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Bce: estensione del Qe a fine 2017. Acquisti ridotti a 60 miliardi…

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LA DECISIONE

Bce: estensione del Qe a fine 2017. Acquisti ridotti a 60 miliardi mensili

Il presidente della Bce, Mario Draghi (a destra, con il vicepresidente Vitor Constancio (Reuters)
Il presidente della Bce, Mario Draghi (a destra, con il vicepresidente Vitor Constancio (Reuters)

Il Consiglio direttivo della Bce, nella riunione odierna, ha deciso di confermare il Qe, il programma di acquisto di titoli pubblici e privati dell’Eurozona, fino al marzo 2017, la sua scadenza originale, al volume attuale di 80 miliardi al mese, e ha annunciato un'estensione dello stesso programma da aprile a dicembre 2017 a un volume ridotto di 60 miliardi al mese. In una nota, il Consiglio precisa che gli acquisti continueranno «al ritmo di 60 miliardi al mese, dall’aprile 2017, fino al dicembre 2017 o oltre, se necessario, e in ogni caso fino a che il Consiglio direttivo non vedrà un aggiustamento sostenibile del percorso dell’inflazione coerente con il target di inflazione» che è di un tasso vicino ma inferiore al 2% nel medio termine.

«Se nel frattempo - continua la nota - le prospettive dovessero peggiorare o se le condizioni finanziarie non fossero più in linea con un ulteriore progresso verso un aggiustamento sostenibile del percorso di inflazione, il Consiglio direttivo intende aumentare il programma in termini di volume e di durata. Gli acquisti netti di titoli saranno attuati insieme al reinvestimento del capitale da quelli già acquistati e in scadenza». Per garantire un’attuazione senza problemi del programma di acquisti, conclude la nota, il Consiglio ha inoltre deciso «di modificare alcuni dei parametri del piano».

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La conferenza stampa di Mario Draghi
Nel corso della conferenza stampa, il presidente della Bce Mario Draghi ha precisato nel misure prese oggi dal board della Bce specificando che il programma di acquisti di titoli viene esteso alle obbligazioni sovrane con una vita residua che scende da 2 a 1 anno; parallelamente si estende la possibilità di acquistare titoli con un tasso inferiore al tasso dei depositi. Insieme al’estensione temporale del programma a fine 2017 («e oltre se necessario»), si tratta di misure potenziano di fatto l’operatività del quantitative easing come strumento di stimolo per gli investimenti nell’economia reale. «È ancora necessario - ha detto Draghi a inizio conferenza stampa - un forte livello di stimolo monetario. Resteremo sul mercato a lungo», ha detto il presidente della Bce che ha precisato che nel corso della riunione odierna non si è discusso di tapering, ossia della riduzione del piano di quantitative easing da parte della banca centrale.

Draghi, nella sua analisi del quadro economico dell’Eurozona, ha registrato pressioni inflazionistiche «ancora moderate», una ripresa economica che continua e si rafforza nel quarto trimestre dell’anno. In merito alle previsioni congiunturali per l’anno in corso, la Bce pone quelle sul Pil all’1,7% nel 2017 dell’1,6% nei due anni successivi; parallelamente l’istituto alza le stime sull’inflazione nel 2017 all’1,3%, a 1,5% nel 2018 e a 1,7% nel 2019. «Il rischio di deflazione è largamente scomparso» nell’Eurozona, ha detto Draghi rispondendo a una domanda sulla modifica dei termini del qe.

Draghi ha inoltre ricordato la necessità di riforme strutturali in tutti i paesi europei, in particolare per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, settore “cruciale” per lo sviluppo economico.

«Mps e le banche italiane? Chiedete alla vigilanza»
Alla domanda di un giornalista sulla vulnerabilità dell’Italia dopo il referendum che ha visto prevalere il no, Draghi ha detto: «Penso che le vulnerabilità del sistema bancario e dell’Italia durino da molto tempo e che, quindi, debbano essere risolte. Sono fiducioso che il nuovo Governo saprà cosa deve fare e che questi problemi saranno risolti». In merito al tempo che dovrebbero avere le banche italiane per rimettere i conti a posto, Draghi ha preferito non rispondere e ha detto che «sulla base del principio della separazione dei compiti, queste sono cose che dovete chiedere al consiglio di sorveglianza della Bce». In ogni caso Draghi ha escluso “rischi per l’euro” dal sistema bancario italiano.

Di fronte all’insistenza di alcuni giornalisti nel porre domande sulla situazione politica e finanziaria italiana, Draghi ha risposto: «Di certo il mio lavoro non è focalizzato («focused») sui paesi dell’Europa meridionali». «No, ovviamente no. Non siamo di parte», ha risposto Draghi a una domanda sulle critiche che arrivano da alcuni Paesi, Germania in testa, rispetto all’azione dell’Eurotower che sosterrebbe in particolare i paesi dell'Europa meridionale, Italia inclusa.

«Ne so davvero poco di questa ipotesi di un prestito del meccanismo di stabilità europeo Esm all’Italia per le sue banche», ha poi aggiunto il presidente della
Bce Mario Draghi, che poi, a proposito dell’indiscrezione di stampa, ha letto cosa prevede la normativa che istituisce l’Esm: «Che vi sia mancanza di soluzioni alternative» e che «non si riesca a colmare le necessità di capitale attraverso soluzioni private».

Il ruolo della politica
Nel 2017, ha aggiunto Draghi, si presenta un calendario elettorale che è fonte di incertezza. «I Paesi che hanno bisogno di riforme devono farle a prescindere dall'incertezza politica generale. È il modo migliore per riportare la crescita e la
creazione di posti di lavoro», ha detto, rispondendo a una domanda sulla situazione politica italiana dopo il referendum.

I mercati «si sono rivelati molto più resilienti del previsto» in occasione dei grandi appuntamenti politici delle ultime settimane e mesi, ha poi spiegato Draghi, in conferenza stampa, citando la risposta dei mercati al referendum britannico sulla Ue, alle elezioni presidenziali negli Usa e, da ultimo, al 'no' al referendum costituzionale in Italia. «Ci si aspettavamo ripercussioni importanti a livello globale e in tutti e tre gli eventi così non è stato», ha detto.

Weidmann contrario all’estensione del Qe
Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, è contrario alla decisione della Banca Centrale Europea di estendere il programma di quantitative easing a dicembre 2017. Lo riporta l'edizione online del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung facendo riferimento a fonti proprie. Il quotidiano riferisce che Weidmann ha espresso obiezioni e non ha approvato l'estensione del programma. Riportando che il presidente della Bce, Mario Draghi, ha riferito che c'è stato un «ampio consenso» nel consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, la Faz aggiunge che «tuttavia la decisione non è stata all'unanimità».

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