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Banco Bpm, accordo per duemila uscite e 400 assunzioni. Fitch taglia i…

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Banco Bpm, accordo per duemila uscite e 400 assunzioni. Fitch taglia i rating

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I vertici della nuova Banco Bpm, che nascerà il primo gennaio 2017 dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, e i sindacati hanno firmato l'accordo per regolare le ricadute dell'aggregazione. L'intesa, spiegano alcune note sindacali, «definisce l'uscita in modo volontario di 1.800 lavoratori, con possibile arrivo a 2.100, e stabilisce un condiviso e prospettico impianto di relazioni sindacali». Definite anche circa 400 nuove assunzioni fino al 2019.

«L'accordo raggiunto - commenta Fulvio Furlan, segretario nazionale della Uilca - conferma come la Uilca, con il fondamentale apporto dei coordinamenti Banco Popolare e Bpm, e il sindacato tutto, intenda accompagnare in modo responsabile il piano d'impresa di Banco Bpm, nella consapevolezza del valore della sua riuscita a livello di sistema e per tutto il Paese». «In uno scenario di sistema particolarmente difficile e complesso - i responsabili di First Cisl del Banco Popolare, Guglielmo Sarlo, e di Bpm, Patrizia Robotti - reputiamo soddisfacenti le intese raggiunte».

Intanto Fitch ha tagliato il rating di Bpm di due gradini, da BB+ a BB-. L'outlook è stabile. La Popolare di Milano, in una nota, spiega che «prende atto con disappunto delle opinioni dell'agenzia, rispetto alle quali esprime il proprio dissenso, in quanto, a parere della banca, non tengono in debita considerazione i risultati già conseguiti da Banco Popolare, in termini di rafforzamento patrimoniale, con l'aumento di capitale da un miliardo di euro, l'aumento delle coperture e il calo dello stock dei crediti deteriorati, che migliorano il profilo di rischio del nuovo gruppo».

Contestualmente, Fitch ha tagliato il rating anche del Banco Popolare e della controllata Aletti di un gradino, a BB- da BB. L'outlook è stabile. La decisione dell'agenzia è speculare a quella presa per la Bpm. Identica la risposta della banca.

Fitch, dal canto suo, spiega che i downgrade di Bpm e Banco Popolare «anticipano la fusione imminente delle due banche in una nuova società, Banco Bpm, e quindi riflettono la nostra valutazione del profilo di rischio del gruppo consolidato post-fusione. Il nuovo gruppo sarà il terzo più grande gruppo bancario in Italia dal primo gennaio 2017».

I declassamenti «riflettono metriche di qualità di asset deboli del nuovo gruppo, che sono peggiori della media del settore a livello mondiale e mettono pressione sulla capitalizzazione», scrive Fitch. Inoltre, «il contesto economico debole in Italia pesa negativamente sul profilo di credito complessivo del nuovo gruppo e rende le cessioni di esposizioni deteriorate e i conseguenti benefici attesi più difficile da raggiungere».

L'agenzia di rating torna a porre l'accento sugli Npl. «Fitch - scrivono gli analisti - si aspetta che il gruppo risultante dalla concentrazione dovrà gestire uno stock di crediti deteriorati pari a quasi 26 miliardi di euro (di cui oltre 14,5 miliardi di sofferenze ad alto rischio) su base lorda e che rappresentano circa il 22% degli impieghi lordi su un base pro-forma». Secondo l'analisi, «gli alti livelli di crediti deteriorati vanno a detrimento dei vantaggi dovuti alla creazione di un gruppo bancario commerciale con una forte franchise domestico, in particolare nelle ricche regioni del nord d'Italia. La pressione sul capitale dovuta agli alti livelli di crediti deteriorati non garantiti rimane alto, nonostante gli sforzi del Banco Popolare per aumentare le riserve di copertura durante il 2016».

Come si diceva, tuttavia, il Banco Popolare e Bpm contestano le affermazioni di Fitch sia per quel che riguarda la solidità patrimoniale, sia perché «non tengono in conto dei vantaggi che deriveranno dalla fusione con Banco Popolare in termini di posizionamento di mercato, di miglioramento della redditività attraverso rilevanti sinergie di costo e di ricavo, di forti riduzioni del costo del funding e dell'importante piano di derisking che il nuovo gruppo realizzerà entro il 2019».

Ma non solo, per i due istituti, «il portafoglio crediti del nuovo gruppo risulta qualitativamente migliore della media nazionale, grazie alla presenza di importanti garanzie reali e in considerazione anche della realtà territoriale in cui operano le due banche, che dal primo gennaio 2017 daranno vita al terzo gruppo bancario del paese».

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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