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Borsa: la Trump-economy premia difesa e infrastrutture, utility…

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le conseguenze sui mercati

Borsa: la Trump-economy premia difesa e infrastrutture, utility ko. I business regolati pagano il timore di un rialzo dei tassi

Volano i titoli farmaceutici, della difesa e legati alle materie prime e alle costruzioni (più in generale alle infrastrutture); crollano le utility, le società esposte a business regolati (e dunque penalizzate da un possibile aumento dei tassi) e quelle, per esempio le società automobilistiche, che producono in Messico per poi esportare negli Stati Uniti. Il “chi vince e chi perde” in Borsa del giorno dell'inaspettato trionfo di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca vede un andamento piuttosto coerente tra Piazza Affari e i principali listini europei ed è stato determinato sia dal programma elettorale del candidato repubblicano sia da quanto ha annunciato proprio oggi nel suo primo discorso ufficiale: «Rilanceremo i nostri centri urbani e ricostruiremo le nostre autostrade, ponti, gallerie, aeroporti, scuole, ospedali».

Non stupisce così che a Piazza Affari la migliore dell'Ftse Mib sia Buzzi Unicem, in rialzo dell'8%, che è molto esposta sugli Stati Uniti dove ha ben otto impianti (solo uno in meno dell'Italia) e realizza un fatturato di quasi 1,1 miliardi su 2,6 complessivi; anche a Francoforte si scommette su HeidelbergCement (+4,4%) e a Parigi su Lafarge (+4%). Altro settore galvanizzato dall'effetto Trump è quello della difesa: a Milano Leonardo-Finmeccanica strappa del 7,6% mentre sul Cac Airbus recupera il 2,7% e a Londra Ashtead balza del 12% e Bae Systems del 6,7%. Senza dimenticare la farmaceutica, che potrebbe essere favorita da una eventuale revisione dell'Obamacare con un calo della tassazione sui titoli del settore: qui il movimento è uniforme e massiccio, visto che a Milano Recordati chiude a +4,3%, Bb Biotech a +13,2% mentre Diasorin recupera l'1,3%; le tedesche Fresenius e Bayer segnano rispettivamente +7,1% e +5,1% mentre la francese Sanofi recupera il 5,8%. E anche le infrastrutture e i titoli delle materie prime (addirittura +6,6% lo stoxx europeo di settore), come detto, volano esaltati dal possibile piano keynesiano di maxi investimenti annunciato questa mattina da Trump. Qualche nome? A Piazza Affari Salini Impregilo (+7,7%), che in Usa ha da poco consolidato Lane, Astaldi (+4,4%), Saipem (+5,7%) e Tenaris (+6,5%) che realizzano infrastrutture legate al greggio; a Parigi spicca Alstom (+9%) mentre a Londra c'è il trionfo delle materie prime con Fresnillo (+10,7%), Antofagasta (+8,9%) e Rio Tinto (+6,8%).

Tra i titoli più penalizzati invece sicuramente quelli esposti sui business regolati, cioè legati a tariffe determinate dallo Stato in base a formule che comprendono anche i tassi d'interesse sul mercato. La politica fiscale espansiva annunciata da Trump potrebbe portare infatti inflazione e dunque costringere la Fed ad alzare il costo del denaro. Negli ultimi mesi, del resto, lo stesso Trump non ha fatto mancare critiche alla politica monetaria ultraespansiva della Fed. Così oggi, specie in chiusura di seduta, le vendite si sono concentrate su utility regolate con Italgas (-6,9%, dall'Ipo di lunedì ha già bruciato il 10,7%), Snam (-4,4%), Atlantia (-3,4%), Enel (-2,4%) e Terna (-2,2%); per dare uno sguardo agli energetici europei, Engie e Veolia hanno perso l'1,9% e Rwe lo 0,7%. A livello europeo, lo stoxx di settore delle utility è stato il peggiore e ha ceduto l'1,3%, seguito dal settore auto, in ribasso dello 0,4%. Proprio le case automobilistiche europee, in particolare quelle che producono in Messico, scontano - come riportato oggi dagli analisti di Mediobanca - la possibile imposizione di tasse sull'import di beni provenienti dal Paese annunciata da Trump. Così Fca cede il 2,2% e Brembo il 2,9% mentre Volkswagen è la peggiore del Dax con un passivo del 2%.

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