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Juventus, utile record: ma il club perde in Borsa

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Juventus, utile record: ma il club perde in Borsa

Solo la Borsa riesce a far perdere la Juventus. Il ribasso delle azioni in Piazza Affari ha un po' guastato, nel finale, la settimana della Juventus. Una settimana positiva sia per i risultati sportivi, sia per quelli di bilancio. Secondo i dati approvati oggi dal consiglio di amministrazione, presieduto da Andrea Agnelli, il club ha realizzato un utile netto di 72 milioni di euro nel primo semestre dell’esercizio, da luglio a dicembre 2016. Un profitto più che doppio (2,38 volte) rispetto ai 30,3 milioni realizzati nello stesso periodo del 2015.

Effetto Pogba sui conti
L’utile è a livelli siderali per una squadra di calcio, non solo per la Juventus che fa eccezione nel panorama disastrato (parliamo dei bilanci) del calcio italiano. Merito delle plusvalenze nette per 115,6 milioni realizzate nel calciomercato di luglio e agosto 2016. L’operazione più fruttuosa è stata la vendita di Paul Pogba al Manchester United, per un prezzo di 105 milioni di euro, oltre ad eventuale futuro bonus di 5 milioni. Pur avendo lasciato 27 milioni nelle tasche del procuratore del calciatore, Mino Raiola, la società ha ottenuto una plusvalenza di 72 milioni. Nel semestre di raffronto del 2015 l’operazione più redditizia era stata la vendita di Arturo Vidal al Bayern Monaco, con plusvalenza di 31,7 milioni per i bianconeri.

La plusvalenza su Pogba, in valore assoluto, ha superato anche il record precedente della Juventus, il guadagno di 69,9 milioni che era stato realizzato nella stagione 2001-2002 con la vendita di Zinedine Zidane al Real Madrid per 75 milioni. Via Pirlo, via Vidal e via Pogba, la Juventus non ha più il centrocampo che la portò alla finale di Champios League nel 2015, persa contro il Barcellona. Se si applicasse il coefficiente di rivalutazione monetaria per tener conto dell’inflazione, la vendita di Zidane rimane l’operazione più redditizia fatta dalla società controllata da Exor, la holding degli eredi delle famiglie Agnelli e Nasi.

I ricavi aumentano del 15,4%, dallo stadio 27,7 milioni
L’andamento del semestre è stato in crescita anche per i ricavi operativi, escludendo cioè le plusvalenze, una voce che impropriamente molti club (lo fa anche la Juventus) includono nei ricavi complessivi. I ricavi operativi sono aumentati del 15,4%, da 167,35 a 193,14 milioni. Lo stadio di proprietà ha generato non solo una striscia ininterrotta di vittorie in campionato, ma anche un aumento dei ricavi da 20,1 a 27,7 milioni. La voce più importante restano i diritti tv, saliti da 96,4 a 107,2 milioni. Le entrate da sponsor sono aumentate da 34,2 a 36,4 milioni. Tra i costi spiccano quelli del personale, aumentati da 103,9 a 106,4 milioni (di cui 97,2 milioni i tesserati).

Il cda prevede conferma l’utile nel bilancio a fine anno
Grazie agli incassi dal calciomercato, i debiti finanziari netti a fine dicembre sono diminuiti di 25 milioni rispetto al 30 giugno 2016 e ammontano a 174,1 milioni. Il patrimonio netto, compreso l’utile del periodo, è salito da 53,4 a 125,4 milioni. Il cda della Juventus conferma la previsione di chiudere l’esercizio annuale a fine giugno 2017 con un bilancio in attivo. Sarebbe il terzo consecutivo, dopo l’utile di pochi milioni dei due anni precedenti. Considerato che il primo semestre è il più redditizio per le plusvalenze del calciomercato, c'è da aspettarsi che a fine anno l’utile si riduca, per la stagionalità dei conti. In Borsa, in una seduta negativa, le azioni Juventus hanno perso il 2,84% a 0,3355 euro. Un risultato peggiore dell’As Roma, seconda in classifica in serie A dietro la Juventus, che in Borsa ha perso l’1% a 0,4355. Invariate le azioni del terzo club quotato, Ss Lazio, a 0,59.

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