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La Bce avverte: rischi di bruschi rialzi dei rendimenti nei Paesi ad alto…

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QUANDO FINIRà IL QE

La Bce avverte: rischi di bruschi rialzi dei rendimenti nei Paesi ad alto debito

Il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos con Mario Draghi all’Eurogruppo di lunedì (Epa)
Il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos con Mario Draghi all’Eurogruppo di lunedì (Epa)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
FRANCOFORTE -Il rischio di una brusca reazione dei mercati finanziari a un cambio di aspettative sulla futura politica monetaria della Banca centrale europea è stato sottolineato dallo stesso istituto di Francoforte, il cui consiglio si prepara, l'8 giugno prossimo, a discutere le modalità di comunicazione delll'uscita dallo stimolo monetario,

«Una normalizzazione graduale dei rendimenti obbligazionari nell'area euro in tandem con il miglioramento delle prospettive di crescita economica - dice la Financial Stability Review della Bce - sarebbe vantaggiosa dal punto di vista della stabilità finanziaria. Vi sono tuttavia dei rischi che i rendimenti possano salire bruscamente senza un miglioramento simultaneo delle prospettive di crescita». Questo porterebbe a «sostanziose» perdite di capitale per i detentori di obbligazioni. I costi di finanziamento più alti per i governi dei Paesi membri dell'unione monetaria potrbbbero esacerbare la minaccia crecente posta dalle preoccupazioni sulla sostenibilità del debito pubblico e privato, secondo la Bce. In alcuni Paesi lo stato delle finanze pubbliche resta fragilie, sostiene il rapporto, una fragilità mascherata dagli attuali bassi tassi d'interesse.

In una parte del documento anticipata lunedì la Bce rileva anche i rischi derivanti dall'incertezza politica, sottolineando che c'è il pericolo che le elezioni in alcuni Paesi possano portare a un ritardo delle riforme strutturali e al prevalere di scelte anti-euro, creando dei dubbi sulla sosteniblità del debito. Nessun Paese viene citato, ma si tratta di circostanze che potrebbero applicarsi all'Italia. Alla prossima riunione del consiglio la Bce dovrà discutere come cominciare a comunicare la futura uscita dallo stimolo monetario, che avverrà presumibilmente nel 2018. Negli ultimi giorni sono emerse divsioni anche fra i consiglieri considerati più vicini al presidnte Mario Draghi. Il capo economista Peter Praet ha sostenuto la necessità di non affrettare il processo, proprio per evitare violente reazioni di mercato. Benoit Coeuré, responsabile dei mercati, ha affermato invece che il gradualismo porta con sé a sua volta dei rischi. La forte ripresa dell'economia dell'euro zona nei primi mesi di quest'anno accentua la pressione sulla Bce perché accelleri la comunicazione sull'uscita dalla politica monetaria espansiva, ma al tempo stesso l'inflazione, soprattutto quella di fondo depurata dell'andamento del prezzo del petrolio, resta nettamente al di sotto dei livelli desiderati.
alessandro.merli@ilsole24ore.com

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