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Trump e il diktat antitrust su Cnn, una mossa che sa di vendetta

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Il retroscena

Trump e il diktat antitrust su Cnn, una mossa che sa di vendetta

Donald Trump impegnato in un viaggio diplomatico in Cina (Epa)
Donald Trump impegnato in un viaggio diplomatico in Cina (Epa)

L’amministrazione di Donald Trump vuole che AT&T ceda la Cnn prima di approvare il merger con Time Warner che darebbe vita a un nuovo gigante dei media. Un veto che ha sollevato polemiche e lo spettro di abusi di potere della Casa Bianca e di vendette contro mezzi di comunicazione e giornalisti considerati avversari.
Fonti vicine all’azienda hanno accusato di fatto il Dipartimento della Giustizia americano voler ostacolare il merger non per ragioni antitrust ma per motivazioni strettamente politiche, l’antipatia del Presidente per la rete televisiva che ha ripetutamente attaccato per le presunte «notizie false» ai suoi danni. Tre persone hanno riferito di un recente incontro tra i vertici aziendali e quelli antitrust, che avrebbero avanzato la richiesta di una dismissione di Turner, casa madre di Cnn, oppure di DirectTV. Quest’ultima opzione viene considerata improponibile: il colosso della televisione satellitare e dello streaming - rilevato per ben 49 miliardi di dollari - è ritenuto di importanza strategica per il futuro del gruppo tra contenuto e distribuzione.

I portavoce dell’amministrazione e del Dipartimento della Giustizia hanno risposto che Trump non ha mai fatto pressioni sul deal. E funzionari dell’amministrazione hanno sostenuto che sarebbe stata la stessa AT&T a offrire in realtà di cedere Cnn per far avanzare la fusione. Ma un comunicato di AT&T ha smentito questa versione degli eventi. Il direttore finanziario dell’azienda ha aggiunto durante un convegno che sulla base degli ultimi contatti tra la parti un via libera al merger, finora parso probabile entro fine anno, ha adesso tempi indefiniti.
Il responsabile antitrust alla Giustizia, Makran Delrahim, in passato non aveva espresso preoccupazioni antitrust e numerosi esperti ritengono che qualora la battaglia finisse in tribunale il governo avrebbe difficoltà a dimostrare l’esistenza di monopoli o di danni ai consumatori dalla combinazione di un leader wireless e di un produttore di contenuti. Ma Delrahim sembra ora aver cambiato posizione.

Di sicuro Trump non ha mai fatto mistero sulla sua opposizione al merger. Già sul finire della campagna elettorale aveva dichiarato che una sua amministrazione non avrebbe mai approvato l’operazione. Da allora le sue critiche alla Cnn si sono moltiplicate. Né Cnn è il solo media nel mirino: Trump ha minacciato nuove tasse su Internet per punire Jeff Bezos che, oltre ad Amazon, oggi controlla il Washington Post. E ha suggerito che potrebbe togliere alla Nbc la «licenza» per trasmettere.

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