Brusca battuta d’arresto nella partita francese di Fincantieri. Ieri il nuovo inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, in visita ai cantieri di Saint-Nazaire nel corso della consegna di Msc-Meraviglia, ha annunciato di «voler rivedere gli equilibri dell’azionariato» previsti nell’accordo dello scorso aprile per l’acquisizione di Stx da parte del gruppo triestino. In base a quell’intesa, Fincantieri dovrebbe detenere il 48,7% dell’azienda transalpina, con la Fondazione Cr Trieste al 6%, lo Stato francese al 33,3%, e i relativi poteri di veto già negoziati con l’azienda guidata da Giuseppe Bono, e Dcns al 12%. Il titolo della società italiana perde quota oggi in Borsa proprio in seguito a questa notizia.
Ma ora Macron sembra intenzionato a voler rimettere tutto in discussione. Nel corso del suo intervento a Saint-Nazaire, il presidente francese ha evocato «i timori» della direzione, dei lavoratori, dei rappresentanti regionali e anche dei clienti, rispetto al «futuro azionariato» di Stx France previsto nell’accordo sancito con la precedente amministrazione di Francois Hollande. «Mi rallegro per questo avvicinamento tra Stx e Fincantieri che materializza la forza dell’Europa e l’eccellenza dei rapporti tra i nostri due Paesi». E però, ha continuato Macron, «voglio dire che gli equilibri di principio trovati ad aprile vanno rivisti. Ieri (martedì, ndr) ne ho parlato con il premier, Paolo Gentiloni».
«Nessuna polemica, siamo certi che troveremo soluzioni comuni e condivise, sulla base dell'intesa raggiunta poche settimane fa con una grande operazione industriale europea» ha commentato in serata il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Fincantieri, ok di Parigi al controllo di Stx
Il rimescolamento potrebbe ruotare attorno alla presenza nell’assetto futuro di Stx France della fondazione presieduta da Massimo Paniccia e giudicata, da parte francese, non sufficientemente autonoma rispetto a Fincantieri. Lo schema alternativo, secondo alcuni rumors, vedrebbe l’ingresso di Msc - che, sempre ieri, avrebbe poi confermato l’opzione per altre quattro navi a Saint-Nazaire - e Royal Caribbean, le due principali clienti di Saint-Nazaire, che insieme potrebbero avere circa il 10%. Se fosse questo il “piano B” dell’Eliseo, tornerebbe di fatto in auge un vecchio pallino di Macron che, quando era ancora ministro dell’Economia, aveva sponsorizzato, seppur non pubblicamente, la formazione di una cordata, di fatto mai decollata, tra i due armatori e l’olandese Damen, nella corsa all’acquisizione di Stx France.
Da Trieste, quartiere generale del gruppo italiano, non è arrivata alcuna replica. «Non commentiamo le parole del presidente della repubblica francese Emmanuel Macron», è la dichiarazione consegnata alle agenzie da un portavoce. Ma non è difficile immaginare lo stupore dei vertici alla luce del fatto che le dichiarazioni dell’Eliseo sono giunte a valle di impegni raggiunti non più tardi di un mese fa con lo stesso governo francese per il tramite di Ape (l’agenzia delle partecipazioni statali), il veicolo attraverso il quale Parigi detiene la sua minoranza di blocco negli ex cantieri dell’Atlantique.
Chiudendo il suo intervento ieri, Macron ha riferito di aver incaricato il suo ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, di «negoziare nelle prossime settimane» questi nuovi «equilibri» anche al fine di «preservare tutto il senso di questo partenariato strategico tra Francia e Italia di cui mi rallegro». Ma con ulteriori garanzie. È chiaro però che qualsiasi proposta dovrà essere concordata e accettata da Fincantieri. In questi mesi, Bono ha sempre ripetuto che l’operazione non va fatta a tutti i costi, ma solo se aggiunge valore industriale alle due aziende.
Una posizione ribadita anche ieri in risposta a Bruno Retailleau, presidente della Regione della Loira che, il giorno prima, dalle colonne di Mer et Marine, aveva invitato proprio Macron a riaprire il dossier della vendita di Stx France. «Emerge finalmente - aveva scritto il gruppo triestino replicando a Retailleau - un progetto di dimensione europea che si caratterizza come squisitamente industriale e non finanziario», e che ha consentito finalmente a Stx France di «ritrovare quella stabilità che negli ultimi anni è venuta sempre a mancare». Nella missiva inviata al giornale transalpino, Fincantieri ricorda anche di essersi assunta l’impegno di far proprie le richieste delle rappresentanze sindacali a Saint-Nazaire, così come le istanze del governo francese «a tutela dei numerosi interessi coinvolti: dal mantenimento del piano di investimenti, al supporto agli attuali progetti di diversificazione, alle esigenze della difesa nazionale, dai livelli occupazionali fino ad arrivare a dichiarare alle due società armatrici - proprio le due in predicato di entrare nell’azionariato - la ferma intenzione di Fincantieri di consolidare il loro ruolo di “preferred clients” di Saint-Nazaire. Ma ora il progetto, e i relativi accordi, potrebbero tornare in alto mare.
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