È scontro duro tra Commissione europea e ministro tedesco delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble sul nuovo assetto dell’Eurozona. Ad accendere la miccia della polemica a distanza è stato il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici nel corso degli incontri del Workshop Ambrosetti.
Innanzitutto il futuro «ministro delle Finanze dell’Eurozona» di cui parla il commissario francese non è un ministro in senso stretto e peraltro Moscovici ha evitato davanti alla platea del Forum di nominare la nuova funzione in tal modo. La soluzione ipotizzata dalla Commissione europea è la creazione di un “alto rappresentante” per gli affari economici della zona euro, simile alla funzione ricoperta attualmente da Federica Mogherini per la politica estera e di sicurezza Ue. Secondo Moscovici, la funzione deve articolarsi come commissario agli Affari economici e presidente dell’Eurogruppo con un «profilo istituzionale robusto». Poi deve avere una legittimazione democratica, rendendosi responsabile di fronte al Parlamento europeo: «Le decisioni dell’Eurogruppo dovrebbero essere soggette alla supervisione dei deputati della zona euro (eletti nel Parlamento europeo, ndr)».
Infine, dovrà essere sostenuto da un Tesoro della zona euro, un «ministero che sarebbe responsabile della vigilanza sulle politiche di bilancio e del meccanismo di stabilizzazione, del coordinamento delle politiche economiche». Quanto al Fondo monetario europeo, anche qui non c’è accordo.
Nella visione di Schäuble il futuro Fondo monetario europeo, che nascerebbe sulle ceneri dell’attuale Fondo salva-stati Esm (guidato fin dall’inizio da un ex alto funzionario comunitario tedesco), dovrebbe avere dei poteri automatici nella supervisione di bilancio, contro l’attuale interpretazione politica della Commissione. «Credo - ha detto Moscovici - che un Fondo monetario europeo sbagliato sarebbe quello in cui fossero piazzate anche più decisioni importanti sui bilanci nazionali, le finanze pubbliche o le riforme strutturali sotto responsabilità di funzionari non responsabili di fronte agli organismi democratici europei».
Come se non bastasse, alla cacofonia europea sul tema si è aggiunta la voce del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, pure presente al Forum Ambrosetti. In una conferenza stampa degna di una rock star, ad uso esclusivo delle tv più che per una riflessione ponderata, Le Maire ha rilanciato l’asse franco tedesco. Asse che punta a creare, ovviamente con il sistema intergovernativo, un’Eurozona più forte.
«Vogliamo costruire con tutti i partner, specialmente con la Germania, un’Eurozona più integrata. Vogliamo completarla e farla diventare più forte, come la Cina e come gli Usa» ha affermato il ministro dell’Economia francese. «Serve un fondo monetario europeo come l’Fmi e un ministro delle Finanze a livello dell’Eurozona che possa avere un ruolo chiave. Con la cancelliera Merkel - ha aggiunto - abbiamo parlato di una nuova Eurozona ancora più forte».
Le Maire ha anche precisato che «nelle prossime settimane annuncerà alcune privatizzazioni al fine di finanziare l’innovazione». «Pensiamo davvero che sia un modo migliore per spendere soldi finanziando l’innovazione piuttosto che essere imprigionati in alcune società che non sono strategiche per lo stato francese», ha aggiunto. Le Maire non ha fornito dettagli sulle società che dovevano essere privatizzate. Secondo alcuni esperti, la Française des Jeux è una delle possibili imprese da mettere sul mercato. Il ministro aveva già annunciato «grandi cessioni di beni» per finanziare l’innovazione, a cui lo Stato assegnerà 10 miliardi di euro. Poi ha aggiunto: «L’11 settembre sarò a Roma per vedere Padoan e trovare un compromesso. Siamo decisi a trovare una soluzione, spero entro fine mese», sulla questione del dossier Fincantieri-Stx.
Quello che Le Maire non ha detto è che vorrebbe essere lui il primo ministro delle Finanze dell’Eurozona con la benedizione del presidente francese Emmanuel Macron che da qualche tempo non gradisce più la sua presenza a Parigi.
© Riproduzione riservata