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Draghi dà la carica all'Europa, Milano +1,64% con le banche

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La Banca centrale europea ha dato la carica alle Borse continentali (guarda qui gli indici) e anche Wall Street ha chiuso nuovamente in territorio positivo. L’istituto centrale ha confermato acquisti di asset al ritmo di 80 miliardi al mese fino al marzo 2017 e ha inoltre annunciato un'ulteriore manovra di 'quantitative easing' fino al dicembre dell’anno venturo anche se con acquisti inferiori e pari a 60 miliardi al mese. L’Eurotower ha comunque messo le mani avanti: «Se nel frattempo - ha indicato la Bce - le prospettive dovessero peggiorare o se le condizioni finanziarie non fossero più in linea con un ulteriore progresso verso un aggiustamento sostenibile del percorso di inflazione, il Consiglio direttivo intende aumentare il programma in termini di volume e di durata». Intanto la Bce ha ritoccato all’insù le previsioni di crescita per l’anno venturo, all’1,7% (dal precedente +1,6%) e anche quelle sull’andamento dei prezzi, che nel 2017 metterà a segno un rialzo dell’1,3% (da +1,2%). Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dell'1,64% (FTSE MIB).

Banche in volata, Bpm la migliore
A Piazza Affari sono state ben richieste le azioni delle banche, che hanno festeggiato l’annuncio che la Bce continuerà ad acquistare asset fino a dicembre 2017. Hanno corso le azioni delle popolari e in particolare quelle di Bpm (+10%) e di Banco Popolare (+9,75%). Ubi Banca è salita sull’onda dell’ipotesi che la Bce stia per dare l’ok a rilevare le 3 good bank di suo interesse (Banca Etruria, Cassa Marche e CariChieti). Banca Mps ha guadagnato del 4,1%, all’indomani del consiglio di amministrazione che ha chiesto tempo fino al 20 gennaio per completare la ricapitalizzazione. Il Sole 24 Ore sostiene che sabato potrebbe tenersi un Consiglio dei ministri straordinario per deliberare l’intervento dello Stato, nel caso in cui l’Eurotower decidesse di non concedere tempo. Intanto oggi il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ha rassicurato che la stessa Commissione Ue «non teme una crisi bancaria in Italia».

Per Moscovici «i problemi non sono cambiati dalla scorsa settimana: non si sono deteriorati o aggravati. Noi abbiamo la possibilità in Europa di trattare tutte le situazioni bancarie». Dopo avere più volte cambiato la direzione di marcia, hanno terminato in progresso del 2,98% le Unicredit, nel giorno dell’annuncio della cessione di Banca Pekao. Operazione dalla quale l’istituto incasserà 2,4 miliardi di euro, anche se il closing è atteso nella prima metà del 2017. Sale intanto l’attesa per la presentazione del piano industriale in calendario martedì. Il numero uno dell'istituto, Jean Pierre Mustier, ha escluso la necessità di un intervento dello Stato.

Oggi inoltre ha siglato la vendita di Banca Pekao per 2,4 miliardi di euro. L'operazione avrà un impatto positivo di circa 55 punti base sul Cet1 ratio del gruppo al 30 settembre 2016. Unicredit ha venduto inoltre le attività polacche di Pioneer per 142 milioni di euro. Secondo indiscrezioni lunedì, alla vigilia della presentazione del piano, Mustier potrebbe anche annunciare la vendita di Pioneer, per la quale pare sia in pole position Amundi, con un’offerta da 3,2-3,4 miliardi di euro. Sempre lunedì potrebbero essere ceduti anche i 20 miliardi di Npl di euro, nel mirino di Pimco, Cerberus e Fortress.

Generali sotto la lente, giù Saipem e Terna
Generali
ha vantato un rialzo del 4,58%, ancora sull’onda delle ipotesi che la compagnia sia sul punto di cedere le attività in Francia. Pare infatti che siano in corso contatti tra le Generali e Allianz per la vendita di Generali France, asset chiave del business del Leone ma potenziale ostacolo Antitrust in caso di una maxi fusione con Axa. Di recente, però, il numero uno della compagnia, Philippe Donnet, aveva dichiarato che: «La Francia è uno dei tre pilastri chiave del business di Generali assieme a Italia e Germania. Lì abbiamo altre priorità, quello di rilanciare la crescita, di aumentare lo sviluppo. Non intendiamo certo lasciare il paese». Il manager aveva per altro seccamente smentito anche l’eventualità di una fusione con Axa. Intanto Hsbc ha rivisto al rialzo, a ‘Buy’, la raccomandazione su Generali. Anche Jefferies, pur confermando il giudizio di 'Hold', ha alzato il target di prezzo a 13,3 euro dai precedenti 11,9 a 13,3 euro. Sono invece andate male le Saipem (-1,94%), nonostante il rialzo del petrolio. Giù anche le Terna (-2,1%) e le Atlantia (-0,4%), oltre che le Recordati(-0,58%) e le Snam Rete Gas (-1%). Fiat Chrysler Automobiles ha messo a segno un rialzo dell'1,98%.

Fuori dal paniere principale, in retromarcia Amplifon, occhi su Alerion
Fuori dal paniere principale, Amplifon ha accusato un ribasso del 5,99%, il peggiore del listino milanese. I titoli hanno risentito della notizia che la Food & Drug Administration (Fda), l'organo statunitense di controllo sui farmaci, ha avviato una serie di iniziative focalizzate a semplificare l’acquisto di apparecchi acustici. Insomma Oltreoceano il settore dovrebbe essere oggetto di una certa liberalizzazione, che potrebbe penalizzare il gruppo italiano. Alerion è salita del 2,58%, beneficiando delle ipotesi di nuovi rilanci per il controllo della società, attualmente contesa dalla cordata Edison-F2i e dal gruppo bolzanino, Fri-El. Infine Safilo Group ha perso lo 0,37%, risentendo della decisione di Banca IMI di tagliare da "Add" a "Hold".

Giornata volatile per i cambi e spread, petrolio sopra 50 dollari
Sul fronte dei cambi, l’euro ha registrato un andamento volatile, nel giorno della Bce (segui qui l'andamento dell'euro contro le principali monete), arrivando prima a superare quota 1,08 sul dollaro per poi fare retromarcia. E' stata una giornata movimentata anche per lo spread che sul finale ha chiuso in area 147 punti, in calo sui valori della vigilia. In lieve rialzo infine il prezzo del petrolio, con il Wti che si mantiene sopra la soglia dei 50 dollari al barile.

Qe prorogato ma il volume degli acquisti scende
La Bce ha deciso di confermare il Quantitative easing, il programma di acquisto di titoli pubblici e privati dell'Eurozona, fino al marzo 2017, la sua scadenza originale, al volume attuale di 80 miliardi al mese, e ha annunciato un'estensione dello stesso programma da aprile a dicembre 2017 («e oltre, se necessario») a un volume ridotto di 60 miliardi al mese. «Se nel frattempo - ha indicato la Bce - le prospettive dovessero peggiorare o se le condizioni finanziarie non fossero più in linea con un ulteriore progresso verso un aggiustamento sostenibile del percorso di inflazione, il Consiglio direttivo intende aumentare il programma in termini di volume e di durata. Gli acquisti netti di titoli saranno attuate insieme al reinvestimento del capitale da quelli già acquistati e in scadenza». Inoltre, la Bce ha deciso di modificare alcuni parametri del piano che saranno annunciati nella conferenza stampa.

Riviste al rialzo le prospettive per economia e inflazione della zona euro
La Bce ha rivisto al rialzo le prospettive per l'economia del 2017 e ha inoltre attestato che la ripresa nell'Eurozona «è in qualche modo in rafforzamento», come asserito da Draghi , che tuttavia ha sottolineato che c'e' ancora bisogno che sia «mantenuto l'elevato livello di accomodamento monetario». Per il banchiere la crescita della congiuntura dovrebbe essere continuata anche nel IV trimestre. Il numero uno dell'Eurotower ha annunciato che sono state riviste al rialzo le stime di crescita per il 2017, dall'1,6% previsto in settembre, all'1,7%. La crescita per il 2018 è stata confermata all'1,6% mentre quella per il 2019 (prima stima) viene fissata all'1,6%. Confermata, infine, all'1,7% quella per quest'anno. Anche le prospettive per l'inflazione sono migliorate: l'anno venturo l'indice dei prezzi registrerà un progresso dell' 1,3%, anziché dell'1,2% come indicato in precedenza.

Tuttavia la stima per il 2018 è stata abbassata marginalmente all'1,5% dall'1,6%. mentre la prima stima per il 2019 è stata fissata all'1,7%, vicina quindi all'obiettivo di un tasso vicino ma inferiore al 2% nel medio termine. La stima per quest'anno, infine, rimane allo 0,2%.

In Usa sussidi settimanali scesi meno del previsto
Negli Stati Uniti è stato annunciato che le richieste iniziali alla disoccupazione sono calate di 10mila unità a 258mila, contro le 268mila della settimana precedente. Il dato si attesta in media sotto quota 300mila da 92 settimane, la serie migliore dal 1970. L'indice è comunque peggiore delle previsioni: gli analisti attendevano un dato in calo a 255mila richieste.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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