Pochi giorni fa la Bce ha lanciato - nell’ambito dell’iniziativa #AskDraghi rivolta prevalentemente ai giovani al fine di accrescere il livello di educazione finanziaria delle nuove leve in Europa - una sorta di “question time” sul Bitcoin. Invitando gli internauti a porre quesiti al governatore Mario Draghi sulla criptovaluta più famosa (tra oltre 1.400 “esemplari”). C’è tempo fino a oggi alle ore 12. Le risposte - in versione video - arriveranno il 12 febbraio.
Allo stesso tempo la Bce ha lanciato un sondaggio su Twitter dall’account della Banca centrale (@ecb) «Potrebbe il Bitcoin rappresentare una valida alternativa alle monete tradizionali?».
I risultati finali forniscono due spunti di riflessione. Hanno votato quasi 30mila internauti. Non troppi ma nemmeno così pochi in fondo. Il 75% ha risposto «Sì» a fronte di un 13% di contrari e un 12% di indecisi.
Sarà a questo punto ancor più interessante di quanto in premessa attendere le risposte della Bce. Perché la proporzione dei favorevoli (3 su 4) potrebbe aver spiazzato le aspettative dell’istituto di Francoforte che da tempo sta prendendo le distanze dal “fenomeno Bitcoin” pur riconoscendo che il tema sta entrando nell’agenda setting del consiglio.
A settembre Draghi in prima persona aveva posto la domanda: «Dobbiamo chiederci quali effetti abbiano sull'economia le criptovalute» aggiungendo però che la Bce «non ha il potere di proibire o regolamentarle».
Nello stesso mese Draghi ha chiuso le porte all’Estonia sulla possibilità di creare una propria valuta virtuale. «Nessun Paese membro dell'Unione monetaria europea può introdurre una propria valuta».
A ottobre Draghi, sempre sul tema Bitcoin e Altcoin, ha detto: «Stiamo esaminando il Bitcoin e il blockchain: la tecnologia non è ancora matura perché venga considerata dalle banche centrali come uno strumento di politica monetaria», aggiungendo in ogni caso di non poter escludere del tutto questa possibilità in futuro.
In attesa di conoscere le risposte della Bce il 12 febbraio - e un’eventuale apertura o chiusura rispetto alla posizione attuale - va detto che il Bitcoin, perlomeno nella sua filosofia di fondo, tecnicamente rappresenta un nemico delle banche centrali. Perché punta alla decentralizzazione della politica monetaria trasferendo il potere di battere moneta ad un algoritmo di “estrazione”. Potere peraltro limitato per definizione in quanto i Bitcoin sono finiti e tendono asintoticamente verso quota 21 milioni (quindi dato che ne sono in circolazione quasi 17 milioni, ne verranno estratti nei prossimi decenni altri 4 milioni).
In questo senso, il fatto che la Bce abbia lanciato un sondaggio su Twitter (dove la percentuale dei Bitcoiners è statisticamente più elevata che nella vita reale) può suonare come una sorta di autogol. Ma, prima di dirlo, aspettiamo le parole di Draghi.
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