FRANCOFORTE – Frena l'Italia, in controtendenza rispetto a un'economia mondiale in ripresa. Il nostro Paese è l'unico fra le grandi economie avanzate per il quale il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita per quest'anno e il prossimo, nell'aggiornamento del “World Economic Outlook”. L'economia italiana crescerà, secondo l'Fmi, dello 0,7% nel 2017 (dopo lo 0,9% dell'anno scorso), con una riduzione nelle previsioni dello 0,2% rispetto all'ottobre scorso, e dello 0,8% nel 2018, con un taglio dello 0,3% rispetto alle stime precedenti.
Ritocco al rialzo per le economie avanzate
Il quadro mondiale prevede una crescita invariata dalle previsioni di ottobre, del 3,4% quest'anno e del 3,6% il prossimo, ma con un ritocco al rialzo per le economie avanzate nel loro complesso, per effetto di una seconda metà del 2016 che è andata meglio delle attese e dell'aspettativa di uno stimolo di bilancio da parte del nuovo Governo negli Stati Uniti. «Il panorama economico globale – ha detto il capo economista dell'Fmi, Maurice Obstfeld, nel presentare il documento – ha cominciato a cambiare nella seconda metà del 2016. È più probabile che si realizzino le nostre previsioni di ripresa mondiale. Ma l'incertezza è aumentata».
Sull’Italia pesano incertezza politica e banche
L'analisi degli economisti dell'Fmi nota che, dopo l'avvio del rialzo dei tassi d'interesse americani, i rendimenti a lungo termine sono cresciuti moderatamente in Europa da agosto, di 35 punti base in Germania, ma di 70 in Italia, «come riflesso dell'alta incertezza politica e sul settore bancario».
Fra i rischi per l'economia globale, che restano al ribasso, l'Fmi cita la possibilità che nei Paesi che hanno problemi di bilancio (che comprendono senz'altro l'Italia) «una continua caduta della domanda privata e progressi inadeguati sulle riforme (compreso il risanamento dei bilanci bancari) potrebbero portare a una crescita e a un'inflazione permanentemente più basse, con implicazioni negative per la dinamica del debito».
Area euro +1,6% nel 2017 e 2018
L'area dell'euro crescerà dell'1,6% quest'anno e il prossimo, secondo il documento, la Germania dell'1,5% in entrambi gli anni, la Francia dell'1,3 e dell'1,6%, la Spagna del 2,3 e del 2,1%. La politica monetaria in aree come quella dell'euro deve restare accomodante, sostiene l'Fmi, ma non può bastare da sola a far crescere la domanda: il Fondo chiede uno stimolo fiscale ai Paesi che hanno spazio in bilancio (da tempo l'istituzione di Washington sollecita la Germania in questo senso), oltre che riforme strutturali.
Rischi dal protezionismo
Nel quadro globale, un altro rischio individuato dal Fondo monetario è lo sfaldamento del consenso sui benefici dell'integrazione economica e la possibilità che si intensifichino pressioni protezionistiche, un riferimento implicito, tra l'altro, alle posizioni assunte dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, e alle sue ripercussioni sul resto del mondo. L'incertezza sulle politiche della nuova amministrazione Usa e sulle sue ramificazioni globali è la ragione principale dell'incertezza sulle previsioni, osserva l'Fmi.
La restrizione delle condizioni finanziarie è la spiegazione della limatura nelle previsioni di crescita di molti Paesi emergenti, con l'eccezione della Cina, sostenuta dallo stimolo pubblico: vengono tagliate le stime per India, Brasile e Messico.
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