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Mps, corsa al quorum (che ancora non c'è) per…

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ricapitalizzazione a rischio

Mps, corsa al quorum (che ancora non c'è) per l'assemblea

Il clima invernale che si respira sui mercati, unito alle asperità di un tracciato già di per sé non agevole, renderanno il percorso che attende Mps di qui a fine anno tutt'altro che una passeggiata. Ma questo già si sapeva. A pochi giorni dall'assemblea del 24 novembre, però, è ormai chiaro che anche partire con il piede giusto non sarà né facile né scontato: il quorum minimo del 20% del capitale, necessario per costituire validamente l'assemblea straordinaria, al momento non è ritenuto ancora acquisito. Con il rischio non del tutto marginale di non poter neanche partire con la ricapitalizzazione da cinque miliardi e in parallelo con la cartolarizzazione condotta in tandem con Atlante.

I margini ancora ci sono, ma diverse fonti ben informate fanno intendere che il traguardo è ancora lontano. Troppo esiguo, ormai, lo zoccolo duro dei soci noti, troppo ridotta la quota degli istituzionali esteri e troppo elevata la componente dei fondi speculativi dentro al capitale di una banca reduce da almeno tre mesi di volatilità estrema, con ampie fette di capitale passate quotidianamente di mano. Senz'altro ci sarà il Tesoro, che forse non voterà (come accaduto in passato) ma farà valere il suo 4%, a cui si aggiungerà il 3,17 di Axa, il 2% scarso della Millenium partecipazioni di Alessandro Falciai (neo presidente in pectore), l'1,5 della Fondazione Mps e l'1% di cui sarebbero ancora accreditati i soci sudamericani, in particolare Fintech: in totale, però, fa solo l'11-12%, a cui potrebbe aggiungersi una quota di 3-4 punti di capitale portati in dote dai grandi istituzionali esteri, che ancora nell'assemblea di aprile - quando si era palesato il 31% del capitale - erano ampiamente in doppia cifra; da allora però molto hanno venduto (o prestato), e al momento sembra che il contributo sarà minimo.

Così, nell'ambito della sollecitazione di deleghe affidata a Morrow Sodali, si lavora sulle due categorie che restano: gli azionisti retail, comunque poco sensibili a una causa che in passato li ha visti perdere gran parte del loro investimento e in futuro li vedrà condannati a una fortissima diluizione (anche se a titolo di compensazione riceveranno i titoli junior degli Npl cartolarizzati) e la grande platea di hedge fund e simili. Che hanno tutto l'interesse a un via libera dell'operazione, è vero, ma che - stando a quanto sembra emergere - sono poco avvezzi al voto e operano con logiche così vicine all'automatismo da ignorare quasi completamente ciò che accade nel sottostante dei loro investimenti. Convincerli a intervenire, pertanto, non è compito facile. Un quadro attendibile della situazione si avrà non prima di mercoledì mattina, ma già lunedi in cda la banca farà il punto.

Sempre per giovedì, invece, è prevista anche una sessione ordinaria per l'elezione del presidente in sostituzione del dimissionario Massimo Tononi: Fondazione Mps ha proposto Alessandro Falciai, per l'ordinaria non serve un quorum e dunque la sua nomina al momento pare l'unico risultato pressoché scontato.

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