Grande turnover in arrivo per Poste Italiane. Almeno stando allo scenario che si coglie dal piano strategico 2018-2020 sottoscritto dall’ad Matteo Del Fante, con l’obiettivo di un utile netto in crescita media annua del 13%, fino a 1,2 miliardi al termine del quinquennio.
Più 1% medio l’anno per quanto riguarda i ricavi consolidati, attesi a 11,2 miliardi entro il 2022, +10% medio annuo per il risultato operativo, a 1,8 miliardi nel 2022 «grazie a efficienze operative». Il piano, denominato «Deliver 2022» e in procinto di essere presentato oggi a Milano, a Palazzo Mezzanotte, prevede investimenti per 2,8 miliardi a sostegno di automazione, digitalizzazione, riorganizzazione del modello di servizio. Il documennto «prevede una politica dei dividendi basata sul livello 2017 di 0,42 euro per azione, con un aumento del 5% l’anno fino al 2020» e un «payout minimo del 60% dal 2021 in poi». Conta su un obiettivo per i cinque anni del piano di un aumento dell’utile netto del 13% medio annuo. Con l’Ipo a fine 2015 era stata messa in campo una politica dei dividendi con un payout minimo pari all’80% dell’utile. Nel piano, che viene presentato oggi a Piazza Affari, «il riassetto della divisione corrispondenza e pacchi, unito all’evoluzione dei servizi finanziari e assicurativi e alla convergenza dei servizi di pagamento mobili e digitali, è alla base - sottolinea la società - di una crescita sostenibile del dividendo».
Tremila esodi incentivati l’anno
Occhio, in particolare, ai risvolti occupazionali del piano nel corso del quale «assumeremo - spiega l’ad Del Fante - circa diecimila professionisti qualificati e formeremo il personale in servizio per dotarlo delle competenze, degli strumenti e degli incentivi necessari per completare il nostro processo di trasformazione». Cinquemila saranno esperti in ambito finanziario e assicurativo. Intanto nel corso del piano proseguirà la riduzione del personale (con 100 milioni destinati a incentivi di pre-pensionamento) con l’obiettivo, anche con «iniziative volte a incrementare l'efficienza del gruppo», di portare dal 53% del 2017 al 49% il rapporto tra costi ordinari del personale e ricavi. È prevista «una riduzione media annua di 3mila unità» - pari a 15 mila uscite in 5 anni - proseguendo dopo i 2.800 l’anno del 2015-2017. E ci sarà «una ridistribuzione e formazione del personale: 4.500 dipendenti saranno riassegnati ad un ruolo commerciale di front-line», con «20 milioni di monte ore di formazione».
Il piano del «salto in avanti»
Per l’ad Del Fante «i graduali progressi che ciascuno dei nostri segmenti realizzerà determineranno il grande salto in avanti che farà Poste Italiane». Il piano, secondo il manager, «si basa su ipotesi prudenti con un rischio di esecuzione limitato». I ricavi «aumenteranno in maniera costante per tutta la durata del piano ma il vero impatto si vedrà sull’Ebit e sull’utile netto», visti in crescita media annua rispettivamente del 10% e del 13 per cento. Questo, indica Del Fante, «grazie ai miglioramenti dei ricavi e dell’operatività e soprattutto con il contributo di tutti i nostri segmenti di business». Quanto ai dividendi, «aumenteranno durante il periodo di operatività del piano in linea con l’aumento della redditività del gruppo».
Il segmento corrispondenza
La fase che si apre quest’anno «ci consentirà - secondo Del Fante - di valorizzare appieno le caratteristiche uniche della nostra rete e di confermare la nostra posizione di società di distribuzione più sicura e affidabile d’Italia. Ci stiamo trasformando per rispondere al meglio ai bisogni ed ai comportamenti sempre nuovi dei nostri 34 milioni di clienti». L’ad del gruppo Poste sottolinea che «il segmento corrispondenza e pacchi» resta «il fulcro dell’attività dell’azienda: «A questo proposito - dice - stiamo già vedendo i risultati positivi delle azioni intraprese, in particolare dell’introduzione di un modello operativo di recapito innovativo, il “joint delivery model”, concordato di recente con i sindacati». E aggiunge: «Inoltre siamo leader in Italia per le piattaforme digitali dei servizi finanziari e assicurativi che sono una fonte di ulteriori opportunità di marketing e - conclude il manager - di potenziamento dei ricavi».
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