Italia

Draghi, fiducioso che l’Italia saprà cosa fare su banche

  • Abbonati
  • Accedi
direttivo della banca centrale europea

Draghi, fiducioso che l’Italia saprà cosa fare su banche

Rilancia il Quantitative easing, che si allunga fino a fine 2017 anche se scende da aprile da 80 a 60 miliardi al mese e rassicura i mercati sulla crisi politica italiana dopo la vittoria del No al referendum del 4 dicembre. Il presidente della Bce Mario Draghi non si sottrae, in conferenza stampa post Consiglio direttivo, alle domande sull’Italia, sulla debolezza del sistema bancario, sugli effetti possibili dell’instabilità politica e conferma: «Sono fiducioso che il governo sappia cosa deve fare» e che la vulnerabilità delle banche «che c'è da tempo, sarà affrontata».

Draghi non delude le attese e utilizza tutte le armi che ha disposizione, la politica monetaria e le parole, per replicare sui timori di nuove fibrillazioni sui mercati a causa dell'incertezza politica dovuta anche a importanti appuntamenti elettorali dell'anno prossimo in Germania, Francia e probabilmente anche in Italia, che potrebbero di nuovo mettere a rischio la tenuta dell'euro. Il numero uno della Bce respinge al mittente l'accusa, soprattutto di matrice tedesca, di favorire i Paesi dell'Europa meridionale e, in particolare, l'Italia. «No, ovviamente no. Non siamo di parte», dice, rispondendo a una domanda in conferenza stampa. Per poi aggiungere che i mercati si sono dimostrati «più resistenti» del previsto agli shock di questi mesi. Riferimento diretto a Brexit, alle elezioni Usa e al risultato del referendum.

“Tutti, a partire dall'Italia, sono obbligati ad andare avanti con le riforme strutturali.”

Il presidente della Bce Mario Draghi 

Riconosce che «c'è una grande incertezza», dovuta in buona parte a fattori politici. Quindi, pone una domanda, «cosa può fare la Bce?» e risponde: «Continuare con fermezza» con la politica monetaria che serve.

E puntualizza: la situazione italiana non comporta il rischio di un potenziale contagio al resto dell'Europa. «Non vediamo rischi per l'Area euro» derivanti dal'incertezza politica in alcuni Paesi, dice Draghi, evidenziando che i rischi «rimangono contenuti nei singoli Paesi». Ma questo non toglie che tutti, a partire dall'Italia, siano obbligati ad andare avanti con le riforme strutturali.

Avanti con le riforme strutturali

«I Paesi che hanno bisogno di riforme devono farle a prescindere dall'incertezza politica generale» sottolinea . E questo perché «è il modo migliore per riportare la crescita e occupazione». I due binari sui quali dovrà muoversi l’Europa per recuperare credibilità e sviluppo, secondo i critici di un’impostazione miope, finora troppo attenta solo al rigore di bilancio. Troppo alla stabilità e poco alla crescita. «Ciascun Paese - ha ricordato Draghi- ha vulnerabilita' diverse ma sia il contesto macroeconomico rispetto a cinque anni fa, quando avevamo un contagio, sia i mercati finanziari e gli intermediari sono piu' resistenti e forti. Questi problemi, anche se importanti e che devono trovare urgentemente una soluzione, restano limitati ai singoli Paesi» ha concluso.

I paesi membri euro puntino alla convergenza

«Detto questo - ha continuato Draghi - la fiducia e' una delle premesse perche' la nostra unione progredisca verso un'unione monetaria piu' perfetta. C'e' anche un'altra condizione che e' particolarmente importante ed e' la convergenza. I Paesi membri devono puntare alla convergenza e, per farlo, devono attuare le riforme strutturali necessarie e che farebbero aumentare la convergenza. Ogni Paese ha la sua agenda in merito ma il fatto che si continuino le riforme strutturali e che si lavori per la convergenza e' importante non perche' in altro modo ci sarebbe un rischio per l'Eurozona, ma deve essere un obiettivo di per se', perche' cosi' si rafforza la nostra unione».

Più tempo a Mps? Decide la Vigilanza

Il presidente della Bce non entra nei dossier specifici e si limita a ricordare le regole. Risponde a una domanda su Mps: «Chiedete una risposta al Consiglio di Vigilanza» replica in merito alla richiesta di una proroga dei tempi per il salvataggio della banca di Rocca Salimbeni, appellandosi alla separazione fra la Bce e la Vigilanza bancaria. E lo fa rispondendo a chi chiede dell'ipotesi, circolata sulla stampa nei giorni scorsi, di una eventuale richiesta di prestito all'Esm da parte dell'Italia. «Ne so davvero poco», si limita a dire il presidente della Bce, senza rinunciare a ricordare cosa preveda la normativa.

E cioè che il prestito può arrivare «se non ci sono soluzioni alternative» e se «non si riesce a colmare le necessita' di capitale attraverso soluzioni private».






© Riproduzione riservata