. L’utile, infine, è stato pari a 212 milioni. Unendosi con 3 Italia, il nuovo gruppo nascerà con una leva finanziaria elevata (Wind ha una posizione finanziaria netta negativa per 9,6 miliardi, pari a 5,6 volte l’Ebitda), ma i piani prevedono di ricondurre entro il 2019-2020 il rapporto net debt/Ebitda intorno a 3 volte, un livello compatibile con un rating investment grade di tripla B. A quel punto, a debito ridimensionato, potrebbe essere considerata anche l'Ipo.

Nel frattempo i rapporti tra i due soci, nella joint paritaria 50%-50%, saranno regolati da una governance che, già definita nei dettagli, cerca di limitare le aree di potenziale conflitto. Il consiglio di amministrazione sarà composto da otto manager, quattro per ciascuno dei due soci. Per la presidenza è prevista una rotazione ogni 18 mesi, con l’avvicendamento tra gli esponenti dei due partner della joint venture. Il voto del presidente sarà determinante su alcune questioni fondamentali di business.

In caso di divorzio, il piano di separazione prevede un processo rapido per risolvere la questione nel giro di sei mesi. Il sottostante è un accordo tra i due soci per la cessione al partner delle rispettive quote nella joint venture, facoltà esercitabile a partire da fine 2019 sotto forma di opzioni put&call, che costituiscono una garanzia reciproca nell’eventualità di stallo decisionale.

Il consolidamento del settore delle tlc in Italia è comunque relativo. Se dall’unione di Wind e 3 nascerà un nuovo competitor, potenzialmente il primo nel mobile, gli operatori resteranno comunque quattro, dato che la Ue, nell’autorizzare l’operazione, ha posto come condizione l’ingresso di un nuovo entrante, identificato nel gruppo Iliad di Xavier Niel. L’imprenditore francese che ha costruito in patria una compagnia di successo, basata sulla concorrenza low cost, ha già stretto a luglio un accordo per rilevare le frequenze e le torri mobili in eccesso che il nuovo gruppo Wind-3 dovrà cedere. Prezzo concordato per il pacchetto: 450 milioni.

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