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Mps e Eni protagoniste a Piazza Affari, Milano chiude a +0,42%

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la giornata dei mercati

Mps e Eni protagoniste a Piazza Affari, Milano chiude a +0,42%

Andamento titoli
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Chiudono contrastate le Borse europee a cui non e' bastato il buon andamento dei titoli petroliferi per portare nuovi acquisti. Londra, Parigi e Francoforte hanno chiuso in leggero calo mentre Milano si e' mossa in controtendenza con il Ftse Mib a +0,42% e il Ftse All Share a +0,35%. Wall Street ha invece chiuso contrastata ma con il Dow Jones che ha ritoccato per l'ennesima volta al rialzo il record precedente chiudendo a quota 19.796,43 dopo aver guadagnato lo 0,20%; in calo il Nasdaq che ha ceduto lo 0,59% a 5.412,54. A Piazza Affari gli acquisti hanno riguardato soprattutto Eni dopo l'accordo fra i Paesi non Opec per tagliare la produzione e la cessione del 30% del giacimento egiziano di Zohr a Rosneft. Fra i bancari beneBanca Mps all'indomani del cda che ha deciso di tentare la strada della soluzione di mercato per il salvataggio, riaprendo i termini per la conversione dei bond in azioni e lanciando l'aumento di capitale anche senza la garanzia del consorzio.

UniCredit arretra in attesa del piano che sarà presentato domani
Tra le blue chip milanesi, dopo un buon avvio,ha invece virato in rosso Unicredit, che ha annunciato la vendita di Pioneer ad Amundi per 3,54 miliardi e riceverà inoltre un dividendo straordinario da 315 milioni dalla stessa Pioneer. «I termini dell'operazione erano sostanzialmente già noti, ma la cessione determina un beneficio sul Cet1 di 78 punti base, leggermente inferiore alla nostra stima di 95 punti base perché la plusvalenza consolidata è inferiore (2,2 miliardi contro 2,6)», notano gli analisti di Equita. Il titolo dell'istituto di piazza Gae Aulenti resta inoltre sotto i riflettori in attesa del capital day di domani, quando sarà alzato il velo sul piano strategico e sul rafforzamento patrimoniale della banca.

Mps al rimbalzo ma analisti danno poche chance ad aumento "di mercato"
Rimbalzo per Monte dei Paschi più volte sospesa dalle contrattazioni anche se, a giudizio degli analisti, sembra avere poche chance la strada di una ricapitalizzazione "privata" confermata ieri dal consiglio di amministrazione mentre 'in qualunque caso - aggiunge un trader - l'equity ha pochissimo valore per cui il recupero in Borsa è apparentemente privo di ragioni concrete». Dopo il

-10,5% con cui Piazza Affari aveva accolto le indiscrezioni sul "no" del Supervisory Board della Bce al prolungamento dei tempi per l'aumento di capitale, le azioni riprendono quota e sono tra le migliori del Ftse Mib.

Il consiglio di amministrazione della banca senese ha deciso di proseguire sulla strada della ricapitalizzazione senza l'intervento pubblico, che rappresenta comunque un "piano B" già in preparazione da parte del Tesoro, e di chiedere a Consob l'autorizzazione per riaprire i termini per la conversione dei bond subordinati, da cui erano state raccolte adesioni per circa 1 miliardo nella prima finestra, con l'obiettivo di coinvolgere il retail che hanno in mano buona parte di un subordinato da 2 miliardi e gli altri istituzionali che non hanno convertito nella prima offerta. Contestualmente, venuto meno l'impegno del consorzio di garanzia per l'inoptato dell'aumento di capitale, gli istituti che hanno affiancato Mps nell'operazione hanno dato la disponibilità a tentare la strada del collocamento di titoli presso quegli investitori istituzionali che avevano manifestato interesse nelle scorse settimane. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, il fondo sovrano del Qatar sarebbe ancora aperto all'ipotesi di un intervento per circa un miliardo di euro. «Riteniamo - spiegano gli analisti di Banca Imi - che l'esito più probabile per Mps sia l'aumento di capitale precauzionale da parte dello Stato con la 'burden sharing'', cioè la condivisione dei costi di ricapitalizzazione coinvolgendo i titolari di alcune categorie di titoli Mps. «La ricapitalizzazione di Mps sul mercato resta estremamente difficile da realizzare in questo contesto e in un breve periodo di tempo - aggiunge Akros - L'alternativa sarebbe la nazionalizzazione della banca da parte del governo la 'burden sharing' delle obbligazioni ibridi e subordinate».

Mediaset piatta, balzo di Trevi dopo commessa da 160 milioni di dollari
Si arresta il rally di Mediaset che aveva guadagnato sulla speculazione relativa al riassetto delle pay-tv e

sulla convergenza media-tlc indotta dall'interesse della francese Orange per Canal+ di proprietà di Vivendi e dall'offerta pubblica che 21St Century Fox potrebbe formalizzare per arrivare al controllo totale di Sky. Nel risparmio gestito bene Azimut che venerdì ha annunciato una raccolta netta positiva a novembre per 197 milioni di euro che porta il saldo netto dei flussi da inizio anno a +5,8 miliardi di euro.
Fuori dal Ftse Mib, balzo superiore all'11% per Trevi Fin spinta dalle commesse per 160 milioni di dollari che si è aggiudicata la controllata Drillmec, attiva nella progettazione e costruzione di impianti di perforazione petrolifera e nella fornitura di servizi connessi alle attività di perforazione di pozzi di petrolio e gas. Buon rialzo per Safilo Group che ha esteso al 2020 gli accordi di licenza con Dior e Dior Homme.

Petrolio Wti ai massimi da 18 mesi, Brent al top da luglio 2015

In rally il prezzo del petrolio dopo l'accordo raggiunto sabato a Vienna da 11 Paesi produttori di greggio non appartenenti all'Opec, che si sono impegnati a ridurre la produzione di 558mila barili al giorno. Il future gennaio sul Wti è balzato fino al 5,09% ai massimi da diciotto mesi e sopra la soglia dei 54 dollari al barile (54,12 in avvio), mentre la consegna febbraio sul Brent si è portata al top da luglio 2015 mettendo quota 57 dollari nel mirino (+4,42% a 56,73 dollari), per poi ripiegare leggermente. Sul mercato valutario, l'euro si è attestato in chiusura a 1,0597 dollari (1,0558 di venerdi'). La moneta unica è scambiata anche a 122,46 yen mentre il rapporto fra la divisa Usa e quella nipponica si è attestata a 115,53.

Spread cala a 160 punti, rendimento al 2,01%

Seduta di apprezzamento per i titoli di Stato scambiati sul secondario telematico Mts. I titoli italiani si apprezzano con conseguente calo dei rendimenti che tornano al 2,01%. Lo spread tra il BTp decennale benchmark
(Isin IT0005210650) e il Bund di pari scadenza ha segnato 160 punti nel finale rispetto ai 169 punti base indicati in avvio nei primi scambi (168 la chiusura di venerdì). In evidenza anche i Bonos con lo spread in calo a 109 punti. I decennali spagnoli rendono l'1,51 per cento.

Tassi in lieve rialzo nell'asta dei BoT annuali. Il Tesoro ha assegnato tutti i 4,75 miliardi di euro di titoli, con un rendimento pari a -0,196% da -0,217% del collocamento di novembre. La domanda è stata pari a 1,73 volte l'importo
offerto.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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